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Oro venezuelano bloccato da Londra: Maduro vince l’appello

Dura sconfitta in tribunale, a Londra, per i governi britannico e statunitense. Si tratta della causa d’appello sulla legittima richiesta del governo venezuelano di avere piena disponibilità di una certa quantità di lingotti d’oro depositati presso la Banca d’Inghilterra.

In primo grado il giudizio era stato negativo, visto che il governo conservatore di Boris Johnson (così come quello precedente di Theresa May) riconosceva la giunta-fantoccio di Juan Guaidò. E tutti avevamo compreso che quella era solo una scusa per tenersi l’oro.

Ma pare che a Londra ci siano ancora dei giudici che rispettano le leggi internazionali…

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Una corte d’appello britannica si è pronunciata a favore del governo venezuelano di Nicolas Maduro, e ha detto che la causa legale per il futuro di un miliardo di dollari in oro custodito nelle casseforti della Banca d’Inghilterra dovrebbe essere riconsiderata.

I giudici lunedì hanno ribaltato una sentenza della corte d’appello con cui il Regno Unito aveva inequivocabilmente riconosciuto il leader dell’opposizione Juan Guaidò come presidente ad interim. “Le dichiarazioni del governo su Guaidò potrebbero non aver rispecchiato la realtà sul terreno”, hanno detto i giudici guidati dal giudice Stephen Males.

Il riconoscimento del Regno Unito “è a mio avviso ambiguo, o comunque tutto meno che inequivocabile”, ha detto Males nella sentenza.

La banca centrale venezuelana ha citato in giudizio la Bank of England (BOE) per aver accesso all’oro, che si trova in un limbo da quando – l’anno scorso – i funzionari statunitensi hanno fatto pressione sulle controparti britanniche per bloccare il tentativo di Maduro di ritirare quei beni.

Il governo del Regno Unito l’anno scorso ha dichiarato di riconoscere Guaidò come presidente ad interim del Venezuela fino a quando non si potranno tenere nuove e credibili elezioni. Ma il giudice Males ha detto che al Ministero degli Esteri dovrebbe essere chiesto di chiarire se accetta che Maduro eserciti il potere sul campo come presidente.

“La sentenza della corte inferiore ha portato ad una situazione completamente irrealistica”, ha detto Sarosh Zaiwalla, un avvocato della banca centrale nominata da Maduro. All’amministrazione che controlla la zecca e le operazioni quotidiane della banca centrale di Caracas, “è stato detto che non potevano più trattare con depositi molto consistenti della banca centrale di Londra”.

* da Bloomberg

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