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Fallita la privatizzazione delle ferrovie. Anche i Tories ora lo ammettono

Il governo conservatore di Boris Johnson ha annunciato che rinazionalizzerà le linee ferroviarie britanniche. È un’ulteriore prova che la privatizzazione è ormai screditata in tutto il mondo.

La prima volta che sono salito su un Nothern Train, sono stato investito dalla pioggia all’interno della carrozza grazie a un buco nel tetto. Virgin Trains avrà per sempre un posto nel mio cuore come la peggiore impresa ferroviaria che abbia mai avuto la sfortuna da usare, ma gli amici che ogni giorno fanno il pendolare usando Northern odiano questa compagnia oltre ogni misura – sempre in ritardo, troppo poche corse, di scarsa qualità e, come con tutti i viaggi in treno in Gran Bretagna, decisamente troppo costosa.

Quindi l’annuncio che il governo conservatore sta rinazionalizzando la franchigia, dopo ripetuti fallimenti, è stato accolto con gioia da molti.

All’inizio di questo mese, il ministro dei trasporti, il conservatore Grant Shapps, ha annunciato che Virgin sarebbe stata privata della sua franchigia. Poi, all’improvviso, è arrivata notizia che avrebbe dovuto essere rinazionalizzato tutto il sistema ferroviario britannico.

Il secondo più grande servizio ferroviario per pendolari, South Western Railway, è anche minacciato di rinazionalizzazione a causa delle prestazioni spaventose e della costante minaccia di azioni di sciopero risultanti dal suo modo di trattare il personale, nonché dalle pessime retribuzioni e condizioni di lavoro.

Ideologia e realtà: lo scontro sulle nazionalizzazioni

Dopo aver seminato paure pre-elettorali, secondo cui Jeremy Corbyn e il Labour avrebbero nazionalizzato tutte le società sotto il cielo britannico come preludio per portare l’intera famiglia sotto la proprietà pubblica, i Tories sono stati straordinariamente rapidi a rinazionalizzare e a parlare della prospettiva di ulteriore nazionalizzazioni.

Questo, per alcuni aspetti, non sorprende: durante le elezioni, Boris Johnson ha dimostrato che non gli importava molto della verità o dell’onestà intellettuale, ma solo di infangare il Labour per aumentare i voti, seminando divisione e paura nell’elettorato.

Sfruttare i suoi Tories per un’inversione di marcia politica non ha molta importanza, perché questi non si preoccupano né della politica, delle inversioni a U, né della loro immagine pubblica.

Il ministro-ombra del trasporto del Labour, Andy McDonald, aveva ragione quando affermava: “Tutti i contratti ferroviari sull’orlo del fallimento dovrebbero essere presi sotto il controllo pubblico, come un passo importante verso l’unione di binari e treni” (la Gran Bretagna – come in Italia le Fs – hanno scorporato la gestione della rete ferroviaria dal servizio passeggeri e merci, ndr). Ha inoltre sottolineato che il governo avrebbe potuto intervenire molto prima per acquisire Arriva, la società che gestisce Northern Rail, rimettendola in sesto.

Arriva ha anche citato in giudizio il governo, come fanno molte altre aziende private, cosa che costa ai contribuenti altri milioni a causa dell’incompetenza dei Tories, oltre che per il ridicolo sistema privatizzato.

Tutto ciò dimostra la lenta inevitabilità della nazionalizzazione: due terzi dei cittadini sono favorevoli a riportare le ferrovie nella proprietà pubblica, compresi molti come me, che neanche ricordano un momento in cui non fossero privatizzate.

Persone di tutte le età usano il sistema ferroviario, vedono le tariffe esorbitanti, provano di persona quanti treni sono in ritardo o cancellati, i grandi sovraffollamenti, e sanno che qualcuno, da qualche parte, sta facendo soldi con il nostro disagio, su un servizio che di solito è di monopolio e che non ci lascia altra scelta che continuare ad usarlo.

Quando le aziende ferroviarie falliscono, lasciarle semplicemente collassare significherebbe rendere impossibile effettuare milioni di viaggi per lavoro o per visite a familiari e amici. Oltre alla perdita di produttività, farebbe infuriare ogni persona colpita. Il governo non può permettersi che ciò accada, quindi interviene per rinazionalizzare quando è necessario, indipendentemente dal contesto ideologico.

Ferrovie britanniche a pezzi

Man mano che sempre più franchigie vengono bloccate, sequestrate ​​e rinazionalizzate, la privatizzazione si dimostra un fallimento. L’insoddisfazione nei confronti del servizio è dilagante e, nonostante un consenso pressoché universale nel Regno Unito sul fatto che il cambiamento climatico sia un problema, spesso finisce per essere più economico prendere un volo molto breve rispetto a un treno a lunga percorrenza.

