Anne Morelli, storica e docente all’Université Libre de Bruxelles (ULB), specializzata in critica storica applicata ai media, ha pubblicato l’opera di riferimento “Principi elementari della propaganda di guerra” (Ediesse, 2005).
In questa intervista, pubblicata sul sito di Investig’Action, analizza la propaganda di guerra applicata al conflitto ucraino. Scaricare la responsabilità sull’altra parte, come abbiamo visto nei media negli ultimi giorni, è uno dei dieci principi del suo libro. La demonizzazione dell’avversario, la cui parola è costantemente screditata, non aiuta a capire il conflitto, sostiene Anne Morelli.
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I nostri media danno tutta la responsabilità a Putin. Perché non guardano le conseguenze delle azioni precedenti da parte dell’Occidente, cioè quelle degli Stati Uniti, dell’Europa e della leadership ucraina?
Siamo in una situazione in cui non c’è spazio per le divergenze. Sono stupita di vedere manifesti nella ULB con “Salvare l’Ucraina”, “Putin è un assassino” e altri messaggi del genere. È la prima volta che vedo studenti posizionarsi così in un conflitto militare.
Bisogna sottolineare che l’Ucraina ha delle armi, e queste armi non sono arrivate da sole. L’Ucraina è armata dal 2014 e il governo lancia regolarmente le sue armi contro gli “indisciplinati” nei cosiddetti territori “filorussi”.
Quando in Jugoslavia, territori come la Croazia e il Kosovo hanno fatto la loro secessione, sono stati applauditi. I paesi occidentali li hanno sostenuti direttamente. Per esempio, la Germania e il Vaticano hanno riconosciuto immediatamente l’indipendenza della Croazia mentre erano impegnati a fare a pezzi un paese che prima era unito.
Ma quando è il contrario, come nel caso del nostro nemico che sostiene l’autonomia, allora diciamo che è scandaloso. Abbiamo un evidente doppio standard. Immaginate se domani i baschi, i catalani o i fiamminghi volessero la loro autonomia. Applaudiremmo?
Non si capisce bene cosa abbia spinto la Russia ad attaccare l’Ucraina, a meno che non si consideri che Putin è un pazzo che vuole dominare il mondo. Un dispaccio dell’AFP, ripreso da molti media, menziona ciò di cui Mosca accusa Kiev: il genocidio nel Donbass, la presenza di neonazisti e le affermazioni atomiche di Zelensky… Ma l’AFP precisa che si tratta di “accuse assurde”. È realmente così?
La demonizzazione del nemico è un principio basilare della propaganda di guerra, ed è abbastanza continuo. Napoleone era pazzo. Anche il Kaiser, Saddam Hussein, Milosevic e Gheddafi. E Putin è pazzo, naturalmente. Siamo fortunati ad avere dei leader che sono tutti sani di mente, mentre dall’altra parte sono tutti pazzi furiosi. È un principio elementare della propaganda di guerra.
Eppure la questione dei neonazisti è molto reale. Il Battaglione Azov non sono dei chierichetti, sono neonazisti. Dobbiamo anche ricordare che una parte della popolazione ucraina era solidale con la Germania nazista. C’è una parte della popolazione che ha combattuto i nazisti, ma una parte che ha sostenuto il genocidio degli ebrei e tutte le atrocità.
Quando Putin dice “combatteremo contro i fascisti ucraini”, la Russia sa di cosa sta parlando. Anche qui, la propaganda occidentale ha fatto dimenticare che è stata l’ex URSS a collaborare maggiormente alla sconfitta della Germania nazista. Questo era abbastanza ovvio per la popolazione belga nel 1945.
Ma da allora, la propaganda ha avuto il suo effetto attraverso le produzioni di Hollywood, film come “Salvate il soldato Ryan” e molti altri.
Come possiamo sviluppare un movimento per la pace in queste condizioni e quale ruolo possiamo svolgere?
Al momento è molto difficile. È il decimo principio, se fai domande al momento della guerra stai già andando troppo lontano. In questo modo si viene considerati praticamente come un agente del nemico.
