Mentre l’amministrazione Biden fa la voce grossa con Russia e Cina, minaccia sanzioni e invia navi militari nel Golfo Persico e nel Mar Cinese, le notizie dal fronte interno sono tutt’altro che rassicuranti per la Casa Bianca.
A fornire un quadro così inquietante è Fortune, la rivista dei ricchi e dei ricchissimi, che dà voce alle preoccupazioni/previsioni del miliardario Ray Dalio, presidente del potente fondo Bridgewater.
Sul piano economico va sottolineato come l’inflazione degli Stati Uniti, misurata dall’indice dei prezzi al consumo, a gennaio sia schizzata al 7,5%, più delle attese, che prevedevano un aumento del 7,3%, si tratta di un livello di inflazione record per gli USA dal 1982. A dicembre, il tasso di inflazione si era attestato al 7%.
A differenza dell’Europa la crescita dell’inflazione negli Stati Uniti però non è legata solo al caro petrolio. Se si osserva l’inflazione “core” – cioè il dato complessivo depurato dai prezzi dei beni energetici e alimentari – anche questa a gennaio ha accelerato il passo, salendo su base annua del 6% dal 5,5% di dicembre. Il rialzo è stato superiore al +5,9% atteso dal consensus.
Osservando le principali componenti, i prezzi degli alimentari hanno visto un incremento annuo del 7%. Non solo, anche la crescita del prezzo degli immobili e degli affitti sta favorendo la spirale inflazionistica.
Ma le fragilità economiche interne degli Stati Uniti, non sono prive di conseguenze su una società ormai fortemente polarizzata e contrapposta anche sul piano politico.
Tasse e inflazione elevate, combinate con una diffusa disuguaglianza di ricchezza e una partigianeria senza precedenti, stanno spingendo gli Stati Uniti sull’orlo della guerra civile.
Ad affermarlo non è un commentatore qualsiasi ma il miliardario Ray Dalio. Stiamo parlando del fondatore e presidente di Bridgewater Associates, il più grande hedge fund del mondo che, in un post ripreso da diversi media statunitensi, ha delineato un quadro dalle tinte fosche nell’anno delle elezioni di medio termine negli Usa.
Quando potenze straniere come Cina e Russia sfidano un Paese alle prese con alti livelli di disaccordo interno vuol dire che ci troviamo “in un periodo particolarmente rischioso”, ha scritto Dalio. “Credo che ora siamo in questo periodo”.
“Un aumento del populismo e dell’estremismo, oltre alla litigiosità tra sinistra e destra, sono i classici indicatori di futuri conflitti”, ha spiegato Dalio, aggiungendo che “Quando vincere diventa l’unica cosa che conta, la lotta non etica diventa progressivamente più forte in modo auto-rinforzante. Quando tutti hanno cause per le quali stanno combattendo e nessuno può essere d’accordo su nulla, il sistema è sull’orlo della guerra civile/rivoluzione“, scrive il miliardario.
Il quale aggiunge che “mentre il concetto di una guerra civile può sembrare estremo per alcuni, parlare di una guerra civile fredda è diventato comune nei media mainstream. Alla fine dell’anno scorso tre generali statunitensi in pensione hanno scritto un editoriale sul Washington Post avvertendo che un altro sforzo per ribaltare i risultati delle elezioni come quello del 6 gennaio ‘potrebbe portare alla guerra civile‘”.
Wall Street Italia riferisce che Ray Dalio, sta promuovendo il suo nuovo libro sull’ascesa e la caduta delle nazioni (“Il mutevole ordine del mondo. Storia dei successi e dei fallimenti delle nazioni”) ed ha individuato sei fasi di disordine e ordine interni.
Tutto inizia con la creazione di un nuovo governo seguito da periodi di pace e prosperità. Alla fine, la spesa in eccesso e l’accumulo di ricchezza e potere pesano sul sistema, portando a “cattive condizioni finanziarie e intensi conflitti”, ovvero la fase in cui ci troviamo ora, secondo Dalio. Il passo successivo, è la guerra civile e la rivoluzione, che riconduce dritti alla prima fase.
A complicare una situazione già complicato, negli Stati Uniti questo è anche l’anno delle elezioni di medio termine. Il miliardario Ray Dalio prevede che i moderati perderanno seggi mentre saranno gli estremisti e i populisti di entrambi i partiti a guadagnarli.
E poi, secondo il finanziere Usa, ripreso da Bloomberg, ci saranno anche le sentenze della Corte Suprema che diventeranno più controverse.
Entro le elezioni presidenziali del 2024, ha detto, ci sarà una “battaglia tra i populisti di destra e i populisti di sinistra in cui nessuna delle due parti accetterà di perdere”.
“Una tale sequenza di eventi sarà coerente con il tipico percorso che porta alla guerra civile”, sottolinea Ray Dalio.
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