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La Cina vara una riforma sanitaria “all’italiana”; quella originaria

Ci siamo. Evidentemente doveva esserci Covid 19 per imparare la lezione.

Dopo i primi errori, riconosciuti dal governo, la Cina ha messo su un impressionante apparato per fermare l’epidemia. Ora va all’attacco.

La notizia la riporta il People’Daily del 5 giugno. Il 2 giugno Xi Jinping ha tenuto un discorso: la sanità è la priorità numero uno dell’apparato pubblico, coinvolgendo addirittura le stesse Forze Armate, non solo per prevenire l’epidemia, ma per creare un sistema sanitario pubblico all’avanguardia, centro focale della rinascita cinese.

Esso è visto come il fulcro dell’obiettivo di creare una società prospera nella nuova era, una precondizione dello sviluppo socio economico.

Non solo politica sanitaria, ma politica sociale sanitaria, dove la prevenzione acquista un ruolo fondamentale. A tal proposito Xi ha dichiarato che bisogna proteggere le vite e la salute del popolo ” a tutti i costi“.

Ci hanno messo un po’ di anni, ma i cinesi quando prendono una decisione sono risoluti, efficaci ed efficienti, mettono in moto un apparato formidabile.

Ora chi ci segue sa che sanità, pensioni, aumenti salariali, edilizia pubblica, trasporti sono parte integrante del salario sociale globale di classe. Per 11 anni il governo ha puntato maggiormente sugli aumenti salariali, tant’è che un operaio a Shanfghai ormai guadagna 1.000 euro.

Ma, essendo il sistema sanitario un po’ arretrato, rispetto, ad esempio a quello italiano, questi denari ingrossavano il tasso di risparmio in vista di spese sanitarie e pensioni.

Un mese fa le pensioni sono state aumentate. Ora tocca alla sanità.

Il tasso di risparmio in Cina è al 41,3%. Il Governo, alle prese con la guerra fredda con gli Usa, i quali stanno mettendo in piedi un cordone sanitario contro la Cina, non vuole dipendere in futuro dalle esportazioni, ma punta sul mercato domestico e sui consumi interni. Avendo un tasso di investimento del 40%, la strategia è puntare sulla diminuzione del tasso di risparmio, del relativo tasso di investimento e aumentare maggiormente il “tasso di consumo”.

Si avrebbe cioè lo scenario che si prospettò in Italia allorquando ci furono politiche abitative pubbliche e Tina Anselmi mise su il sistema sanitario pubblico.

Va da sè che, come in Italia, ciò implica formare e assumere milioni di infermieri, medici, Oss e personale amministrativo nella sanità, riuscendo a combattere la disoccupazione che sta aumentando anche in Cina a causa del crollo del commercio mondiale.

Un giorno il nostro Paese dovrà rendere onore a Tina Anselmi, la partigiana che fece grande il nostro Paese con la riforma sanitaria. E’ probabile che i cinesi l’abbiano studiata.

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1 Commento


  • Giuliano

    Il governo Cinese sta prendendo delle decisioni molto importanti per il benessere dei suoi cittadini. Il governo Italiano sembra essere in uno stato confusionale ma ben determinato nel perseguire la sua strada alla ricerca del consenso dei suoi cittadini e non del loro benessere. Peccato potremmo essere una gran bella nazione e invece siamo la nazione ” del tutto va bene madama la marchesa”

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