Come primo argomento della ripresa dell’agenda politica nazionale, Macron ha scelto -a sorpresa di tutti – il lancio della filippica contro quello che lui chiama “separatismo islamista” e che di fatto descrive come un vero e proprio tentativo di “colpo di stato islamista”.
La stessa scelta di questo argomento fa pensare a un gioco di distrazione di massa, ma anche che è così che prepara la sua rielezione, togliendo voti alla destra e agitando di nuovo la necessità di puntare su di lui per raccogliere il voto dei tanti laici che, da un bel po’, scivolano verso un integrismo non meno estremo di quello del sovranismo americano e del resto d’Europa.
Togliendo ogni ambiguità, Macron ha detto: “In questo islamismo radicale c’è una volontà rivendicata, sfrontata, un’organizzazione metodica contro le leggi della Repubblica e per creare un ordine paralelo”; “lo scopo finale di tale organizzazione metodica è di prendere il controllo completo della società”. In altre parole Macron lancia l’allarme di un pericolo di “colpo di stato islamista”.
Così, anziché parlare dei problemi sanitari, economici e sociali urgenti, Macron aizza la crociata contro un islamismo che in Francia sembra avere dei singulti con azioni di follia individuale proprio come reazione al delirio dell’integrismo repubblicano dei pseudo-laici francesi, che trova così comunione d’intento con la destra fascista e razzista.
Non è un caso che in questi ultimi mesi il dibattito pubblico sia stato saturato (e distratto) da discussioni sulla necessità di vietare il «certificato di verginità», la poligamia e il velo o chador. Discussioni sovente alimentate da membri del governo, come il ministro della pubblica istruzione e la ministra della cittadinanza.
Macron ha promesso che per il 9 dicembre sarà pronto un progetto di legge apposito per la lotta al separatismo islamista e ha anticipato che seguirà una strategia di cinque direttrici.
Prima misura sarà l’istituzione dell’obbligo di istruzione nelle scuole pubbliche a partire da 3 anni. L’istruzione a domicilio sarà “strettamente limitata a motivi sanitari certi”. Ha escluso che gli impiegati dei servizi pubblici “manifestino le loro credenze religiose con segni esteriori, in particolare vestimentari” (il velo, insomma, cosa che per esempio è del tutto normale nel Regno Unito per qualunque dipendente della pubblica amministrazione e anche della polizia di frontiera).
Macron ha annunciato anche la sua volontà di dispiegare un “dispositivo antiputsch molto robusto contro gli estremisti nelle moschee”, con l’obiettivo di “evitare che questi sfruttino le debolezze delle regole dello Stato per prendere il controllo delle associazioni di culto e delle moschee, per predicare e organizzare il peggio. Perciò la legge stabilirà un controllo serrato sulle associazioni di culto al fine di eliminarne ogni opacità mentre promuoverà con il Consiglio francese del culto musulmano (CFCM) un islam delle Lumières”.
Macron ha detto anche: “noi stessi abbiamo costruito il nostro separatismo, quello dei nostri quartieri, la ghettizzazione all’inizio con le migliori intenzioni […] abbiamo concentrato le difficoltà educative ed economiche in certi quartieri”. E ha evocato en passant il passato coloniale e i traumatismi che la Francia non ha sempre risolto, come la guerra d’Algeria.
Marcon promette quindi una “profonda riforma in materia di alloggi sociali”, ma probabilmente è una promessa agli speculatori, vista la sua continua politica a favore del privato.
L’insicurezza culturale secondo Macron si sposa con la guerra integrista e diventa infatti la priorità della sua nuova campagna elettorale.
Ovviamente la destra chiede ancora di più… e la sinistra si limita a lamentare la nuova “stigmatizzazione della comunità musulmana”, senza però denunciare che questo integrismo pseudo-laico macroniano aizza alla guerra contro il nemico interno.
vedi:
– https://www.mediapart.fr/journal/culture-idees/080920/separatisme-itineraire-d-un-mot-charge
– http://www.lavoroculturale.org/la-controversia-fra-integristi-universalisti-e-antirazzisti
* da https://www.lafionda.org/
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