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Francia. Rinviata la decisione sull’estradizione di Vincenzo Vecchi

Volentieri pubblichiamo questo aggiornamento inviatoci da Viviana*, relativo alla vicenda giudiziaria di Vincenzo Vecchi. Un compagno, questo, perseguitato dallo Stato italiano per i fatti di Genova 2001.

Moltissimi ricorderanno l’assassinio del giovane Carlo Giuliani e la ferocia generale con cui le forze dell’ordine, allora sotto direzione politica del governo Berlusconi, repressero nel sangue la manifestazione internazionale di centinaia di migliaia di persone che protestavano contro la politica liberista dei G8.

Numerosi alti dirigenti della Polizia di Stato, compreso l’allora loro capo Gianni De Gennaro, si resero responsabili di una vera e propria mattanza, fatta di torture e abusi di ogni genere contro centinaia di fermati trascinati nei locali della scuola Diaz e della caserma Bolzaneto.

Nessuno dei responsabili di quegli atroci fatti alla cilena ha pagato nulla in termini giudiziari, ma in compenso hanno fatto brillanti carriere: uno su tutti, De Gennaro è dal 2013 Presidente della Leonardo.

Vincenzo da alcuni anni si è rifugiato in Francia per sfuggire ad una condanna penale pesante quanto assurda, che lo porterebbe ingiustamente in carcere per almeno una dozzina d’anni per un fantomatico reato di “concorso morale”.

Quest’oggi si sarebbe dovuta tenera in Francia l’udienza di Cassazione, poi rinviata a data da stabilirsi per via dell’epidemia covid19 scoppiata intanto anche là, in merito al Mandato di Estradizione Europeo (MAE) spiccato dalla magistratura romana.

Considerato come funziona la giustizia italica, la sua forte inclinazione persecutoria e segregazionista che sempre più si abbatte contro chi alza la testa di fronte alle ingiustizie economiche e sociali; considerato come i governi di destra e di sinistra degli ultimi decenni trattano i carcerati, come in questi giorni di emergenza sanitaria ne abbiamo avuto una significativa prova con l’assassinio di 13 detenuti che, assieme a migliaia di altri carcerati, si erano rivoltati per le condizioni di sovraffollamento aggravate dal pesante rischio imminente dell’epidemia da coronavirus; considerato il permanere della tortura dell’isolamento carcerario del 41 bis, c’è poco da essere tranquilli.

Auguriamo a Vincenzo di non essere instradato dalla Francia almeno finché qui in Italia non cambiano le cose in meglio con la nascita e sviluppo di un movimento forte per l’amnistia sociale e l’indulto.

La redazione di Napoli

No allo stato di polizia! No alle espulsioni! Vincenzo libero!

L’8 agosto 2019, nel corso di un’operazione congiunta tra la polizia italiana e quella francese sulla base di un mandato di cattura europeo, Vincenzo viene arrestato a Rochefort en Terre in Bretagna. Vincenzo viveva lì da anni dopo essersi sottratto ad una condanna spropositata, più di dodici anni di carcere, per aver partecipato al contro-vertice del G8 a Genova nel 2001.

Ricordiamo che dopo Genova ci sono state numerose carcerazioni preventive in un clima da caccia alle streghe e 10 manifestanti sono stati condannati a pene che vanno dagli 8 ai 15 anni di prigione per il reato di “devastazione e saccheggio”, da allora in poi sempre più applicato per reprimere le lotte. Vincenzo è uno di questi.

A sostegno di Vincenzo si sono creati più di 30 comitati in Francia che sono in costante mobilitazione, soprattutto a ridosso delle varie udienze.

Il 15 novembre 2019 la Corte d’Appello di Rennes libera Vincenzo sulla base di una irregolarità del Mandato di Arresto Europeo (MAE).

Il 18 novembre la procura generale francese non accetta questa decisione e fa ricorso.

Il 18 dicembre la Corte di Cassazione accetta il ricorso e rinvia la decisione sulla validità del MAE e quindi sulla espulsione di Vincenzo richiesta dall’Italia ad una nuova udienza presso la Corte di Appello di Angers fissata per il 23 marzo. Successivamente sarà possibile ricorrere in ultima istanza in Cassazione, richiesta o dall’accusa o dalla difesa.

