Un nuovo rapporto ha rivelato che le autorità educative dell’Arabia Saudita hanno ordinato la rimozione di quantità significative di materiale antisionista dai libri di testo per il prossimo anno scolastico, in un chiaro segno che il regno sta lavorando alla piena normalizzazione con Israele.
Sono stati rimossi diversi contenuti inclusi quelli che affermano che gli ebrei, identificati come “forze sioniste”, usano metodi malvagi per raggiungere i loro fini e controllare il mondo. Inoltre, è stato rimosso anche un capitolo chiamato “il pericolo sionista”, che delegittimava il diritto di Israele all’esistenza e trattava il complotto del regime per espandere il suo territorio dal Nilo all’Eufrate.
I funzionari sauditi stanno gradualmente cambiando l’atteggiamento pubblico verso Israele, gettando le basi per un processo che potrebbe culminare in piene relazioni bilaterali.
Il 23 novembre, un membro del gabinetto di Benjamin Netanyahu e del partito Likud hanno confermato i rapporti secondo cui il primo ministro israeliano era volato in Arabia Saudita per un incontro “clandestino” con il principe ereditario Mohammed bin Salman e il segretario di Stato americano Mike Pompeo. Anche la radio pubblica israeliana Kan e la radio dell’esercito hanno riferito che anche il capo del Mossad, Yossi Cohen, ha partecipato all’incontro.
L’incontro rappresenta il primo tra alti funzionari israeliani e sauditi, tra i tentativi di Pompeo di convincere il regime di Riyadh a seguire i suoi vicini, Emirati Arabi Uniti (Eau) e Bahrain, nello stabilire relazioni diplomatiche formali con Israele.
Dopo la firma del 15 settembre degli accordi di normalizzazione tra Israele e Emirati Arabi Uniti e anche il Bahrain, il 23 ottobre alla Casa Bianca, il presidente Donald Trump ha annunciato che anche il Sudan e Israele avevano deciso di normalizzare le relazioni.
Trump ha concluso l’accordo durante una telefonata con Netanyahu, il primo ministro sudanese Abdalla Hamdok e il presidente del Consiglio di Sovranità, tenente generale Abdel Fattah Abdelrahman al-Burhan.
Il ministro degli Esteri in carica del Sudan, Omar Gamareldin, tuttavia, ha affermato che l’accordo dipenderà dall’approvazione del suo consiglio legislativo ancora in fase di formazione. Non è chiaro quando l’assemblea sarà costituita in base a un accordo di condivisione del potere tra ufficiali militari e civili del Paese africano.
Il Marocco, in un accordo mediato dall’amministrazione uscente di Trump, è diventato quest’anno il quarto Stato arabo a concludere un accordo di normalizzazione con Israele. Come parte dell’accordo con il Marocco annunciato la scorsa settimana, Trump ha accettato di riconoscere la sovranità del Marocco sul Sahara occidentale.
L’Algeria, tuttavia, ha respinto la posizione di Trump, affermando che il passo minerebbe gli sforzi per porre fine al conflitto decennale sul territorio desertico.
Gli accordi di normalizzazione hanno suscitato una condanna diffusa da parte dei palestinesi, che lottano per uno Stato indipendente nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza, con Gerusalemme come capitale. Questi accordi rappresentano solo l’ennesima violazione dei diritti del popolo palestinese.
* da Il Faro sul Mondo
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