Alle prime luci dell’alba di martedì 16 febbraio i Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, è entrata nel rettorato occupato dell’università di Lleida per arrestare il 33enne Pablo Hasel, uscito dall’ateneo a testa alta e al grido di “Morte allo stato fascista”. Pablo Hasel è un rapper, poeta e militante comunista, condannato dalla magistratura spagnola. All’esterno, un folto gruppo di solidali, rimasti in presidio per tutta la notte.
Hasel è stato condannato a nove mesi di reclusione per “apologia di terrorismo” e “vilipendio della Monarchia e delle istituzioni dello Stato”: reati roboanti, dietro cui in realtà si nascondono solamente i testi delle sue canzoni (clicca qui) e alcuni tweet di critica politica (clicca qui), fatti contro la Monarchia (postfranchista) dei Borbone e le politiche dello Stato spagnolo, tanto nella Penisola iberica quanto all’estero.
Nel pomeriggio dl lunedì 15 febbraio, Pablo Hasel – assieme a numerosi compagni e solidali – si è pubblicamente barricato dentro il rettorato dell’università di Lleida, rifiutando di consegnarsi in carcere. All’esterno, in serata, un folto presidio con centinaia di persone, arrivate a portare – nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia – solidarietà a Pablo Hasel, come già fatto da diversi appelli, firmati da centinaia di artisti e musicisti, dietro lo slogan “Senza libertà d’espressione, non c’è democrazia”.
Nel pomeriggio di martedì 16 febbraio indette manifestazioni solidali in tutta la Spagna.
Nella serata di lunedì 15 febbraio, Pablo Hasel ha tenuto un breve discorso alla folla che lo sosteneva, all’esterno dell’università di Lleida. Ascolta o scarica l’intervento di Pablo Hasel, tradotto in italiano dalla Redazione.
Qui, invece, l’aggiornamento telefonico con Rolando, compagno italiano che vive a Barcellona da tanti anni. https://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2021/02/rolando-arresto-pablo-hasel-1.mp3
* da Radio Onda d’Urto
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa