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Venezuela. Arrestati tre paramilitari colombiani per gli scontri a “Cota 905”

Sei mesi dopo gli scontri armati nel famigerate barrio “Cota 905” di Caracas, le autorità del Venezuela hanno reso noto l’arresto di tre “paramilitari colombiani” ritenuti coinvolti nei violenti scontri ripetutisi la settimana scorsa nella capitale e durati fino a ieri nella stessa zona. Di questo avevamo già resocontato sul nostro giornale a gennaio.

“Vogliamo informare che abbiamo catturato tre paramilitari colombiani, sequestrato armi statunitensi e della Forza armata colombiana”, ha detto la vicepresidente Delcy Rodriguez in un intervento trasmesso sull’emittente statale “Venezolana de Television”.

Presentando il bilancio dell’Operazione “Gran Cacique Indio Guaicaipuro” in corso dal 7 luglio a Caracas, la Rodriguez ha affermato che le azioni di questi gruppi armati cercano di creare incertezza e angoscia nella popolazione. Non solo.

Secondo la vicepresidente venezuelana, le azioni sono state pianificate sin dal 16 marzo con la visita del capo del Comando Sud degli Usa in Colombia, Craig Faller, con il fine di stabilire un coordinamento con gruppi delle forze armate colombiane e avviate dopo la recente visita del 29 giugno del direttore della Cia William Burns.

Gli arresti si riferiscono a un’operazione di polizia lanciata per riprendere il controllo di una zona popolare della città, la collinare “Cota 905”, al termine di scontri costati la vita ad almeno 26 persone, di cui quattro agenti.

Da giorni il governo venezuelano denuncia le tensioni e gli scontri come tentativi orchestrati dall’estero per destabilizzare il Paese. “Venivano ad eseguire un piano, sicuramente diretto da Washington e con tutto l’appoggio della Colombia”, ha detto Delcy Rodriguez secondo cui “l’obiettivo era, nuovamente, quello di sovvertire il Venezuela, destabilizzarlo”.

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