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La Nato gioca con il fuoco. Manovre navali nel Mar Nero

Sono iniziate il 28 giugno e dureranno fino al 10 luglio le manovre militari navali della Nato “Sea Breeze” nel Mar Nero. Un ampio servizio del sito specializzato Analisi Difesa dettaglia accuratamente le caratteristiche di quella che appare come una vera e propria provocazione contro la Russia a ridosso delle coste della Crimea.

La marcia di avvicinamento alle manovre navali della Nato è stata segnata da una serie di episodi molto preoccupanti.

Il 23 giugno c’erano stati dei colpi d’avvertimento dei russi nei confronti del cacciatorpediniere britannico HMS Defender, avvicinatosi deliberatamente alle coste della Crimea.

L’Olanda ha rivelato che il giorno 24, all’indomani dell’incidente con il HMS Defender, la fregata olandese HMNLS Evertsen, anche essa entrata nel Mar Nero, è stata sorvolata da aerei russi.

Ma l’esercitazione Sea Breeze, che si svolge ogni anno dal 1997, stavolta vede in campo ben 32 Stati, anche di continenti ben lontani dal Mar Nero, con altrettante navi da guerra. Inclusa la partecipazione dell’Italia, mediante la fregata antisommergibile Virginio Fasan, transitata il 1° luglio dal Bosforo e di cui Mosca ha già dichiarato di tenere “sotto stretta sorveglianza”

Fra i paesi impegnati nelle manovre Sea Breeze figurano Stati Uniti, Ucraina, Gran Bretagna e Turchia, spiccano Bulgaria, Georgia, Moldova, Romania, Estonia, Polonia, ma anche Italia, Grecia, vari altri paesi NATO e perfino Stati che col Mar Nero non c’entrano proprio nulla come Giappone, Senegal, Australia, Marocco.

La portavoce del Cremlino Zakharova ha dichiarato che “le esercitazioni sono chiaramente anti-russe e uno schieramento di tale portata vicino ai nostri confini evoca da parte nostra una reazione, Washington e i suoi alleati stanno trasformando il Mar Nero da area di cooperazione a zona di stallo militare”.

Mentre il portavoce militare della Flotta Russa del Mar Nero, capitano Alexei Rulyov, ha annunciato che le batterie antiaeree missilistiche di sistemi S-400 stanziate in Crimea sono state preparate all’azione dopo un addestramento per calibrare la captazione dei bersagli e il controllo di fuoco, grazie a esercitazioni congiunte con le squadriglie aeree.

Poche settimane dopo che il presidente americano Joe Biden, al vertice NATO di Bruxelles dello scorso 14 giugno, ha riaffermato la volontà di integrare l’Ucraina nell’alleanza, si sono susseguiti in rapida sequenza episodi inquietanti proprio mentre stavano per iniziare le grandi manovre navali “Sea Breeze” nel Mar Nero.

Poi, il 27 giugno la BBC ha ottenuto e pubblicato documenti segreti del Ministero della Difesa di Londra, “smarriti fin dal 22 giugno” a una fermata di autobus del Kent e riguardanti proprio la missione della nave HMS Defender.

Fra i motivi di tensione che contrappongono la Russia agli Stati Uniti, all’Unione Europea e alla Nato, è la possibile adesione dell’Ucraina alla NATO, che eliminerebbe un importante “cuscinetto” strategico lungo i confini occidentali russi. Non certo casualmente la  nuova crisi ha il suo epicentro nel Mar Nero e le acque a ridosso della penisola della Crimea che la Russia ha annesso nel 2014.

E’ su queste premesse, sul fatto cioè che i russi considerano come proprie acque territoriali la fascia di 12 miglia marine che corre attorno alle coste della Crimea, che si è originato l’incidente dell’HMS Defender, il quale è stato molto probabilmente un messaggio deliberato nei confronti di Mosca per sondarne le reazioni.

La versione piuttosto strumentale della Gran Bretagna è di essersi attenuta alla posizione ufficiale dell’alleata Ucraina, secondo cui le acque della Crimea sarebbero tuttora sotto la sovranità di Kiev, che considera illegittima l’annessione della penisola alla Russia. Ma Mosca aveva messo in guardia con largo anticipo gli altri paesi da eventuali intrusioni.

