Menu

Minneapolis. La polizia uccide ancora. E’ rivolta contro la brutalità verso i neri

Una persona è rimasta uccisa nelle proteste scoppiate a Minneapolis per la morte di George Floyd, il cittadino afroamericano ucciso lunedì scorso dalla polizia. I manifestanti si sono radunati davanti alla sede della polizia, dove gli agenti hanno eretto una barriera, presa di mira con lancio di oggetti, a cui le autorità hanno risposto con gas lacrimogeni. Guarda il VIDEO

 

Il video di George Floyd, un cittadino nero di 46 che urla “Non riesco a respirare” mentre un agente di polizia bianco di Minneapolis – Derek Chauvin – lo tiene bloccato a terra con un ginocchio sul collo, ha fatto il giro del mondo e suscitato le proteste in strada nello stato americano del Minnesota. George Floyd è morto lunedì suscitando l’indignazione dei membri della comunità e la rivolta dei giovani.

Il video mostra l’agente di polizia che blocca George Floyd, sul marciapiede con il ginocchio sul collo dell’uomo per diversi minuti.

L’avvocato per i diritti civili Ben Crump, che ha parlato mercoledì a fianco di Bridget Floyd, la figlia  diGeorge, ha affermato che ci sono ulteriori filmati “che non sono stati ancora visti dal pubblico” e gli sono stati inviati da altri presenti e dalle telecamere di sorveglianza aziendale.

Crump ha detto che, l’uso di “forza violenta, letale ed eccessiva” su Floyd è stato anche più inquietante del trattamento letale in circostanze analoghe che portò alla morte di Eric Garner a News York nel 2014, anche perché l’ufficiale è stato inginocchiato sul collo di Floyd per un massimo di nove minuti. “Nove minuti, mentre supplicava di respirare e chiedeva la sua vita”, ha detto Crump ai giornalisti.

L’avvocato ha detto che sperava che l’omicidio di Garner sarebbe stato un punto di non ritorno per l’equità del sistema giudiziario americano. “Non ci possono essere due sistemi giudiziari, uno per l’America nera e uno per l’America bianca”.

Per protestare contro l’ennesimo crimine della polizia,  centinaia di manifestanti martedi sera si sono radunati davanti all’edificio di Chicago Avenue, dove Floyd era stato bloccato a terra durante l’ arresto e hanno chiesto che i quattro agenti del Dipartimento di Polizia di Minneapolis (MPD) coinvolti siano accusati di omicidio.

I manifestanti sono stati caricati con gas lacrimogeni e granate lanciate dalla polizia per disperdere la folla, ma le proteste si sono materializzate anche al di fuori del quartier generale della polizia di Minneapolis. Durante le proteste i manifestanti hanno portato striscioni che recitavano “Non riesco a respirare” e “KK Kops”, con riferimento ai razzisti del Ku Klux Klan.

Proprio a Minneapolis, dopo che un agente di polizia aveva sparato e ucciso Jamar Clark nel 2015, gli attivisti avevano occupato il dipartimento di polizia locale per più di due settimane. Questo avvenimento aveva stimolato l’organizzazione stabile dei movimenti contro le brutalità della polizia che è continuato dopo che le telecamere erano state spente su quel caso.

Attraverso la lotta, organizzazioni come MPD150 e Reclaim the Block hanno spinto il sindaco e il consiglio comunale a trasferire oltre 1 milione di dollari dai dipartimenti di polizia alle comunità. Questa contesto ha probabilmente determinato la decisione senza precedenti del sindaco di Minneapolis di avere garanze che il capo della polizia abbia licenziato tutti e quattro i poliziotti responsabili dell’omicidio di George Floyd, quasi immediatamente dopo il decesso.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *