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“L’accusa di frode elettorale contro Evo Morales è una stronzata”

E ora abbiamo i dati per dimostrarlo…

Il giorno dopo le elezioni boliviane, l’Organizzazione degli Stati americani (Osa) ha suggerito che il risultato era fraudolento – poi ci sono voluti mesi per fornire qualsiasi prova. Il mese scorso ha finalmente rilasciato i suoi dati – e i ricercatori del Center for Economic and Policy Research hanno trovato un errore di codifica di base che distrugge il caso dell’OSA contro Morales.

Il 20 agosto è stato un giorno che ha scosso un piccolo mondo di scienziati che avevano rinunciato – a parte le minacce legali – a dare un’occhiata ai dati e ai metodi dietro le analisi che hanno fatto cadere il governo boliviano.

Rallentati da ostruzionismi e specchietti per le allodole, i ricercatori erano riusciti a ricreare alcuni – ma non tutti – risultati presentati dall’Organizzazione degli Stati americani (Osa) nella sua causa contro la legittimità della rielezione di Evo Morales lo scorso 20 ottobre.

L’OSA aveva sostenuto, il giorno dopo il voto, che il conteggio preliminare conteneva un “inspiegabile cambiamento di tendenza” dei risultati preliminari, che aveva drasticamente sbilanciato il conteggio totale a favore di Morales.

Ma questa sua affermazione era dubbia, tanto per cominciare. Già il 22 ottobre abbiamo iniziato a sollevare seri interrogativi, suggerendo che il “cambiamento inspiegabile” era abbastanza prevedibile.

L’OSA avrebbe poi ribadito la sua affermazione sostenendo che il conteggio ufficiale conteneva anche una “pausa tardiva” a favore di Morales che “non può essere facilmente spiegata” dal consenso generalmente contadino di cui gode, in particolare perché secondo il conteggio ufficiale “i dati non riflettono il momento in cui i risultati sono stati riportati al TSE [Tribunal Supremo Electoral]”.

Questa premessa è del tutto errata; i voti delle principali città erano molto più probabili che venissero contati in anticipo, perché il conteggio ufficiale richiedeva la consegna a mano (piuttosto che la trasmissione elettronica) del materiale elettorale agli uffici del TSE.

A parte il ragionamento errato, i risultati dell’OSA erano introvabili.

Dieci mesi dopo è arrivata la rivelazione che alcune delle precedenti e sconcertanti conclusioni dell’OSA sono spiegate da un errore di codifica. L’OSA aveva segnato le timbrature sui fogli di conteggio in ordine alfabetico piuttosto che cronologico – distruggendo così il suo stesso racconto di un “improvviso cambiamento” nel conteggio ufficiale.

Ingiustamente costretto ad dimettersi

Il danno, ovviamente, era già stato fatto. L’11 novembre 2019, il presidente della Bolivia, Evo Morales – il suo mandato non è ufficialmente ancora terminato – si è dimesso dalla presidenza a causa delle accuse di frode.

Decisiva è stata la relazione dell’OSA, che aveva appena presentato le sue conclusioni preliminari in una verifica vincolante sulle elezioni del 20 ottobre. Questi risultati non sono stati favorevoli a Morales, mettendo in dubbio la sua vittoria ufficiale al primo turno.

I membri dell’opposizione, alcuni dei quali hanno sempre detto che Morales e il suo partito Movimento al Socialismo (MAS-IPSP) avrebbero tentato la frode per rimanere al potere, sono scesi in strada con una protesta violenta. Anche se Morales aveva accettato di annullare le elezioni, il capo dell’esercito gli disse che avrebbe dovuto dimettersi.

Si è così dimesso e si è imbarcato in un drammatico volo dalla Bolivia al Messico – ne è uscito vivo a malapena, secondo il ministro degli Esteri messicano.

Non è la prima volta che l’OSA utilizza statistiche scadenti per ribaltare i risultati elettorali. Nel 2010, l’OSA è intervenuta ad Haiti, chiedendo che il candidato al terzo posto potesse partecipare a un’elezione di ballottaggio con il candidato al primo posto, lasciando fuori il secondo classificato, che si è rivelato essere l’unico candidato non di destra.

Di certo, la sicurezza che riguardo le elezioni in Bolivia era insufficiente. A rischio di cadere nel benaltrismo, lo stesso si potrebbe dire di qualsiasi elezione negli Stati Uniti. Tuttavia, le conclusioni dell’OSA presentate a novembre erano altrimenti piene di insinuazioni, e assai poco dettagliate. L’OSA non ha presentato alcuna prova concreta che anche un solo voto sia stato alterato. Al contrario, ha offerto un’analisi statistica che lo specislista Andrew Gelman ha bocciato come “uno scherzo”.