L’udienza di lunedì 23 marzo é stata recentemente rinviata, in accordo col Procuratore, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, a data non definita, presumibilmente in autunno.

Questa udienza sarà l’ultima possibilità di annullare il MAE: i possibili scenari in termini legali e le riflessioni fatte in proposito dai Comitati francesi ed italiani sono:

1 – Se i giudici della Corte d’Appello di Angers confermano la decisione della Corte d’Appello di Rennes, il MAE può essere invalidato, e la giustizia francese negherà la consegna del compagno.

2 – Se la decisione confermerà quella presa dalla Corte di Cassazione, allora il MAE resterà valido, quindi le autorità francesi apriranno la strada alla giustizia italiana, consegnando Vincenzo alle autorità italiane.
Nei due casi, come già detto, resta comunque la possibilità di ricorrere in Corte di Cassazione e la decisione che quest’ultima prenderà farà giurisprudenza, nel senso che fino ad ora in merito ad un Mandato d’Arresto Europeo non si è mai arrivati fino a questo punto: il funzionamento del MAE è basato sulla sua rapidità d’azione, è uno strumento concepito apposta per fluidificare gli ostacoli che si interponevano tra gli stati UE e i loro rispettivi sistemi giudiziari attraverso la procedura d’estradizione. Nello specifico dell’”affaire Vincenzo” in termini giuridici (e quindi politici) ciò che è stato messo in discussione è la possibilità di difendersi: la Corte di Cassazione di Rennes ha sancito il fatto che la difesa di un avvocato nei due paesi in causa nel MAE, il mandante italiano e l’esecutore francese, non sia rilevante. Gli avvocati quindi in una procedura burocratica di questo tipo non hanno più un ruolo. Siamo perciò di fronte ad un chiaro attacco contro i più elementari diritti, un attacco alle libertà di tutte e tutti.

Alla luce di queste riflessioni, le iniziative di solidarietà dei Comitati francesi dopo il pronunciamento di dicembre della Cassazione di Rennes sono state numerose. Oltre agli abituali benefit, ai concerti, alle cene e alle sottoscrizioni, il lavoro di comunicazione e controinformazione è proseguito incessantemente, attraverso la produzione di comunicati, striscioni, il coinvolgimento di personalità del mondo della cultura, il costante aggiornamento delle comunicazioni attraverso i social network, la registrazione di trasmissioni per radio libere-indipendenti-locali, la realizzazione di adesivi da diffondere, ma soprattutto la nascita di un nuovo Comitato ad Angers, città dove si terrà l’udienza, con il quale sono già stati stretti legami, creati buoni rapporti e sintonie in termini di obiettivi comuni. Si tratta di un’esperienza interessante perché i vari Comitati sono tra loro eterogenei per età e per appartenenza sociale, ma attraverso il lavoro in sinergia stanno riscoprendo la bellezza della collettivizzazione degli spazi, degli sforzi comuni e delle lotte.

Per quanto riguarda invece il lavoro in Italia, soprattutto a Milano, ricordiamo in particolare l’ultima iniziativa sul MAE che si è svolta il 6 marzo presso il Centro Sociale Autogestito Transiti: una serata di controinformazione sul Mandato di Arresto Europeo, dialogando e confrontandoci anche con i Comitati francesi in collegamento audio-visivo che ci hanno raccontato la genesi e i principali obiettivi del nascente gruppo di lavoro sul MAE, una delle varie sotto-commissioni in cui si articolano i vari Comitati. Dalla serata è emersa l’idea di allargare i ragionamenti e le iniziative sul MAE anche ad altri paesi, organizzando una settimana a livello europeo per discutere e confrontarsi sulla tematica.

In attesa della prossima udienza, compatibilmente con le attuali difficoltà organizzative dovute all’emergenza sanitaria, è importante cercare di non smobilitare le lotte e la solidarietà, continuare ad essere attenti alla situazione di Vincenzo e mantenere la massima visibilità.

TUTTE E TUTTI LIBERI!

*Attivista solitale

Per contatti:

www.comite-soutien-vincenzo.org

www.sosteniamovincenzo.org

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