I “falchi” spesso sono quelli che non ti aspetti. Secondo il quotidiano spagnolo El Pais, la Francia avrebbe deciso di ritirare le sue truppe dal Mali e trasferire la maggior parte di esse nel vicino Niger. Di questa decisione avrebbe informato gli altri europei impegnati nelle missioni militari nell’Africa Centrale.
Secondo le fonti diplomatiche consultate da “El Pais”, per agevolare la sua uscita dal Paese la Francia starebbe cercando il sostegno di altri partner europei. Ma il ritiro dal Mali, dopo quello della Nato dall’Afghanistan, viene però ritenuto inopportuno in diversi sedi europee.
Secondo le fonti citate da El Pais, sia l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, sia il governo spagnolo sono favorevoli al mantenimento della missione in Mali, sia per la posizione strategica del Mali nel Sahel sia per il timore che il vuoto lasciato dagli europei sia riempito dalla Russia.
La continuità della presenza militare europea in Mali dipenderà in gran parte dalla decisione della Germania, che è il secondo maggior contribuente della missione Eutm in Mali con 325 militari e della missione Minusma (la Missione delle Nazioni Unite per il Mali) con 1.300 soldati.
In tal senso la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, si è chiesta la settimana scorsa se, “alla luce delle misure prese dal Mali, i presupposti per il nostro impegno comune siano ancora validi”. “L’impegno”, ha avvertito, “non è fine a se stesso”.
Il Parlamento tedesco sarà chiamato a maggio a votare per il proseguimento della sua partecipazione all’operazione militare in Mali.
Macron aveva già annunciato lo scorso luglio la sua intenzione di ridurre del 40 per cento il contingente militare di 5.100 soldati dell’operazione anti-jihadista Barkhane e sostituirle, in parte, con la nuova operazione Takuba.
Tuttavia, la situazione è precipitata in seguito all’espulsione, lo scorso 31 gennaio, dell’ambasciatore francese a Bamako, Joel Meyer, dopo che il capo della diplomazia francese, Jean-Yves Le Drian, ha descritto la giunta militare che governa Bamako come illegittima.
La manfrina sul ritiro francese potrebbe però avere anche un obiettivo non dichiarato: quello di aumentare – e non diminuire – l’impegno militare in Mali ma con una dimensione europea, coinvolgendo quindi più pesantemente gli altri paesi in quello che fino ad oggi era stato un intervento militare-coloniale quasi esclusivo della Francia.
Secondo l’agenzia Nova, al di là della volontà politica dei Paesi europei che partecipano alla missione, gli esperti sottolineano che il ritiro delle truppe francesi potrebbe portare a un rapido deterioramento della sicurezza che renderebbe impraticabile la tenuta dell’Eutm Mali e renderebbe necessaria una “profonda revisione” della missione stessa.
Al momento tutto tace dalla Farnesina e dal governo italiano che pure sia in Mali che in Niger ha inviato i propri contingenti militari nelle missioni dell’Unione Europea.
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