Dal 14 aprile 2021 il Ministero della Difesa russo ha decretato un divieto assoluto semestrale di transito di navi da guerra straniere in tre zone delle loro acque territoriali nel Mar Nero, con decorrenza a partire “dalle 9.00 del 24 aprile, fino alle 9.00 del prossimo 31 ottobre”.

Per tutta risposta, l’ingresso di navi occidentali, soprattutto anglo-americane, nel Mar Nero si era intensificato proprio a partire da aprile. Diverse unità si sono avvicendate negli ultimi mesi, finchè, nei giorni a ridosso del vertice NATO, fra 13 e 14 giugno, hanno passato gli stretti dei Dardanelli e del Bosforo, diretti al porto ucraino di Odessa, il cacciatorpediniere americano USS Laboon, della classe Arleigh Burke, la fregata olandese Evertsen, che appartiene alla classe De Zeven Provincien, e, appunto, il cacciatorpediniere britannico HMS Defender, esponente della classe Type 45 o Daring.

L’incidente con la nave militare britannica, è stato più serio di quanto hanno voluto ammettere le autorità di Londra. Infatti le navi di pattuglia russe si sono avvicinate alla nave britannica trasmettendo ripetuti appelli radio perchè lasciasse la zona. Poichè il capitano inglese ignorava le richieste radio dei russi, una delle unità di pattuglia dell’FSB si è avvicinata fino a soli 100 metri dal cacciatorpediniere, sparando in acqua diversi colpi di cannone come eloquente avvertimento.

Ma i proiettili navali non sono stati sufficienti, così alle 12.19 è sopraggiunto un aereo da bombardamento, un classico Sukhoi Su-24M supersonico che ha sganciato in mare 4 bombe da 250 kg l’una lungo la rotta dell’HMS Defender.

Il Su-24M ha sorvolato il cacciatorpediniere inglese da bassissima quota, come testimonia un filmato girato in soggettiva dallo stesso equipaggio del bombardiere e diffuso dal giorno successivo dallo stesso ministro della Difesa russo, generale Sergei Shoigu.

Dopo aver visto le  colonne d’acqua delle esplosioni, alle 12.23  il capitano Owen si è finalmente deciso ad abbandonare le acque  territoriali della Crimea, sorvolato per ore da circa 20 aerei russi, che l’hanno sorvegliata a lungo. Infine l’HMS Defender è approdata nel porto di Batumi il 26 giugno.

Da Londra, il Ministero della Difesa ha subito minimizzato: “La nostra nave stava solo compiendo un innocente passaggio nelle acque ucraine, in accordo alle leggi internazionali”.  

Inoltre la Difesa britannica ha inizialmente ignorato la reazione russa sostenendo che “nessun colpo è stato diretto all’ HMS Defender, non riconosciamo che le bombe erano dirette lungo la nostra rotta, credevamo i russi tenessero esercitazioni”. Il ministro della Difesa Ben Wallace ha aggiunto: “La nostra nave era su una rotta di routine fra Odessa e la Georgia”.

Ma la smentita della versione ufficiale del governo britannico è arrivata subito con la testimonianza di un corrispondente della BBC imbarcato sull’HMS Defender.

L’arrivo di queste navi ha segnato simbolicamente l’inizio dei preparativi dell’esercitazione ”Sea Breeze 2021”. I russi, come già in altre occasioni, hanno concentrato la loro sorveglianza sull’americana Laboon, che come tutte le unità della sua classe imbarca decine di missili da crociera BGM-109 Tomahawk che, nei sospetti di Mosca, potrebbero avere anche testata nucleare.

Lo scorso 2 aprile si è avuto il primo colloquio telefonico fra il presidente ucraino Zelenskij e Biden, durante il quale la Casa Bianca ha spalleggiato il collega di Kiev parlando di “protratta aggressione russa in Crimea”.

Nei giorni seguenti si sono verificati ripetuti atterraggi di aerei militari americani da trasporto C-130J nella capitale ucraina, provenienti da basi NATO come quella di Ramstein, in Germania, e recanti a bordo persone o materiali non specificati, tanto per aumentare l’incertezza percepita dai russi.

