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Come Cuba anche il Venezuela è riuscito a ricacciare indietro gli invasori

Un tentativo di aggressione golpista è stato stroncato dalle autorità bolivariane. Il Ministro dell’Interno, Giustizia e Pace, Nestor Reverol, ha comunicato l’avvenuta “disarticolazione” di un’incursione di un gruppo terrorista, che ha tentato di raggiungere il Venezuela per via marittima. Tuttavia, per le modalità e il significato, si tratta di un segnale inquietante, che ricorda l’assalto de Playa Girón del 1961, conosciuto in occidente come Baia dei Porci, con cui il governo degli Stati Uniti cercò di rovesciare la Cuba di Fidel.

Infatti, come ha spiegato Reverol, l’obbiettivo di questa incursione era quello di infiltrare e commettere atti terroristi nel Venezuela, attraverso l’assassinio di leader del Governo Rivoluzionario, l’incremento della spirale di violenza, generare caos e confusione nella popolazione, con l’intento di causare, in definitiva, un colpo di stato. Questa organizzazione terroristica ha tentato di raggiungere le coste del Venezuela, nella località di La Guiara, ma grazie all’azione delle forze armate bolivariane non è riuscita nel proprio intento.

Manterremo l’allerta e la resistenza permanente dinanzi qualsiasi minaccia contro la nostra Patria e risponderemo in maniera contundente contro questi gruppi terroristi, che attentano alla nostra pace, che è e sarà la nostra principale Vittoria”, ha affermato Reverol.

Nel frattempo, il Presidente dell’Assemblea Costituente del Venezuela, Diosdado Cabello ha denunciato il coinvolgimento degli Stati Uniti in questa incursione, sottolineando come si tratti di un’azione contro “la nostra patria”. Inoltre, Cabello ha fatto sapere che, secondo le indagini, l’imbarcazione con i terroristi è partita dalla Colombia.

Uno dei morti nell’operazione, ha aggiunto Cabello, è il capitano Robert Colina, “alias Pantera”, segnalato come capo di campo paramilitare in Colombia. Inoltre, Colina era legato a Clíver Alcalá, recentemente deportato negli Stati Uniti, dopo essere stato accusato di traffico di stupefacenti e aver ammesso i suoi piani per mobilitare armi nel territorio venezuelano, con il sostegno del deputato dell’opposizione Juan Guaidó, per assassinare il presidente Nicolás Maduro e alti funzionari Chavismo.

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Una formazione mercenaria, fortemente armata e proveniente dalla Colombia, ha tentato di sbarcare in Venezuela. Con la chiara intenzione di realizzare attacchi terroristici, fra cui un attacco al Palazzo Presidenziale De Miraflores, è giunta in prossimità delle coste della Repubblica Bolivariana.

Tuttavia, l’attenta vigilanza da parte delle autorità Venezuelane e l’intervento delle forze armate rivoluzionarie sono riuscite a sventare questo tentativo di destabilizzare il paese”.

Lo afferma Luciano Vasapollo, economista e caposcuola marxista, che ha denunciato, a nome della Rete dei Comunisti, questo attacco sostenendo come la vigilanza debba essere continua.

Una parte della dotazione in carico ai mercenari. Come si vede, non si sono neanche preoccupati di togliere la bandiera dei loro mandanti

L’assalto terrorista, pur essendo stato sventato dalla solerzia delle forze rivoluzionarie bolivariane, dimostra l’arroganza e la persistenza dell’imperialismo nel voler dirottare il corso scelto dal popolo del Venezuela. I terroristi erano in possesso di un gran quantitativo di armi e erano pronti a fare qualsiasi cosa pur di destabilizzare il paese, cercando di creare le condizioni per un colpo di stato. Si tratta dell’ennesimo tentativo, sotto la regia di Trump e Pompeo, di destabilizzare il Venezuela”.

Cionostante – ha spiegato Vasapollo – la Repubblica Bolivariana continuerà la sua lotta per la cooperazione, la solidarietà e la pace”.

Le autorità venezuelane – osserva l’economista – hanno sottolineato come il paese abbia reagito con calma, mobilitando le forze sociali e di sicurezza e come il Paese sia pronto a ricacciare indietro qualsiasi tentativo di invasione”.

Vasapollo, che ha recentemente partecipato ad una tavola rotonda, in occasione del Primo Maggio, insieme ad Adán Chavez, fratello del Comandante Eterno Ugo Chavez e ambasciatore della Repubblica Bolivariana a Cuba e a Ramón Labañino, uno dei Cinque Eroi Cubani detenuto nelle carceri dell’Impero, ha spiegato come le forze reazionarie e l’imperialismo non riescono a sopportare l’esempio che il governo di Maduro sta dando durante questa pandemia, in cui il numero dei contagi è stato particolarmente ridotto e il sistema sanitario socialista ha retto bene l’urto.

“A differenza di quanto successo in Colombia, in Brasile e a Washington, i cui governi cercano in continuazione di destabilizzare il Venezuela. Non riuscendo a salvaguardare la propria popolazione, vogliono creare dei diversivi. Sono note le fantasiose accuse a Maduro delle settimane scorse – il Presidente era stato accusato in maniera volgare e ridicola di essere un narcotrafficante – e il blocco navale davanti le coste della Repubblica Bolivariana, decretato dagli Stati Uniti. In un momento in cui tutti gli sforzi della comunità internazionale dovrebbero essere diretti a sconfiggere la pandemia, si cerca evidentemente una nuova guerra”.

A nome della Rete dei Comunisti e di tutte le organizzazioni politiche e culturali che si riconoscono nella lotta all’imperialismo, e a nome ai compagni che sono attivi nel sindacato, Vasapollo ha voluto esprimere la massima solidarietà con il legittimo Presidente Maduro, con la Repubblica Bolivariana del Venezuela e con il popolo rivoluzionario chavista contro questo nuovo tentativo di golpe da parte di alcuni gruppi mercenari proveniente dalla Colombia, in combutta con gli Stati Uniti.

Questo attacco ricorda l’assalto di Playa Girón, rileva Vasapollo, in riferimento al “tentativo con cui i mercenari della Cia cercarono di abbattere il sogno rivoluzionario cubano. Tuttavia, Cuba riuscì a ricacciare indietro gli invasori e a smascherare la tigre di carta. L’intento dell’impero, in ogni modo, è sempre lo stesso, quello di sconfiggere le possibili alternative al modello basato sullo sfruttamento. Oggi più che mai, poiché la crisi del coronavirus sta dimostrando la fragilità e l’inefficacia del capitalismo nel proteggere la vita umana, è necessario difendere il popolo del Venezuela, sottoposto a un blocco criminale e a continui attacchi terroristici”.

* da Il Faro di Roma

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