La guerra e i crimini di guerra meritano di essere contrastati sul piano politico ma anche processati sul piano del diritto internazionale. Sulla guerra in Ucraina, soprattutto da Gran Bretagna ed alcuni stati europei, si levano voci che chiedono l’incriminazione della Russia e di Putin. Ma chi e il come verranno eventualmente processati pone parecchi problemi.
Nel 1994, la Commissione del diritto internazionale, organo sussidiario dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha adottato un progetto di Statuto della Corte penale internazionale che è stato sottoposto alla Conferenza diplomatica dei plenipotenziari riunitasi a Roma dal 15 giugno al 17 luglio 1998.
Dopo un intenso negoziato, lo Statuto è stato adottato dalla Conferenza il 17 luglio, ma è entrato in vigore solo il 1° luglio 2002 e fino al 2005, ne sono diventati parti contraenti più di 100 Stati. Tra questi anche l’Italia, che ha ratificato lo Statuto nel 1999.
Gli Stati che hanno aderito alla Corte Penale Internazionale sono centoventitre. Ma ci sono Stati come Israele, Russia, Stati Uniti, India e Sudan che hanno dichiarato di non voler ratificare il trattato che istituisce la CPI. Tra i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza del’Onu, solo Francia e Gran Bretagna hanno aderito alla Corte penale internazionale, mentre non vi hanno aderito USA, Cina e Russia.
Questa condizione ha reso evidente la contraddizione del “Doppio standard”, motivo per il quale la CPI ha finora agito solo contro Stati o capi di stato di paesi deboli, ma non contro quelli delle maggiori potenze.
I paesi dell’Africa, ad esempio, hanno denunciato come finora la CPI abbia condotto processi solo nei confronti di esponenti di governi africani, definendolo uno strumento nelle mani dei Paesi occidentali per condizionare e controllare quegli Stati ed imporre la loro egemonia su quel continente.
Per tali ragioni, il Burundi ha già esercitato il diritto di recesso dallo Statuto della Corte e gli Stati dell’Unione Africana hanno approvato una mozione (per ora non vincolante) che prevede il ritiro in massa dei paesi africani dalla Corte.
Nell’ottobre 2018 l’allora Presidente degli Stati Uniti Trump si è scagliato contro la CPI minacciando un taglio dei contributi finanziari e addirittura ritorsioni nei confronti dei singoli giudici e pubblici ministeri che la compongono (divieto di ingresso negli Usa e sequestro dei loro conti bancari nel Paese).
Il furore di Trump era dovuto aalla richiesta di avvio di una investigazione da parte del procuratore della CPI Fatou Bensouda, a seguito di una preliminary examination, finalizzata a dimostrare che nei centri di reclusione in Afghanistan i militari dell’esercito Usa e gli agenti della Cia dal maggio 2003 si sono resi responsabili dei crimini di tortura e violenza sessuale nei confronti dei detenuti.
Altro motivo di scontro tra gli Usa e la Cpi è stata un’altra preliminary examination avviata nei confronti di militari israeliani per crimini di guerra e contro l’umanità commessi nei Territori Palestinesi di Gaza e Cisgiordania.
In una prima fase era stato posto un problema di competenza della Corte in quanto né Israele né la Palestina erano, al tempo dei fatti incriminati, membri della CPI. Ma il problema era stato superato con l’adesione della Palestina allo Statuto istitutivo della Corte.
A quel punto gli Usa hanno attaccato duramente i giudici della Corte e l’Autorità Nazionale Palestinese (che aveva deferito i comportamenti dei militari israeliani al procuratore della CPI) chiudendo la rappresentanza diplomatica palestinese a Washington.
La principale indagine nei confronti di Israele riguarda l’offensiva militare contro Gaza del 2014. Nel 2015 era stata avviata un’indagine preliminare riguardante le accuse di crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi durante l’operazione militare “Margine di protezione” lanciata da Israele sulla Striscia di Gaza, l’indagine riguarda anche Hamas per i lanci di razzi sul territorio israeliano.
Ma già nei giorni successivi all’annuncio della Cpi, paesi occidentali come Canada, Germania e Australia hanno fatto dichiarazioni con cui si dissociano dalla decisione della Cpi di procedere verso Israele.
