Nemmeno nella riunione convocata ieri, domenica, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu è stato in grado di concordare una dichiarazione comune per il cessate il fuoco.
La Cina, presidente di turno, ha accusato gli Usa di bloccare un appello dei quindici membri del Consiglio di Sicurezza per provare a fermare bombardamenti e raid a Gaza. Il ministro degli Esteri di Pechino Wang Yi ha detto che gli Stati Uniti hanno bloccato una bozza del consiglio per chiedere la cessazione delle ostilità.
Cina, Norvegia e Tunisia si sono dette “profondamente preoccupate” per il conflitto tra palestinesi e Israele e “per il crescente numero di vittime civili” e chiedono “un’immediata fine delle ostilità, il pieno rispetto del diritto internazionale” e la tutela “soprattutto dei bambini“.
Il comunicato dei tre paesi che hanno proposto la risoluzione, è stato diffuso dal governo norvegese a margine della riunione del Consiglio di Sicurezza che neanche questa volta è riuscito a raggiungere una posizione comune. La maggioranza dei Paesi e delle potenze chiedeva infatti la fine immediata delle ostilità, ma l’appoggio degli Stati Uniti a Israele ha impedito di raggiungere l’unità.
A Gaza le squadre di soccorso sono ancora impegnate ad estrarre i corpi delle vittime del bombardamento israeliano nella zona di al-Wahda a Gaza City. Il ministero della sanità palestinese ha pubblicato un bilancio provvisorio che parla di almeno 33 morti, fra cui 12 donne e 8 bambini. I feriti sono oltre 50.
Anche se nelle ultime ore alcune persone sono state estratte in vita dalla macerie, le autorità sanitarie palestinesi prevedono che il bilancio delle vittime possa salire ulteriormente. In una settimana di bombardamenti israeliani a Gaza 192 palestinesi sono rimasti uccisi. Di questi – precisa il ministero della sanità palestinese – 58 erano bambini e 34 donne.
Israele non ha ancora fornito informazioni sui motivi che potrebbero aver reso necessario l’attacco nella zona di al – Wahada. La Jihad islamica ha detto di voler “vendicare il sangue dei bambini uccisi“.
Anche le organizzazioni palestinesi hanno ripreso a bombardare con intensità le località israeliane più vicine alla Striscia. Nella nottata sono stati 130 i razzi lanciati da Gaza su Israele, compresi quelli su Tel Aviv e nel centro del Paese. I razzi palestinesi sono arrivati non solo nelle comunità israeliane attorno alla Striscia, ma anche a Beer Sheva all’inizio del Negev. Uno dei razzi ha centrato un veicolo ad Ashkelon – una delle città israeliane più bersagliate negli ultimi giorni insieme ad Ashdod – causando anche danni agli edifici vicini.
Il pesante bombardamento israeliano su Gaza City ha sfiorato l’edificio che ospita l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa). Lo riporta il direttore dell’ente Matthias Schmale in un tweet. “Dio aiuti il popolo di #Gaza – scrive in un post – negli ultimi 45 minuti il bombardamento più pesante vicino al nostro edificio con gli uffici dell’UNRWA“.
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