Il blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba lascia, alla fine di questo 2020, danni senza precedenti, soprattutto a causa dell’intensificarsi, con un colpo di coda, della politica ostile nei confronti dell’isola caraibica da parte dell’amministrazione Trump.
Anche nel difficile contesto della pandemia di Covid-19, il governo degli Stati Uniti ha intensificato le misure del bloqueo contro Cuba, un “atto di guerra economica” come lo ha definito il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, durante la presentazione del rapporto sugli effetti del blocco a Cuba.
L’aggressività delle misure del governo statunitense contro Cuba ha raggiunto livelli senza precedenti: l’aumento della persecuzione delle transazioni finanziarie e commerciali, il divieto di volo dagli Stati Uniti a tutte le province cubane, ad eccezione dell’Avana, la persecuzione e l’intimidazione delle compagnie che inviano rifornimenti di carburante all’isola e la campagna di discredito contro la cooperazione medica cubana ne sono alcuni esempi.
Il ministro Rodríguez Parrilla ha denunciato l’attuazione di nuove misure da parte del governo statunitense contro Cuba; in particolare, questo lunedì tre nuove entità cubane sono state incluse nella “lista nera” dell’Office of Foreign Assets Control (OFAC, agenzia di intelligence finanziaria del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti), come ha annunciato il segretario di Stato USA, Mike Pompeo.
“Rifiutiamo le nuove misure di blocco annunciate da Pompeo. Cuba andrà avanti, non importa quante entità saranno incluse in queste liste spurie. Ogni azione di politica estera degli Stati Uniti rafforza l’isolamento e il discredito internazionale a cui Trump e il suo team l’hanno condotta”, ha dichiarato Rodríguez Parrilla su Twitter.
Oltre alle tre entità cubane – il Grupo de Administración Empresarial S.A. e le controllate Financiera Cimex S.A. e Kave Coffee S.A. – l’OFAC ha imposto sanzioni anche nei confronti di tre cittadini nicaraguensi – Marvin Ramiro Aguilar, Walmaro Antonio Gutiérrez e Fidel de Jesús Domínguez – con l’assurda motivazione, avanzata da Pompeo, di porre fine a pratiche economiche che “avvantaggiano in modo sproporzionato” governi come quelli di Cuba e del Nicaragua.
Quest’anno, la lista delle entità cubane soggette a restrizioni era stata aggiornata due volte: una volta a giugno, quando sono state aggiunte sei entità e una è stata modificata, e di nuovo a fine settembre, quando è stata aggiunta la società American International Services (AIS), che si occupa dei trasferimenti di denaro a Cuba.
Già a febbraio era entrato in vigore il nuovo regolamento della società statunitense Western Union, che ha eliminato la possibilità di inviare rimesse a Cuba da paesi terzi, in modo che queste potessero essere ricevute solo dagli Stati Uniti.
L’applicazione extra-territoriale di questo meccanismo coercitivo è peggiorata nell’ultimo anno, in quanto l’OFAC ha imposto 12 sanzioni a soggetti statunitensi e di paesi terzi per un valore di oltre 2,4 miliardi di dollari.
Da aprile 2019 a marzo 2020, il blocco ha causato a Cuba perdite dell’ordine di 5,57 miliardi di dollari. Ciò rappresenta un aumento di circa 1,226 miliardi di dollari rispetto al periodo precedente. A prezzi correnti, i danni accumulati durante quasi 60 anni di applicazione del criminale bloqueo ammontano a 144.413,4 milioni di dollari.
Inoltre, per la prima volta dal 1996, per decisione del Dipartimento di Stato USA, è stato attivato il titolo III della Legge Helms Burton. Secondo questa legislazione, al 31 marzo 2020 sono state presentate circa 25 cause legali, di cui tre sono state ritirate e 22 sono ancora in corso, che riguardano aziende statunitensi e di paesi terzi che hanno fatto o stanno facendo affari con Cuba.
Secondo i recenti dati del Ministero degli Esteri cubano, tra il 2019 e il 2020 Washington ha applicato 17 misure coercitive per impedire a statunitensi e cubani che vivono negli USA di viaggiare via aereo verso Cuba, estendendo ulteriormente le già vigenti restrizioni di viaggio verso l’isola.
Nel corso di quest’anno sono stati sospesi anche tutti i voli charter privati tra gli Stati Uniti e Cuba verso gli aeroporti provinciali, ad eccezione di quelli autorizzati verso la capitale de L’Avana per scopi medici d’emergenza, di ricerca e salvataggio e di quelli considerati di interesse per gli Stati Uniti. Inoltre, a febbraio, Trump aveva rinnovato il decreto di emergenza nazionale sulla regolamentazione dell’ancoraggio e del movimento delle navi rispetto a Cuba.
In questo anno che si sta concludendo, spicca la creazione di una nuova lista di alloggi proibiti a Cuba, oltre alla limitazione dell’importazione di alcolici e prodotti del tabacco di origine cubana negli Stati Uniti e al ritiro dell’autorizzazione per le persone soggette alla giurisdizione degli Stati Uniti a partecipare o organizzare incontri o conferenze professionali a Cuba.
Come scrive Raúl Antonio Capote, “il blocco è parte essenziale della strategia per porre fine alla Rivoluzione Cubana” attraverso il “manuale di guerra non convenzionale della CIA” che applica rigorosamente nei confronti di Cuba la formula “guerra economica + campagna di propaganda + attivismo politico controrivoluzionario + offensiva diplomatica straniera” deve portare alla destabilizzazione del Paese.
L’aggressione economica è una parte essenziale della strategia di sovversione politica condotta con particolare veemenza dagli Stati Uniti. Le dure misure del blocco cercano di provocare spirali inflazionistiche, scarsità di beni, difficoltà nella gestione e malcontento tra la popolazione, con l’obiettivo di aggiungere settori della popolazione a gruppi controrivoluzionari organizzati dall’estero.
Tuttavia, la strategia destabilizzante e gli sforzi del governo degli Stati Uniti per affossare la Rivoluzione Cubana si sono scontrati con la ferma volontà da parte del popolo cubano di resistere e vincere, anno dopo anno.
Per un’analisi dettagliata delle leggi del blocco e dei loro effetti economici e sociali sul popolo cubano, rinviamo alla lettura del Resoconto di Cuba ai sensi della risoluzione 74/7 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, intitolato “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa