In tempi di guerra la cosa più difficile è avere un’informazione completa, bypassando o “stemperando” le opposte propagande spacciate per “giornalismo”.
Uno degli indicatori che ci sembra meno inattendibile – come avviene spesso per il giornali economici, più attenti ai dati e meno alla semplice propaganda – è l’atteggiamento delle imprese.
Non perché ci stiano simpatiche (quelle russe non sono affatto migliori di quelle italiane o statunitensi), ma perché il loro comportamento può funzionare da cartina tornasole del clima interno.
Se chiudono e scappano, la crisi è percepita come catastrofica; se restano, si assestano e modificano i loro piani, significa che vedono la crisi come “gestibile”, anche se certo avrebbero preferito non averla.
Questo articolo aiuta a capire che l’economia russa – descritta dai “nostri” media come sull’orlo del default – appare meno sconvolta dell’immaginabile. Magari non sarà del tutto vero, magari non possono realisticamente fare altro, però – per farsi un’opinione non fideistica – è bene sapere anche questo.
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La “Confindustria russa”: il business può continuare a lavorare
Una conferenza online dell’Unione russa degli industriali e degli imprenditori si è tenuta il 4 marzo, presieduta dal presidente dell’Unione, Alexander Shokhin.
Alla riunione hanno partecipato i capi delle associazioni commerciali regionali di tutte le regioni russe. Le proposte sono state espresse praticamente per tutti i settori e le sfere di attività economica del paese.
I principali risultati di questa conversazione costruttiva sono i seguenti.
Dopo un massiccio rifiuto delle forniture di componenti, parti e semilavorati alle nostre imprese da parte dei fornitori dei paesi europei, sono emerse due tendenze.
La prima è che gli stessi prodotti non ci vengono offerti direttamente, ma passando dalla Turchia, dalla Cina, dall’Iran e da altri paesi. Questo suggerisce che le imprese europee, costrette a rifiutare le consegne dirette al nostro paese dalla pressione politica dei loro governi, non sono preparate a lasciare il mercato russo.
La seconda tendenza è l’emergere di proposte dal Medio Oriente, dall’Asia e dall’America Latina per sostituire le forniture europee in uscita con i propri prodotti.
Tutto questo dimostra che non ci sarà un deficit totale sul mercato russo. Tuttavia, il riorientamento verso altri fornitori richiede la rimozione degli ostacoli burocratici, ancora molto presenti al momento.
Per esempio, le aziende di logistica che trasportano merci dalla Cina impiegano fino a due o più mesi e la maggior parte del tempo è speso per passare la dogana e completare la documentazione.
Il servizio federale delle dogane deve cambiare radicalmente i suoi metodi. Una delle misure di sostegno più importanti che la Duma di Stato ha approvato oggi (ieri, ndr) è quella di migliorare l’efficacia dell’ordinamento statale. Questa decisione è stata ben accolta dalle imprese.
La questione, ancora una volta, è quella di semplificare le procedure per i produttori nazionali per partecipare a gare e concorsi,s oprattutto per le piccole e medie imprese, che il più delle volte vengono lasciate fuori dagli ordinativi statali per questo motivo, anche se hanno un serio potenziale di crescita aggregata in vari settori dell’economia.
Il pacchetto di documenti richiesti per la partecipazione alle gare d’appalto e il tempo per il loro esame dovrebbero essere ridotti almeno della metà.
È stata discussa anche la questione dell’espansione della produzione di medicine e apparecchiature medicali nazionali. Anche se la Duma di Stato ha approvato oggi una legge che accorcia i tempi per il lancio di farmaci nazionali sul mercato, questo richiederà misure radicali da parte del governo e del Ministero della Salute per ridurre le barriere burocratiche e le procedure di approvazione.
Tanto più che le nostre aziende farmaceutiche hanno molte ricerche importanti, compresi i farmaci per i pazienti oncologici. Il compito principale è quello di rimuovere gli ostacoli sulla loro strada.
L’attuazione delle proposte commerciali richiede non solo l’adozione di atti legislativi, ma anche altri adeguamenti normativi, attraverso decisioni del governo e decreti presidenziali. E questo lavoro è già in corso.
Nel complesso, l’incontro di oggi ha mostrato non solo un’adeguata comprensione delle difficoltà che le imprese e le organizzazioni russe devono affrontare, ma anche un atteggiamento generale di lavoro e di fiducia nel superamento degli ostacoli delle sanzioni.
* da Demiurgo russo
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