Conclusioni addomesticate

Anche se l’approccio era dubbio e i risultati erano irriproducibili, almeno veniva presentato qualcosa. Il comunicato stampa dell’OSA, il giorno dopo il voto non aveva però presentato alcuna analisi di questo tipo – anche se ha certamente contribuito ad aumentare il volume delle proteste dell’opposizione.

In mezzo a grida di “frode”, membri di spicco del partito di Morales e le loro famiglie sono stati aggrediti o minacciati di morte. Il governo “ad interim” di Jeanine Áñez – ancora oggi al potere, dopo aver per tre volte rinviato le nuove elezioni – avrebbe poi citato i rapporti dell’OSA come la sua prova quasi esclusiva nella sua campagna per lo smantellamento del MAS.

Nonostante le ripetute richieste, l’OAS non ha offerto alcuna giustificazione per le proprie affermazioni. Questo, anche se i risultati sembravano in linea con i sondaggi pre-elettorali.

Con il conteggio preliminare completato all’84%, Morales aveva ricevuto più del 45% dei voti validi in una corsa tra nove candidati. Tuttavia, secondo la legge elettorale boliviana, questo non sarebbe stato sufficiente per vincere la corsa in modo definitivo: solo se avesse avuto la maggioranza assoluta, o un vantaggio di 10 punti sul secondo classificato, Carlos Mesa, Morales avrebbe evitato un ballottaggio al secondo turno.

Il vantaggio di Morales è aumentato costantemente con l’avanzare del conteggio preliminare. Questo non offriva alcuna ragione particolare per pensare che ci fosse qualcosa di strano.

Piuttosto, i fogli di conteggio delle aree favorevoli a Morales sono stati contati più tardi rispetto ai fogli di conteggio delle aree favorevoli all’opposizione, e questo è stato il caso di queste elezioni.

Immaginate di contare prima i voti di Los Angeles, New York City, Chicago e Washington, prima di considerare il Texas rurale, il Tennessee o l’Alabama. Nessuno si sorprenderebbe del fatto che l’inclusione delle aree repubblicane nel conteggio avrebbe costantemente ridotti il primo vantaggio democratico.

Poco prima dell’annuncio dei risultati preliminari parziali, non ufficiali, la sera del 20 ottobre, c’è stata un’ondata di voti contati da Santa Cruz – una culla del sentimento ostile a Morales che ha ammaccato le costanti buone notizie per il presidente in carica. In ogni caso, i fogli riassuntivi che restavano da contare provenivano da zone che avevano già mostrato, a conti fatti, una forte preferenza per Morales.

Quando il conteggio si è improvvisamente interrotto all’84% dei voti, il vantaggio di Morales su Mesa era di soli 8 punti percentuali circa. Ma quando i risultati preliminari sono stati riportati, il giorno dopo, con un altro 9% di voti scrutinati, Morales aveva (provvisoriamente) un vantaggio di 10 punti – e quindi poteva pregustare la sua vittoria al primo turno.

Questa vittoria era inspiegabile – “costruita nell’oscurità” – come suggerito dall’OSA? Era un cambiamento del destino, o inevitabile?

Il mio collega Jake Johnston ha rapidamente messo insieme un’analisi dei risultati nella capitale Cochabamba, dove l’altalena era particolarmente visibile. Analizzando i risultati per distretto, Jake ha mostrato che il sostegno di Morales prima e dopo l’interruzione del conteggio è cambiato poco; in gran parte, Morales è andato meglio, un po’ in ritardo, a Cochabamba, perché i distretti più favorevoli al presidente uscente sono stati – per qualsiasi motivo – contati in seguito.

Un approccio più rigoroso su tutta l’elezione, suggerito da John Newman, sembra dimostrare la stessa cosa: nella località di Cochabamba, Morales stava effettivamente sottoperformando, in ritardo, quando quel mix di distretti è stato conteggiato.

Così è andata così per tutta l’elezione. Coerentemente, gli studi hanno dimostrato che, una volta tenuto conto della diversa composizione sociale ed elettorale dei distretti, prima e dopo l’interruzione, la vittoria di Morales era prevedibile.

La verifica finale dell’OAS

Le analisi dell’OAS sono state caratterizzate da un fermo rifiuto di considerare tali differenze intra-geografiche, presumendo – contrariamente a tutte le prove – che il supporto di un candidato debba essere più o meno uniforme durante tutto il conteggio.

La relazione finale dell’audit dell’OAS del 4 dicembre è stata esplicitamente distorta per mettere in dubbio la vittoria di Morales al primo turno. Il team di revisione ha espressamente cercato irregolarità sui fogli di conteggio che favorivano fortemente Morales – giustificando questa ricerca selettiva basata su presunte prove statistiche che la vittoria di Morales era “inspiegabile”.

