Il Sinn Féin ha incluso Gerry Adams nella sua squadra negoziale per formare il prossimo governo irlandese, alimentando i soliti tromboni sui “rinnovati sospetti” per i collegamenti del partito all’Ira provisional (protagonista della lotta armata contro gli inglesi, conclusa nel 1998 con gli “accordi del venerdì santo”, siglati da parte irlandese proprio dal Sin Fein guidato da Gerry Adams).
Il Sin Fein, com’è noto, è ora il primo partito dell’Eire, con il 24,5%, dopo le elezioni di qualche giorno fa, che non hanno detrminato alcuna maggioranza possibile, demolendo il “bipartitismo” tra le due destre del Fianna Fail e del Fine Gael.
Una nota informativa del partito, trapelata ieri, ha nominato Adams come negoziatore, ma ha sollevato domande sul perché non fosse nel primo elenco ufficiale.
La divulgazione della nota è arrivata mentre gli oppositori politici hanno provato a isolare il Sinn Féin, chiedendogli di rinunciare all’IRA, come precondizione all’avvio dei colloqui per formare un governo di coalizione.
Ieri, Micheál Martin, il leader del Fianna Fáil, ha accusato il partito di aver sostenuto una feroce campagna omicida settaria durante i Troubles e di rimanere ancora “sotto il dominio di figure oscure”.
Il commissario della Garda (la polizia irlandese), Drew Harris, è stato tirato nella mischia quando ha confermato che la polizia nazionale ha concordato con la PSNI (il corpo di polizia dell’Ulster, facente parte del Regno Unito) sul fatto che l’Army Council del Provos sia in pieno controllo del Sinn Féin e di quel che rimane della Provisional IRA.
Anche il taoiseach uscente (il presidente del consiglio, ndr), Leo Varadkar, ha sfidato la leader del Sinn Féin, Mary Lou McDonald, a rispondere alla domanda: “Perché McDonald non scioglie l’Army Concil – [l’organo decisionale dell’IRA] – e la Provisional IRA o, se non può, ripudiarli e recidere tutti i legami e farlo pubblicamente e inequivocabilmente?”. Il tutto in un qualsiasi tweet…
Le polemiche puntano a mettere il partito repubblicano sulla difensiva, due settimane dopo la vittoria del voto popolare alle elezioni generali dell’Irlanda.
Nessun partito ha una maggioranza generale nel parlamento, che rimane ancora sospeso, ma il Sinn Féin ha comunque ottenuto uno risultato storico, da quando Mary Lou McDonld ha ottenuto il maggior numero di voti per la carca di candidata taoiseach per il partito.
Varadkar ha intanto rassegnato le dimissioni da primo ministro, ma continuerà a fare il leader del Fine Gael fino alla formazione di un nuovo governo.
La svolta elettorale del Sinn Féin si è materializzata sulla promessa di costruire alloggi a prezzi accessibili, congelare gli affitti e sistemare l’assistenza sanitaria. Ma sullo sfondo c’è da sempre l’obbiettivo della riunificazione dell’Irlanda.
Tuttavia, Fine Gael, Fianna Fáil e Varadkar hanno escluso la formazione di un governo insieme al Sinn Féin, a causa di fondamentali differenze politiche e per i suoi collegamenti storici con l’IRA.
La scorsa settimana il partito ha nominato una squadra negoziale di quattro TD (deputati), senza far emergere il nome di Adams, che si è dimesso da leader nel 2018 e come TD questo mese.
In sintesi, il documento trapelato nominava altri quattro shinners di peso (shinner è il termine dispregiativo con cui vengono comunemente indicati i supperter del Sinn Fein). Tutti e quattro nomnati come negoziatori, tra cui Martin Lynch, che fu incarcerato negli anni ’80 per possesso d’armi e appartenenza all’Ira.
In un post sul suo blog intitolato “Il mito delle figure oscure”, Adams ha controbattuto affermando che il partito non ha nascosto i suoi consulenti e strateghi dietro le quinte.
“Molti hanno avuto relazioni lunghe e fruttuose con alti ministri e funzionari del governo irlandese e britannico mentre abbiamo tracciato una rotta dal conflitto, attraverso un processo di pace, fino alla fine del conflitto”, ha scritto.
Fonte: The Guardian
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