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Stati Uniti. Si ferma anche lo sport contro le brutalità della polizia

Anche lo sport professionistico negli USA è entrato in campo, ma questa volta contro le uccisioni degli afroamericani da parte della polizia. Dopo l’ennesimo episodio di brutalità in divisa contro Jacob Blake (rimasto paralizzato dopo che gli agenti gli hanno sparato diversi colpi alle spalle), i giocatori del Milwaukee Bucks hanno boicottato la loro partita della Nba, seguiti a ruota da altre squadre di baseball, football e tennis. Un fatto accaduto molto raramente prima. 

In poche ore la protesta lanciata dai giocatori del Milwaukee, ha costretto l’NBA a rinviare altri due incontri in programma sempre ieri.

“Chiediamo giustizia per Jacob Blake e chiediamo che i poliziotti siano ritenuti responsabili”, ha detto George Hill dei Milwaukee Bucks, che ha letto da una dichiarazione preparata a nome dei suoi compagni di squadra. Quando poliziotto bianco di Minneapolis si è inginocchiato sul collo di George Floyd, asfissiandolo di fronte a testimoni in pieno giorno, Hill si è lamentato del fatto che il suo talento per il basket possa essere stato l’unica cosa a salvarlo da un destino simile. “Perché ciò avvenga”, ha continuato Hill con la dichiarazione del team, “è imperativo che la legislatura dello stato del Wisconsin si riunisca di nuovo dopo mesi di inattività e adotti misure significative per affrontare la responsabilità della polizia, la brutalità e la riforma della giustizia penale”

Accanto a Hill c’era Sterling Brown, anche lui vittima della stessa brutalità poliziesca. Nel 2018, un gruppo di agenti di polizia di Milwaukee lo aggredì con il taser perché aveva parcheggiato in doppia in un parcheggio e un poliziotto lo immobilizzò mettendogli un ginocchio sul collo. L’incidente divenne una fonte di imbarazzo pubblico per i funzionari della città, ma solo perché Brown, lui stesso figlio di un agente di polizia, era una stella nascente del basket. Un contratto con i Bucks era l’unica cosa che separava Brown da qualsiasi altro uomo di colore con una felpa con cappuccio. L’ufficio del procuratore della città aveva offerto a Brown 400.000 dollari nel tentativo di chiudere la causa civile intentata. Brown ha rifiutato e qui soldi si sono aggiunti ai circa 40 milioni di fondi pubblici che gli atti di brutalità della polizia sono costati all’amministrazione di Milwaukee dal 1958.

Dal basket la protesta si è estesa ad altre discipline, a partire dal baseball con i Brewers – di Milwaukee – che si sono rifiutati di scendere in campo contro il Cincinnati. Altre due partite di baseball (Mlb) sono state quindi rinviate. Lo stesso nel campionato di football nordamericano (Mls), dove cinque delle sei partite in programma sono state boicottate dai giocatori.

Infine dopo che la tennista giapponese Naomi Osaka ha deciso di non disputare la sua semifinale del torneo di Cincinnati, spostato però a New York, gli organizzatori dell’evento hanno deciso a loro volta di posticipare le partite in programma oggi a domani. “Il tennis prende posizione collettivamente contro la disuguaglianza razziale e l’ingiustizia sociale che è stata nuovamente portata alla ribalta negli Stati Uniti. La Federazione americana di tennis (Usta), i circuiti Atp e il Wta hanno deciso di riconoscere questo momento interrompendo il gioco”.

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