Tuttavia, le prove statistiche presentate nell’audit dell’OSA non erano semplicemente poco convincenti; l’analisi era completamente sbagliata. L’analisi si riduceva a due punti.

In primo luogo, l’OAS ha sostenuto che l’ultimo 5% dei voti nel conteggio preliminare non ufficiale mostrava “una sorprendente tendenza al rialzo… che è molto diversa”. Tuttavia, non è insolito che le oscillazioni tardive in un conteggio si rivelino decisive. Come osservato in una lettera aperta scritta da economisti e statistici:

Non è raro che i risultati delle elezioni siano altalenanti in base alla località, il che significa che i risultati possono cambiare a seconda del momento in cui vengono contati i voti delle diverse aree. Nessuno ha sostenuto che ci siano stati brogli nelle elezioni governatoriali del 16 novembre in Louisiana, quando il candidato democratico John Bel Edwards, dopo essere rimasto indietro tutta la notte, ha ottenuto la vittoria con uno scarto del 2,6%, perché ha vinto il 90% dei voti nella contea di Orleans, che è arrivato alla fine del conteggio”.

L’ordine in cui sono stati resi pubblici i risultati preliminari è stato leggermente diverso dall’ordine in cui li considera Irfan Nooruddin (l’autore delle analisi statistiche dell’OSA). Molte schede riassuntive sono state trascritte durante il conteggio, ma sono state poi accantonate per una successiva approvazione.

Quelle approvate alla fine tendevano ad essere molto più rappresentative dell’intera elezione – persino sfavorevoli a Morales. In ogni caso, la tendenza al rialzo dei dati di Nooruddin era prevedibile sulla base dei dati precedenti, perché le sue schede di conteggio in ritardo provenivano da aree rurali che avevano mostrato un forte sostegno a Morales.

In secondo luogo, Nooruddin ha sostenuto che questa constatazione è rafforzata dal fatto che l’ultimo 5% dei voti nel conteggio ufficiale era incoerente con il precedente 95” e anche il penultimo 5%.

In particolare, l’OAS ha presentato dei grafici che mostrano che la quota di voto di Morales è aumentata notevolmente dopo il 95%, mentre quella di Mesa è crollata.

Ma questi risultati sono stati completamente introvabili. Fino al 19 agosto.

Un passo avanti

Per settimane, dopo la pubblicazione del rapporto dell’OSA, i ricercatori avevano tentato senza successo di replicare questi risultati utilizzando dati disponibili al pubblico. L’Osa ha ignorato le richieste di avere i dati e una spiegazione suii suoi metodi, ma ci sono state due “bandiere rosse” a suggerire che la sua analisi presentava gravi errori.

In primo luogo, l’OSA ha concluso la sua verifica con i risultati di una “analisi interna” che contraddiceva direttamente i grafici. Quella tabella implicava che Morales aveva ottenuto risultati migliori – non peggiori – del penultimo 5% rispetto agli ultimi 5. In secondo luogo, la tabella soprastante ha scomposto i risultati per dipartimenti selezionati (equivalenti agli stati degli Stati Uniti). Nessuno di questi numeri sembrava avere senso.

Non si trattava di una semplice differenza tra dati pubblici e dati interni ufficiali. Il 25 maggio ho finalmente ricevuto i dati direttamente dal TSE; anche in questo caso, Cochabamba era stato contata interamente prima di raggiungere il 95% del totale dei voti.

La svolta è arrivata solo il 19 agosto. Fu allora che Nooruddin inviò la sua serie di dati a un archivio di Harvard. Ordinando i fogli di conteggio in base a questa variabile progressiva, tutto sembra a posto, tanto per cominciare. Ma la transizione dal 20 ottobre al 21 ottobre si differenzia.

Poco prima che Nooruddin annunciasse che il conteggio aveva raggiunto l’11 per cento, i timbri orari saltano dalle 23:59 alle 01:00. È possibile che ci sia stata una pausa di un’ora? No. I fogli di conteggio sono stati timbrati alle 12:00 del mattino del 21, ma erano in fondo alla lista – appena oltre il 61%, subito dopo la data del 61%, immediatamente tra le 23:59 e le 12:00.

Era chiaro quello che Nooruddin aveva fatto. I suoi timbri temporali erano formattati come stringhe – lettere e numeri; quando ordinava i suoi fogli di conteggio, lo faceva in ordine alfabetico e non cronologico. Nooruddin aveva ordinato ogni giorno a partire dalle 01:00 del mattino, procedendo fino alle 01:00, 01:01 e così via fino alle 12:59 e concludendo infine alle 12:59.

