Sono ormai quattro giorni che proteste antigovernative stanno investendo la capitale libica Tripoli e altre città della Tripolitania. Appena dopo l’annuncio del cessate il fuoco tra le due fazioni in guerra da anni (il governo di Tripoli e il governo di Tobruk), contrasti si sono manifestati all’interno del governo Sarraj, cioè quello “riconosciuto dalla comunità internazionale” e la gente è scesa in strada contro la corruzione del governo.
Le milizie legate al governo di Tripoli avrebbero sparato proiettili veri contro i manifestanti che da giorni inscenano proteste contro la corruzione nella capitale libica e in altre città sotto il controllo di Tripoli tra cui Misurata.
Il governo ha annunciato ieri sera l’imposizione di un coprifuoco totale di 24 ore al giorno nella capitale libica per quattro giorni, mentre nelle altre città della Tripolitania continuano le proteste contro il governo ritenuto “legittimo” dall’Onu.
Il coprifuoco di 24 ore rimarrà in vigore nella capitale anche venerdì e sabato per poi essere ridotto in seguito dalle 21:00 alle 6:00.
L’esecutivo di Tripoli ha giustificato la misura come un tentativo di contenere la diffusione dei contagi di coronavirus, tuttavia secondo diversi osservatori sarebbe un modo per bloccare sul nascere nuovi episodi di rivolta. Alcune fonti riferiscono che almeno sei manifestanti sarebbero rimasti feriti durante una manifestazione avvenuta ieri in Piazza dei Martiri nel centro di Tripoli e ci sarebbero arresti sia nella capitale che a Misurata.
La missione Onu ha chiesto l’apertura di un’indagine sull’utilizzo eccessivo della forza da parte delel forze di sicurezza del Governo di Tripoli. “Il diritto di riunirsi pacificamente, di protestare e la libertà di espressione sono diritti umani fondamentali che rientra tra gli obblighi della Libia sotto le leggi umanitarie internazionali”, si legge in una nota della missione. Le dimostrazioni, prosegue l’Onu, “sono motivate dalla frustrazione per le scarse condizioni di vita, le interruzioni dell’elettricità e dell’acqua, e la mancanza della fornitura di servizi nel paese”.
Le proteste in qualche modo si intersecano nello scontro politico apertosi da tempo all’interno del governo di Tripoli tra il premier Sarraj e il ministro dell’Interno Fathi Bashaga.
L’agenzia Nova riferisce che a Tripoli – dove le forze vicine al ministro dell’Interno sono molti forti – i manifestanti scandivano slogan contro Sarraj, mentre a Zawiya, dove il premier è più forte, ci sono stati slogan contro ministro dell’Interno.
Il premier di Tripoli Fayez al Sarraj, ha preannunciato un rimpasto di governo facendo ricorso alla dichiarazione dello stato di emergenza e ai relativi poteri straordinari. In un discorso televisivo, il premier ha detto che la selezione dei nuovi ministri sarà basata sulla “competenza, le capacità e l’incorruttibilità”. Se salta la testa di Bashaga c’è il concreto rischio che salti tutto, incluso il cessate il fuoco raggiunto pochi giorni fa con la fazione che fa riferimento al governo di Tobruk e al gen. Haftar.
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