La maggior parte di quelli che lo fanno tendono ad essere viaggiatori regolari – la maggior parte delle persone non trova una buona idea prendere un volo da Londra alla Scozia – ma il costo del viaggio in treno, incluso la disastrosa ed esorbitante ristrutturazione del treno Caledonian Sleeper, rende tale viaggi più allettanti. Senza una ferrovia più economica e affidabile, il numero di voli nazionali non diminuirà mai e le compagnie private non avranno alcun incentivo ad abbassare le tariffe.

Ma anche il personale delle ferrovie merita di meglio. Sono schiacciati come i passeggeri: ogni volta che pensano di scioperare vengono demonizzati dalla stampa allo stesso modo del personale degli aeroporti. Per il fatto di scegliere razionalmente momenti di traffico particolarmente denso per scioperare, in modo da avere la massima leva negoziale, sono descritti sulla stampa unicamente come “vendicativi”, allo stesso modo che per gli scioperi di insegnanti o infermieri, come se i ferrovieri desiderassero personalmente “rovinare il Natale” ad altri.

In realtà, il personale delle varie franchigie ha sollevato preoccupazioni per le minacce alla sicurezza derivante dalla scarsezza del personale, i numerosi rischi per i passeggeri dei treni senza conducente, i bassi salari, le condizioni di lavoro più sfavorevoli e la cancellazione del pagamento delle ore di lavoro straordinarie. Se il governo desidera un servizio più affidabile, è un approccio molto più snello e razionale gestire unitariamente più franchigie e la forza lavoro con un approccio integrato.

Ma la rete ferroviaria ha bisogno di qualcosa di più di una semplice nazionalizzazione: ha anche bisogno di ingenti investimenti, infrastrutture molto migliori e di invertire i molti tagli ai servizi fatti in precedenza. Il paese è pieno di linee ferroviarie abbandonate grazie ai tagli delle tratte, che chiudono le linee e riducono i costi. Prima della decisione sulla Northern Train, il ministro dei trasporti Shapps ha affermato che la rinazionalizzazione della Northern Train comporterebbe anche l’abrogazione di alcuni tagli alle tratte, citando anche il collegio elettorale parlamentare della Blyth Valley – che alle elezioni generali è passata dal Labour ai Conservatori – come uno dei primi territori che potrebbero vedere una linea riaperta.

Questa è una politica molto cinica: l’intero Regno Unito ha bisogno di più linee ferroviarie e stazioni, non solo le aree dei Tories. Su vaste aree dell’Irlanda del Nord, della Scozia e del Galles spostarsi in treno è impossibile; e poiché l’obiettivo di qualsiasi governo ora dovrebbe essere quello di ridurre l’uso dell’auto, le infrastrutture di trasporto attraverso il Regno Unito devono essere considerate attentamente, con particolare attenzione a come la demografia e le esigenze sono cambiate negli ultimi anni. Riaprire una manciata di vecchie linee non cambierà molto; la chiave è pensare a dove le persone vogliono andare e cosa potrebbero fare se potessero arrivarci con i mezzi pubblici.

Nessuna pianificazione ferroviaria sarà effettivamente utile senza considerare anche gli autobus locali: anche se i costi individuali sono qui più piccoli, anche questo sistema è un disastro. Andare da un amico per la conferenza del Tory Party a Manchester, qualche anno fa, mi è costato circa 16 sterline, pagate a due diverse compagnie, per fare un breve viaggio di ritorno che ha coinvolto quattro autobus in totale. Lo stesso viaggio via Uber è durato 10 minuti, anziché più di un’ora, e costa solo 4 sterline a tratta. Il trasporto privatizzato ha rovinato l’esperienza del viaggio ma è anche profondamente disfunzionale, anche se gode ancora di finanziamenti pubblici.

La marea si sta inesorabilmente orientando verso la nazionalizzazione; anche i Tories non possono fermarla. Ma è importante riconoscere di cosa si tratta. Non segnala alcun cambiamento di ideologia da parte dei conservatori. Piuttosto, riflette un discreto riconoscimento del fatto che il capitalismo ha fallito nelle ferrovie del Regno Unito – e che, sì, il Labour aveva ragione: i trasporti e molte altre cose dovrebbero essere gestiti dal popolo per il popolo.

* da Jacobin Magazine

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1 Commento


  • michele

    molti anni fa circa 35 ho partecipato alla proiezione di un film inglese che denunciava l’inizio tragico della privatizzazione delle ferrovie inglesi.
    manutenzione al minimo della rete licenziamenti e incidenti mortali degli operai e sindacati sindacalisti delle ferrovie licenziati.
    insomma un film denuncia nei confronti delle iniziative politico industriali della Margaret Hilda Thatcher e del suo liberalismo …
    80. 90. 2000. 2010 .20020 , quanti anni sono passati e quanti soldi hanno ricavato i privati sulle vite di tutti gli inglesi…….
    e in Italia le privatizzazioni del liberismo mascherato di opportunità di un miglioramento della vita cosa ha di fatto migliorato ..
    il potere la ricchezza che ne determina forse si ne ha avuto un miglioramento….
    N.B. perdonate la grammatica ….. Michele

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