Se chiedi “il popolo del Donbass non ha diritto all’indipendenza, come il popolo del Kosovo?”, sei sospettato di essere un agente di Putin. No, Putin non mi piace affatto. Ma non voglio un’informazione così partigiana, non voglio un’informazione che sia in definitiva un’informazione della NATO!
Cosa fare allora? Sono stata invitata diverse volte ai canali televisivi e quando ho chiesto di proiettare la mappa del 1989 in Europa per mostrare chi sta avanzando le sue pedine verso l’altro, curiosamente mi è stato detto che non era necessario che io intervenissi.
Penso che in una situazione di forte propaganda come quella attuale, la nostra voce sia inudibile.
Ma dobbiamo vedere chi circonda chi. Sono le truppe della NATO che circondano la Russia, non il contrario.
Recentemente, per una manifestazione contro la guerra, c’erano solo poche persone. Dalla guerra in Iraq ad oggi, c’è stato un certo scoraggiamento del movimento per la pace. Quando si vedono le enormi manifestazioni che si sono svolte in Gran Bretagna e in Italia, per esempio, questo non ha impedito ai governi di andare avanti nonostante le reazioni popolari contro la guerra.
Lei ha detto in un’intervista a La Libre Belgique che per Biden “essendo la Cina un pezzo troppo grande, attaccare la Russia attraverso la NATO sembra più accessibile”. La realtà di una guerra USA-Russia non è esagerata?
Non credo che Biden lo farà da solo, ha promesso al suo elettorato che non manderà le truppe americane direttamente al fronte. Ma da un lato, sta inviando truppe in paesi che una volta erano nell’orbita sovietica, come gli Stati baltici, la Polonia, ecc. E dall’altro lato, spera che i paesi europei combattano la guerra contro la Russia.
In questo caso, Biden non dovrà affrontare la sua opinione pubblica. E al contrario, si farà una reputazione di uomo coraggioso nei confronti del nemico. Sono solo uno storico, ma penso che Biden cercherà di convincere altri a combattere la guerra. Gli ucraini hanno già ricevuto molto equipaggiamento militare.
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Stefania
Molto interessante, ottimo punto di vista. Ma dove si possono trovare altre fonti di informazione sulla crisi che ha portato a questa guerra?
Redazione Roma
Basta fare una ricerca con le parole chiave nell’archivio del giornale, in alto a destra
LUO
solo una nota, i neonazisti in Ucraina sono pochissima cosa oramai da anni, lo testimoniano anche il livello ridicolo di rappresentanza in parlamento (uno, il suo leader), senza considerare il paradosso che movimenti di estrema destra italiani o francesi o europei in generale, hanno gli stessi simboli neo nazisti, però sono sovvenzionati dalla Russia e sono per fare uscire l’Italia e l’Europa dalla Nato.. insomma.. solo per dire che negli ultimi 5-8 anni le cose in Ucraina sono cambiate molto, e qui si sta parlando di una invasione di un libero Stato (che anche io ritengo sia necessario rimanga neutrale come diceva Kissinger prima di morire), se la questione fosse solo il donbass, e non fosse stato accerchiato Kiev, ad esempio, o i confini ucraini, io penso non si sia neanche posto il quesito, per altro non si nota che qui ora Putin ha alzato il tiro, minacciando l’uso del nucleare, di contro certamente l’Europa in modo scandaloso ha risposto armando l’Ucraina, e con armi economiche..
Redazione Contropiano
Paradossalmente, la decisione di Putin rischia di riportare i nazisti a livello di consenso ormai perduti. Di certo, però, il governo Zelensky li riconosce dentro le strutture delle esercito regolare… Situazione complicata, certamente, ma l’Occidente, spostandosi sempre più ad Est, ha tirato la corda oltre ogni limite… Impossibile che non si spezzasse, prima o poi…
Redazione Roma
L’influenza dei neonazisti sulla vita politica in Ucraina è ben spiegata anche da Dragosei sul Corriere della Sera, compensano la loro scarsa rappresentanza nella Rada (il Parlamento) con la “pressione delle piazze” sui parlamentari. Tanto per essere chiari
NICK
Il coso non e’ morto….ancora