Con un atto poco più che formale, stante l’attuale Costituzione (art.111) e visti i numeri della maggioranza governativa (341 deputati su 450), la Duma ha accolto ieri la proposta del Presidente Vladimir Putin, di nominare Mikhail Mišustin alla carica di premier (per la Costituzione: Presidente del Governo), dopo le dimissioni di Dmitrij Medvedev. Hanno votato a favore 383 deputati; per la prima volta nella storia della Duma (creata, come la Costituzione, nel dicembre 1993, dopo il famigerato ukaz 1400 di Eltsin di scioglimento del Soviet Supremo russo) non c’è stato alcun voto contrario. Ci sono stati invece 41 astenuti: con ogni evidenza, nemmeno tutti i deputati del KPRF, che ha 43 seggi; già ieri Gennadij Zjuganov, dopo i colloqui preliminari che Mišustin aveva condotto con le varie frazioni parlamentari, aveva annunciato l’astensione del suo gruppo.
Così, scrive la Tass, in base al comma “a” dell’art. 83 della Costituzione, Vladimir Putin ha decretato di “nominare Mišustin Mikhail Vladimirovič presidente del governo della Federazione Russa”.
In attesa della lista di Ministri che il nuovo premier presenterà (ha una settimana di tempo per farlo) al Presidente, le sue prime dichiarazioni aiutano a farsi un’idea delle linea che verrà seguita dal nuovo governo. Ancora la Tass scrive che Mišustin ha definito “stabile” la situazione economica del Paese e prevede di mantenere l’inflazione entro il 4%; ha promesso di occuparsi in primo luogo delle “riforme istituzionali e gestionali” e, come già dichiarato ieri, ha ribadito che “la cosa più importante è rimuovere le barriere al business, ridurre i costi per il business”.
Secondo Sergej Obukhov, del CC del KPRF, già nell’incontro di sondaggio con la frazione del KPFR, prima del voto, Mišustin aveva escluso sgravi fiscali sull’IRPF, pur promettendo “un’assistenza mirata per i poveri”: una politica che ha un nome preciso! Esclusa anche la nazionalizzazione dell’industria estrattiva e di altre branche, dichiarandosi il neo-premier “contrario in generale” alle nazionalizzazioni. Ancora: non è d’accordo con la proposta dei comunisti di una scala progressiva di tassazione, al posto dell’attuale flat tax e non ha intenzione di toccare la “riforma” che ha innalzato l’età pensionabile. Tra le priorità, Mishustin ha parlato dei progetti di digitalizzazione generale: non è una sorpresa, dal momento che, le solite malelingue, parlano di miliardi di rubli da lui accumulati nelle sue precedenti attività informatiche, prima di esser nominato alla presidenza del Servizio fiscale federale.
Nella motivazione di voto alla Duma, il segretario del KPRF, Gennadij Zjuganov ha detto che il suo partito ha “sostenuto le proposte del Presidente di entrare nel numero dei cinque paesi più sviluppati, raggiungere tassi di crescita mondiali, eliminare la povertà, fermare l’estinzione della popolazione. Abbiamo presentato il nostro programma “10 passi per una vita dignitosa” e 12 leggi per la sua attuazione, ma nessuno di questi documenti è stato approvato” dal passato governo. La TV ci soffoca con la réclame “Gazprom è il nostro patrimonio nazionale” ha detto Zjuganov, ma “in Germania il 95% dei centri abitati è coperto dalla rete del gas, in Olanda il 100%; nella regione di Pskov, nelle cui vicinanze transita il gasdotto per l’esportazione, appena il 46%; nella regione di Omsk, il 29%; a Sakhalin, dove il gas è estratto, il 35%”. Voglio ricordare, ha concluso Zjuganov, che a suo tempo non avevamo votato né per Putin, né per Medvedev, alla carica di premier. Oggi, diamo a Lei carta bianca, ma non possiamo ancora sostenerLa, dal momento che non ha parlato della composizione del nuovo governo e delle priorità di lavoro. Ma non voteremo nemmeno contro. Ci asterremo. Osserveremo la linea che Lei svilupperà e contribuiremo attivamente a garantire che le Sue promesse fatte alla Duma di Stato siano realizzate nella pratica. Le auguriamo successo”.
Da parte sua, il solito ROTFront scriveva ieri che, col nuovo Premier, “resta al potere la classe dei detentori del capitale, che vuol garantire lo sfruttamento dei lavoratori con l’aiuto dell’apparato statale”. Inoltre, lo “sponsor” del nuovo premier, l’ex Ministro delle finanze e attuale Presidente della Corte dei Conti, nonché padre-fondatore della “riforma” pensionistica, Aleksej Kudrin, colui che ha accusato il “pigro” popolo russo di esser la causa del fatto che il pese sarebbe indietro di 30-40 anni rispetto all’Occidente, Kudrin, insomma, valutando le prospettive di lavoro del suo protégé, ha detto che Mikhail Mišustin “ha il polso della situazione degli affari, sa come bilanciare gli interessi del business e dello stato”. Ci mancherebbe!
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