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Il Canada nel caos per la protesta del “Freedom Convoy”

Migliaia di manifestanti, in larga parte camionisti, sono scesi di nuovo in piazza a Ottawa nel fine settimana, unendosi a un centinaio che erano rimasti in piazza dallo scorso fine settimana. La Capitale è stata sommersa dal suono incessante di clacson e paralizzata da interruzioni del traffico. La polizia lo ha definito un “assedio” che non è riuscito a gestire.

La situazione in città aveva spinto il primo ministro Justin Trudeau – risultato anch’esso positivo al coronavirus – a lasciare la capitale e rifugiarsi in una località segreta.

Le proteste per le misure di salute pubblica contro il coronavirus sabato e domenica hanno incluso blocchi stradali su larga scala, lo sparo di fuochi d’artificio, la guida sui marciapiedi, il suono no-stop dei clacson da parte dei camionisti.

A partire dal 15 gennaio per poter transitare in Canada,  i camionisti, come altre categorie di trasporti, sono stati costretti a vaccinarsi introducendo per loro l’obbligo vaccinale, anche per quelli che non fanno rotte solo nazionali.

Il problema è che in molti casi le nuove norme anti Covid impediscono il transito sul confine tra Canada e Stati Uniti e migliaia di camion e camionisti sono bloccati da giorni. Ma la protesta si era rapidamente sincronizzata con altri segmenti della società canadese a causa di quella che era stata definita la “tassa sui non vaccinati”.

Nei giorni scorsi il governo locale del Quebec aveva però già abbandonato il progetto che prevedeva l’imposizione di un “contributo sanitario speciale” ai cittadini adulti che rifiutano la somministrazione del vaccino contro il Covid-19.

Il primo ministro del Quebec, Legault aveva presentato la proposta di una tassa a carico dei non vaccinati il mese scorso, affermando che quanti rifiutano l’inoculazione dovrebbero farsi carico dei costi aggiuntivi causati a suo dire al sistema sanitario.

L’annuncio aveva suscitato immediate polemiche da parte di esponenti politici ed esperti, secondo cui la proposta viola il carattere di universalità del sistema di assistenza sanitaria canadese.

Il “convoglio dei camion della libertà“, come lo hanno definito i manifestanti, ha trovato il sostegno di molti repubblicani negli Stati Uniti, tra cui l’ex presidente Donald Trump, che ha definito il primo ministro canadese Justin Trudeau un “pazzo di estrema sinistra” che ha “distrutto il Canada con folli mandati anti Covid“. Insomma una sorta di anticipazione su quanto potrebbe avvenire negli Usa a ridosso del prossimo novembre e subito dopo le elezioni di mid term.

Dimostrazioni in solidarietà con il “Convoglio della Libertà” si sono tenute durante il fine settimana anche in altre città del Canada, tra cui Toronto, Quebec City e Vancouver.

Il sindaco di Ottawa, Jim Watson, ha proclamato lo stato di emergenza dopo che il centro della città è stato paralizzato da giorni dal ‘Freedom Convoy’, la protesta dei camionisti contro le restrizioni introdotte per contenere la diffusione dei contagi di Covid-19 più che contro i vaccini in se. Watson ha chiesto l’aiuto del governo centrale.

Dichiarare lo stato di emergenza riflette il grave pericolo e la minaccia alla sicurezza dei residenti posta dalle manifestazioni in corso e sottolinea la necessità di sostegno da parte di altre giurisdizioni e livelli di governo“, ha detto il sindaco Jim Watson in un annuncio nel tardo pomeriggio.

Il dipartimento di polizia della città ha avvertito che da domenica chiunque tentasse di portare supporto “materiale” ai camion, compresa la benzina, sarebbe stato soggetto ad arresto. Durante le proteste, la gente è stata vista trasportare taniche di benzina per mantenere in funzione i motori dei camion ai posti di blocco.

Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza, la polizia canadese ha proceduto a diversi arresti, fatto centinaia di multe e sequestrato veicoli.

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