Secondo Analisi Difesa, l’attuale presidenza USA è molto più smaccatamente filo-Kiev, forse anche a causa degli affari ucraini di Hunter Biden, figlio del presidente USA, nella società ucraina del gas Burisma, affari che già nella campagna elettorale delle presidenziali americane del 2020 erano stati stigmatizzati da Trump.

La natura premeditata dell’intrusione britannica dello scorso 24 giugno è stata confermata sia dal reporter della BBC Johnatan Beale sia dai documenti segreti del Ministero della Difesa inglese successivamente pubblicati dalla BBC.

Infine lo stesso  presidente russo Putin, ha denunciato la presenza di un “aereo da ricognizione americano” che in pratica spalleggiava l’HMS Defender. Putin ha poi aggiunto che: “Anche se avessimo affondato la nave, sarebbe tuttavia difficile immaginare che il mondo sarebbe finito sull’orlo della Terza Guerra Mondiale, perchÉ l’Occidente sa di non poterla vincere”.

Il Capo di Stato Maggiore della Difesa britannica, il generale Nick Carter, ha direttamente accusato i russi di aver condotto “un gioco del gatto col topo”, giudicando l’episodio “un classico esempio di battaglia fra diverse narrative”, ma ha anche aggiunto che “La cosa che mi tiene sveglio di notte nel letto è l’idea di un errore di calcolo dovuta a un’escalation. Il tipo di evento che abbiamo visto mercoledì nel Mar Nero è il tipo di cose da cui ciò può originarsi”.

Domenica 27 giugno la BBC ha dato notizia del fatto che fin da martedì 22 giugno, cioè un giorno prima dell’incidente dell’HMS Defender, un “cittadino che vuol rimanere anonimo” aveva ritrovato per caso “dietro a una fermata dell’autobus del Kent” un documento riservato del Ministero della Difesa.

Era un fascicolo di 50 pagine che conteneva vari rapporti stampati da presentazioni informatiche in power point su diversi temi, fra cui anche la crociera dell’HMS Defender. Il cittadino avrebbe, incredibilmente, trovato il plico frammisto a “cartaccia fradicia” che stava dietro la pensilina della fermata e poi, “resosi conto dell’importanza del materiale”, lo ha fatto avere alla BBC.

A quanto riportato dal maggior organo d’informazione britannico, i rapporti sono stati preparati presso la sede del Permanent Joint Headquarters (PJHQ) di Northwood, sobborgo Nord di Londra.

Si tratta del Quartier Generale interforze che ha la supervisione su tutte le missioni militari britanniche all’estero e che si è occupato direttamente della pianificazione della missione dell’HMS Defender, denominata in codice “Operazione Ditroite” e avente lo scopo preciso di studiare le possibili reazioni russe allo sfiorare la costa della Crimea.

I comandi britannici avrebbero escogitato il passaggio dell’HMS Defender presso un territorio “scottante” come la Crimea per eseguire una sorta di test. La missione sarebbe avvenuta come un “passaggio innocente” in acque territoriali dell’alleata Ucraina, come poi è stato rivendicato da Londra, che prevedeva cannoni coperti e l’elicottero in dotazione alla nave, ben chiuso nel suo hangar.

Il documento prevedeva per la nave due possibili rotte, una molto lontana dalle acque territoriali crimeane, tuttavia scartata perchè avrebbe dato l’impressione che “la Gran Bretagna si facesse spaventare e accettasse implicitamente la pertinenza russa di quelle acque”.

E’ stata così scelta la rotta più audace, e provocatoria, definita “un transito diretto e professionale da Odessa a Batumi” attraverso una TSS, cioè Traffic Separation Scheme, ossia un sistema internazionale di catalogazione delle rotte marittime più battute, rasente alla Crimea Sudoccidentale. Ciò che si è verificato.

Pare che molte parti del documento siano siglate con la scritta “Secret UK Eyes Only” e indirizzate alla segreteria del ministro della Difesa Wallace. E a questo punto più di qualcuno si chiede come sia stata possibile una simile “fuga” di informazioni.

Per diversi giorni, mentre si consumava l’episodio dell’HMS Defender, nessuno ha rivelato nulla, poi lo scoop della BBC, ha portato l’incidente sotto gli occhi del pubblico.

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