Non solo in Libia, dove l’Egitto ha stabilito che Sirte è la linea rossa che non va valicata dalle forze di Tripoli sostenute dalla Turchia, ma anche in mare, il Cairo ha giocato le sue carte sulla propria Zona Economica Esclusiva, mettendosi di traverso ai progetti turchi.
Il parlamento del Cairo ha infatti dato il via libera all’accordo raggiunto tra Grecia ed Egitto proprio per la demarcazione dei confini marittimi delle rispettive ZEE nel Mediterraneo.
Com’è noto, l’area marittima oggetto dell’accordo è anche materia di contesa nel Mediterraneo orientale, al centro di tensioni con la Turchia.
La Grecia e l’Egitto hanno disegnato una Zona Economica Esclusiva, con il fine di consentire ad entrambi i Paesi di “massimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili”, con riferimento ai giacimenti di gas e petrolio nelle profondità marine.
Ma il patto tra Egitto e Grecia annullerebbe fattivamente quello stipulato dalla Turchia e dal governo libico di Tripoli, il 27 novembre 2019, anch’esso riguardante la rispettiva demarcazione delle Zone Economiche Esclusive. L’accordo turco-libici viene infatti giudicato da Atene e dal Cairo “illegale”, in quanto non in linea con le norme del Diritto internazionale.
Stando a quanto riferisce l’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della Luiss, nell’appendice del patto viene stabilito che la Zona Economica Esclusiva di ciascuna delle due parti sarà determinata dai punti A ad Est ed E a Ovest. L’area compresa entro tali confini sarà “vincolante e definitiva”, ma sarà possibile modificare le coordinate geografiche previo consenso tra le parti.
Inoltre, se uno dei due Paesi – Egitto o Grecia – avvierà trattative volte a definire la zona economica esclusiva con un Paese terzo, allora questo dovrà informare l’altra parte e consultarsi prima di raggiungere eventuali accordi.
Non da ultimo, in caso di scoperta di “risorse naturali”, comprese riserve di idrocarburi, “che si estendono dalla zona economica esclusiva di una delle parti alla zona economica esclusiva dell’altra parte”, i due Paesi coopereranno al fine di raggiungere un accordo sullo sfruttamento di tali risorse.
Come abbiamo riportato sul nostro giornale, in quest’area del Mediterraneo le tensioni stanno schizzando in alto. Il 10 agosto la Turchia ha inviato una flottiglia di navi militari a scortare la sua nave da ricerca sismica Oruc Reis, al largo dell’isola greca di Kastellorizo, per effettuare nuove esplorazioni energetiche.
L’Egitto dal canto suo è intervenuto contro la Turchia, affermando che le recenti rilevazioni sismiche, tra cui quella pianificata dalla Turchia tra il 21 luglio e il 2 agosto nelle acque del Mediterraneo orientale, avrebbero potuto potenzialmente invadere la zona economica esclusiva del Cairo.
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