Tre statunitensi, un militare e due contractors, sono morti ieri durante un attacco di un gruppo di miliziani jihadisti somali del gruppo al Shabaab, contro la base militare di Camp Simba, nella regione costiera di Lamu. Sul campo sono rimasti anche quattro jihadisti. “I mujaheddin sono entrati nelle linee nemiche, hanno sbaragliato con successo la base militare pesantemente fortificata e ne hanno preso in parte il controllo”, hanno annunciato trionfalmente i miliziani di al Shabaab in un comunicato sottolineando che “pesanti perdite sono state inflitte alle truppe americane e kenyane”.
La versione dei miliziani jihadisti è stata solo parzialmente smentita dal comunicato del generale William Gayler, responsabile delle operazioni di Africom (il comando Usa responsabile delle operazioni militari in Africa) secondo il quale, gli Shabaab – tendono a esagerare la reale entità delle azioni in funzione propagandistica.
Gli osservatori sul luogo ritengono che sia difficile stabilire se l’attacco sia una prima ritorsione per l’uccisione del generale iraniano Qassem Suleimani. Il gruppo di Al Shabaab è infatti ritenuto vicino ad Al Qaida quindi molto distante ed anzi ostile all’Iran sciita. La valutazione tra i diplomatici stranieri presenti in Kenya è di estrema cautela.
A Baghdad invece per la seconda notte consecutiva, alcuni razzi si sono abbattuti sulla Green Zone, provocando sei feriti, secondo quanto riferisce la televisione satellitare panaraba Al Jazeera. Tre razzi sono caduti nella zona fortificata della capitale irachena, dove hanno sede diverse ambasciate tra cui quella statunitense e alcuni compound militari Usa. Due, in particolare, hanno colpito vicino alla sede diplomatica statunitense. Altri tre sono caduti nell’area di Jadriya, secondo fonti militari.
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