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Gli Stati Uniti “cercano rogna” anche nel Golfo Persico

Washington ha predisposto di schierare al fianco delle Forze armate degli Emirati Arabi Uniti il cacciatorpediniere lancia missili Uss Cole e anche i nuovi caccia di quinta generazione F-22 Raptor.

Gli Usa stanno anche spingendo il Qatar a sostenere l’Iraq nel suo fabbisogno di gas, limitando la dipendenza di Baghdad dalle forniture iraniane. La “prova muscolare” degli Stati Uniti nella regione avviene mentre a Vienna riprendono i colloqui sul nucleare iraniano. L’obiettivo e è quello di alzare la tensione che sta caratterizzando la regione del Golfo per spingere l’Iran a fare ulteriori concessioni.

In un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa emiratina “Wam” e ripresa in Italia dall’agenzia Nova, il generale Kenneth F. McKenzie, comandante del Comando centrale Usa (Centcom) ha confermato l’impegno di Washington al fianco di Abu Dhabi.

La USS Cole “pattuglierà le acque degli Emirati Arabi Uniti, lavorando a stretto contatto con le difese aeree degli EAU per proteggere il Paese”, ha affermato McKenzie, ricordando come la USS Cole è specializzata nell’intercettazione di missili balistici.

Non sappiamo se il generale McKenzie sia consapevole che la scelta di schierare la nave USS “Cole” possa apparire di cattivo auspicio.

Il “Cole” infatti il 12 ottobre del 2000 venne duramente colpito ad Aden da Al Qaeda, con un attentato al cacciatorpediniere statunitense in cui morirono 17 marinai statunitensi, più i due attentatori suicidi. Inoltre vi furono ben 39 marinai feriti. Fu uno dei colpi più duri subìti dagli Stati Uniti in Medio Oriente.

Nel luglio 2019, dopo l’abbattimento da parte dell’Iraq di un drone da ricognizione della Marina militare Usa, Washington aveva dispiegato gli aerei da guerra F-22 (di stanza presso la Joint Base Langley-Eustis, in Virginia) nella base sede del Centcom di Al Udeid in Qatar, segnando il primo dispiegamento di aerei da combattimento di quinta generazione nell’aeroporto qatariota.

Gli Stati Uniti stanno anche fornendo agli Emirati Arabi Uniti informazioni di allerta precoce per identificare i siti di lancio dei ribelli yemeniti Houthi, rivelatisi particolarente efficaci nel colpire gli impianti delle petromonarchie del Golfo, ed agevolare il funzionamento dei sistemi di difesa missilistica Patriot.

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