Le dichiarazioni dell’OSA contro la legittimità dei risultati elettorali erano originariamente incentrate su quello che considerava un inspiegabile cambiamento nell’andamento dei voti nel tempo. Ma le analisi di Nooruddin non riflettono una comprensione reale dell’ordine in cui sono stati contati i fogli di conteggio.

Il suo “primo 95%” comprendeva i fogli di conteggio fino alle 22:55 del 22 ottobre, ma il suo “ultimo 5%” comprendeva i fogli di conteggio già alle 12:19 – ore prima. Ordinando i fogli di conteggio in ordine cronologico, la variabile di progressione di Nooruddin è dappertutto.

Resistenza all’esame

Il fatto è che l’OSA non è ancora abituata a questo tipo di scrutinio, poiché di solito lo affronta con un’aria di autorità. Come altri che hanno potere con questo falso senso di sicurezza, l’OSA ha di nuovo raddoppiato la sua difesa dello studio. Su Twitter, Gerardo de Icaza – direttore delle osservazioni elettorali dell’OSA – ha elogiato Nooruddin come “uno dei migliori statistici elettorali del mondo” e ha insistito falsamente sul fatto che i suoi risultati “tenessero”.

Questo è stato il costante modello di comportamento dell’OSA in risposta a qualsiasi critica al suo rapporto: quando i dati non sono sufficienti, ignorano semplicemente le prove e si scagliano contro i critici. Quando il New York Times ha fatto in modo che diversi accademici valutassero le prove statistiche e pubblicassero la loro conclusione – che la presentazione di Nooruddin era errata – il segretario generale dell’OSA Luis Almagro ha sferrato un durissimo attacco al NYT.

Altri con una certa influenza all’interno di Washington, come l’International Crisis Group e il direttore di Human Rights Watch per le Americhe, José Miguel Vivanco, hanno preso atto del comportamento sempre più irregolare di Almagro.

Il segretario generale dell’OSA ha attirato l’attenzione anche dell’Ufficio di Washington sull’America Latina, che è stato a lungo critico nei confronti di molti dei governi di sinistra dell’America Latina. Almagro ha recentemente minato l’indipendenza della Commissione interamericana per i diritti umani – il braccio autonomo dell’OSA per i diritti umani – ostacolando unilateralmente il proseguimento del mandato di segretario esecutivo di Paulo Abrão.

La Commissione ha criticato il regime di fatto in Bolivia per i suoi abusi – un regime che probabilmente non avrebbe detenuto il potere, se non ci fosse stato l’intervento dell’OSA sulle elezioni.

È chiaro che il marciume è profondo. Non è stato solo un lapsus. Non è stata solo un’analisi statistica indifendibile, per delegittimare ufficialmente un’elezione. Non è stata solo una verifica. Non si è trattato di un’indagine scientifica obiettiva sulle elezioni, ma di un modo per difendere un’analisi indifendibile elaborata in anticipo.

L’OSA sotto Almagro è ora visibilmente fuori controllo. La sua missione apparente è quella di sostenere l’”ordine internazionale”. Dovrebbe invece cominciare ad abbandonare la secolare attività di ingerenza degli Stati Uniti nell’emisfero occidentale.

* da Jacobin

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2 Commenti


  • Alfredo

    La frode contro Morales e il suo partito è stata eclatante e manifesta fin dal primo momento. D’altra parte la questione verteva su un mero 0,5 %, quello che poi era sufficiente a Morales per avere il vantaggio del 10% sul secondo candidato. Accettare, così come ha fatto la comunità internazionale occidentale, che una elezione di quel genere, con quel vantaggio di Morales, fosse annullata soltanto per una quantità di voti irrisoria, questo manifesta la predeterminata volontà dei paesi occidentali di eliminare tutti Morales a tutti i costi. Naturalmente, tutto questo ( e tante altre cose che sono avvenute negli ultimi 20 anni) non sarebbe stato possibile senza una stampa e un giornalismo in Occidente completamente asservito ai governi. Di questa schiera di giornali asserviti fa parte anche il New York Times. All’inizio sostengono a spada tratta la versione truffaldina e golpista e poi a cose fatte, quando non si può tornare indietro, si ripuliscono l’immagine con qualche articolo veritiero. Ricordo che nei giorni del golpe contro Morales leggevo una famosa rivista tedesca, die Zeit, e rimasi letteralmente basito non soltanto per la mancanza di ogni forma di analisi critica, anche elementare, nel riproporre la versione del presunto broglio da parte del governo di Morales, ma anche per la presenza di articoli chiaramente faldi e falsificato. Addirittura un articolo era una vera e propria apologia dell’intervento dei militari.


    • Redazione Contropiano

      in ogni guerra, la prima vittima è l’informazione… prepariamoci.

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