Il 4 marzo 2021 la vicepresidentessa degli Stati Uniti, Kamala Harris, ha chiamato l’allora primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ribandendo l’opposizione degli Stati Uniti (già dichiarata da Trump,ndr) a un’indagine della Corte Penale Internazionale su possibili crimini di guerra israeliani nei Territori Palestinesi.
Come funziona la Corte Penale Internazionale
La Corte Penale Internazionale ha sede all’Aia ed è un’istituzione internazionale permanente, dotata del potere di giudicare le persone responsabili dei più gravi crimini individuali contemplati dallo Statuto. Essa gode di piena indipendenza sia rispetto agli Stati sia rispetto alle Nazioni Unite. Non è infatti un organo dell’ONU.
La giurisdizione, o competenza, della CPI non si sostituisce né si sovrappone a quella dei tribunali nazionali. Lo Statuto accoglie infatti il principio di complementarità, in base al quale un caso non può essere giudicato (cosiddetta irricevibilità) qualora lo Stato che ha giurisdizione stia svolgendo indagini al riguardo o stia esercitando l’azione penale, oppure abbia già svolto indagini e deciso di non perseguire le persone coinvolte.
Il caso è però ricevibile se lo Stato competente non ha la volontà o la capacità di svolgere le indagini o di esercitare correttamente l’azione penale, o se la decisione di non perseguire i responsabili deriva da mancanza di volontà o di capacità dello Stato.
Ma affinché un caso possa essere giudicato, è infatti necessario il consenso dello Stato che sarebbe competente a esercitare la giurisdizione rispetto a esso.
In relazione ai crimini di guerra, lo Statuto contiene una norma transitoria che consente agli Stati di eccettuarli dalla competenza della CPI per il periodo di 7 anni, se commessi sul loro territorio o da loro cittadini, mediante una dichiarazione detta di opting out, contestuale alla ratifica dello Statuto.
Tale disposizione, volta a incoraggiare, soprattutto in una prima fase, la partecipazione di quegli Stati che durante il negoziato si erano mostrati poco inclini ad accettare automaticamente la giurisdizione della Corte rispetto ai crimini di guerra, ha conseguito effettivamente lo scopo in alcuni casi (come per la Francia, che ha ratificato lo Statuto esercitando la facoltà di opting out) e non in altri (così per gli Stati Uniti, che hanno deciso di non ratificarlo).
Riguardo all’aggressione contro un altro Stato, a differenza di quanto è avvenuto per gli altri crimini, non è stato possibile stabilirne la definizione. nel diritto internazionale tale nozione è infatti ancora controversa. Troppo spesso dipende da “chi aggredisce chi” e il doppio standard pesa come un macigno.
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Giancarlo Staffo
Tribunale sarà a senso unico, sarànno puniti solo i nemici di USa, Nato, Israele e loro amici qualunque crimine abbiano commesso.I rapporti di forza sono ancora quelli degli ultimi 30 anni…
Giancarlo Staffo
Tribunale sarà a senso unico, sarànno puniti solo i nemici “canaglia” di USa, Nato, Israele e loro amici qualunque vosa abbiano o non sbbiano commesso. Purtroppo I rapporti di forza, sia nelle istituzioni internazionali come nelle conunicaziomi, su tutti i media, sono ancora quelli degli ultimi 30 anni…
Leonardo
Non solo. Nel 2002 G.W.Bush firmò quanto segue. (da Wikipedia)
The American Service-Members’ Protection Act (ASPA, Title 2 of Pub.L. 107–206 (text) (PDF), H.R. 4775, 116 Stat. 820, enacted August 2, 2002) is a United States federal law that aims “to protect United States military personnel and other elected and appointed officials of the United States government against criminal prosecution by an international criminal court to which the United States is not party.” Ma, soprattutto:
“ASPA authorizes the President of the United States to use “all means necessary and appropriate to bring about the release of any U.S. or allied personnel being detained or imprisoned by, on behalf of, or at the request of the International Criminal Court”. This authorization has led the act to be nicknamed the “Hague Invasion Act”
Ovviamente: International Criminal Court = Corte Penale Internazionale.