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Sputnik: il vaccino della competizione gobale

I simboli hanno un loro peso, anche nell’epoca della pandemia globale. La Russia ha prodotto un proprio vaccino contro il Covid-19 e lo ha emblematicamente chiamato “Sputnik V”, come il primo satellite lanciato nello spazio al tempo dell’Unione Sovietica e della competizione globale con gli Usa.

Ad annunciarlo è stato il presidente, Vladimir Putin, “Siamo i primi a riuscirci“, ha rivendicato Putin e per rassicurare sulla sua efficacia, il capo di Stato russo ha comunicato che tra le persone a cui è stata iniettata una dose del vaccino c’è anche una delle sue figlie. “So che è abbastanza efficace, che dà un’immunità sostenibile“, ha spiegato Putin in una video-conferenza con cui ha comunicato la notizia al mondo. Il siero è stato sviluppato dall’istituto di ricerca Gamaleya in coordinamento con il ministero della Difesa e altri organismi statali russi.

I test clinici sul vaccino Sputnik erano iniziati il 18 giugno scorso e hanno visti impegnati 38 volontari, che hanno sviluppato immunità al virus e che sono stati dimessi il 15 e il 20 luglio scorsi.

La produzione di massa del nuovo vaccino ha già avuto inizio presso il complesso industriale farmaceutico della AFK Sistema Binnopharm e ci si aspetta che nel primo anno vengano prodotti circa 500 milioni di dosi.

Un po’ come avvenne per il lancio del primo satellite nello spazio, l’annuncio del vaccino Sputnik è stato una doccia fredda sull’Occidente. Non sono pochi i ricercatori e gli scienziati in Occidente che hanno sollevato preoccupazioni sui tempi troppo rapidi dello sviluppo del vaccino russo. La preoccupazione è che i ricercatori abbiano ceduto alle pressioni delle autorità per la consegna, prendendo delle pericolose scorciatoie. 

Anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha avvertito che qualsiasi timbro di approvazione dell’Oms su un candidato vaccino anti-Covid-19 richiederà una “rigorosa revisione” dei dati di sicurezza. “Siamo in stretto contatto con le autorità sanitarie russe e sono in corso discussioni in merito alla possibile pre-qualificazione del vaccino da parte dell’Oms“, ha detto il portavoce dell’agenzia Onu, Tarik Jasarevic.

La Russia ha annunciato che la produzione industriale è prevista da settembre e che già 20 Paesi hanno fatto “ordini preliminari per oltre un miliardo di dosi“. La distribuzione del vaccino comincerà il primo gennaio 2021. Non solo. Insieme ad alcuni partner stranieri, la Russia è pronta a produrre 500 milioni di dosi all’anno in cinque Paesi. E oggi inizieranno i test della Fase 3 del vaccino su un elevato numero di persone.

E’ evidente come con la pandemia di Covid 19 che ha paralizzato l’economia globale, la corsa al vaccino sia diventata anche una competizione politica e militare. Mosca ha respinto le accuse di Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada secondo cui un gruppo di hacker collegato ai servizi di intelligence russi avrebbe cercato di rubare informazioni su un vaccino contro il coronavirus dai laboratori occidentali.

Le manipolazioni politiche sulla pandemia di Covid-19 e il bioterrorismo a fini opportunistici sono inaccettabili, ha detto oggi il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov in un’intervista al quotidiano “Argumenty i Fakty”. La crisi del Covid-19 “stimola naturalmente una maggiore attenzione al tema del bioterrorismo. Consideriamo assolutamente inaccettabile manipolare le questioni del coronavirus o del bioterrorismo per scopi opportunistici, comprese dichiarazioni provocatorie e campagne di informazione distruttive volte ad aumentare la pressione ideologica e morale su altri stati o organizzazioni internazionali, che ciò avvenga durante una pandemia o meno“, ha detto Lavrov.

Il responsabile del Fondo Russo per gli Investimenti Diretti, Kirill Dmitriyev ha denunciato “attacchi mediatici coordinati e attentamente orchestrati” volti a “screditare” il vaccino russo. “Dovremmo lasciare la politica alle spalle e goderci questo momento“, ha affermato il dirigente russo, aggiungendo che “Non stiamo forzando nessuno a usare questo vaccino“. 

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