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“Togli il ginocchio dal mio collo”. Oggi la marcia a Washington

A Washington giungeranno oggi migliaia di persone da tutti gli Stati Uniti per ribadire che il razzismo non può avere alcuna legittimità, così come la violenza della polizia contro gli afroamericani.

La marcia arriverà al Martin Luther King memorial in West Potomac Park, ma dovrà tenere conto delle misure anti Covid e ci saranno limitazioni sulle persone che saranno ammesse sul piazzale.

Il 28 agosto è l’anniversario della famosa marcia convocata nel 1963 a Washington da Martin Luther King, ma al posto di King ci sarà il reverendo Al Sharpton, uno dei più noti leader della comunità afroamericana.

Sharpton durante i funerali di George Floyd a Minneapolis aveva chiamato a raccolta neri, bianchi, latini, arabi per dire basta alle ingiustizie e ad ogni forma di discriminazione. “Il 28 agosto, il giorno del 57/o anniversario della marcia su Washington – aveva annunciato Sharpton – torneremo a Washington. Torneremo questo 28 agosto per far rivivere e impegnarci di nuovo per quel sogno, quello di Martin Luther King”.

A guidare la marcia ci saranno i familiari delle vittime delle brutalità poliziesche, a partire da quelle di George Floyd, Eric Garner, Gayvon Martin, Ahmaud Arbery,  Breonna Taylor tutti afroamericani uccisi in episodi diversi dalla polizia.

L’evento di oggi – chiamato sullo slogan: Togli il ginocchio dal mio collo”, concluderà una settimana pesantissima, che ha visto l’ennesimo afroamericano quasi ucciso dalla polizia solo tre giorni dopo un’altra esecuzione a freddo da parte degli agenti. La protesta si svolge tra l’altro nel mezzo di una pandemia che ha colpito soprattutto gli afroamericani e i poveri degli Stati Uniti.

Inevitabile che la marcia assuma anche una valenza politica, vista la vicinanza alle elezioni presidenziali di novembre. In molti prevedono (o auspicano) un invito ad andare a votare che potrebbe favorire soprattutto Joe Biden, che ha già ricevuto l’endorsement di Sharpton.

Insomma uno scenario già visto di sovrapposizione tra le componenti moderate delle comunità nere e il partito democratico. Il massimo di questa sovrapposizione ha prodotto nel 2008 l’elezione di Obama, eppure le esecuzioni di afroamericani da parte dei poliziotti sono state ripetute e numerosissime anche durante i suoi due mandati.

 

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