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Francia. Lo Stato vuole sciogliere il Groupe Antifasciste Lyon et Environs

Mala tempora currunt”… e se ne preparano di peggiori! Ogni guerra al “nemico-invasore” esterno – in questo caso quella che si sta protraendo da diverse settimane in Ucraina contro Putin e la Russia in generale – ha sempre un suo fronte interno.

Lo Stato e le sue classi dirigenti hanno bisogno di “giustificare” le proprie scelte guerrafondaie e distruttrici, creare consenso nella forma di assoggettamento, diffondere paura attraverso uno stato d’emergenza permanente: è la propaganda di guerra, bellezza!

Ma non solo. Perché tenere sotto controllo e, se necessario, reprimere apertamente il dissenso e la contestazione rappresenta il fronte interno della guerra. In questo scenario “eccezionale” dare l’ennesimo giro di vite repressivo contro chi lotta, si organizza e si mobilita è un’occasione succulenta ed imperdibile per rafforzare l’autoritarismo politico e sociale.

Dopo il recente scioglimento di due organizzazioni antisioniste di solidarietà al popolo palestinese in Francia, ovvero il Comité Action Palestine e Collectif Palestine Vaincra, adesso è il turno del Groupe Antifasciste Lyon et Environs (GALE), che lotta “per un antifascismo popolare, autonomo e rivoluzionario” in uno dei bastioni storici dell’estrema destra francese, dove sono nate e hanno proliferato diverse organizzazioni (dal GUD divenuto Bastion Social alla più recente Génération identitaire) ed epicentro delle violenze fasciste negli ultimi anni.

Questa dissoluzione non ci spaventa. L’entusiasmo di Darmanin per lo scioglimento di tutti i cosiddetti gruppi di ultrasinistra è una trovata elettorale per attirare gli elettori di destra. È anche un modo per reprimere un movimento su larga scala che si sta preparando per un potenziale secondo mandato quinquennale del governo Macron, che si prepara a perseguire le sue politiche antisociali e razziste”, scrive il GALE nel suo comunicato che pubblichiamo di seguito (qui in francese).

Le procedure di scioglimento di associazioni e organizzazioni attuate dal Ministero degli Interni francese hanno chiaramente una matrice politica. La criminalizzazione delle lotte e, in particolare, dell’antifascismo militante è una “dichiarazione di guerra” contro chi non si allinea alla “Union sacrée” nazionale e ha deciso di non piegarsi di fronte alla crescente repressione sociale.

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Dal dicembre 2021, la prefettura minaccia il nostro gruppo di un possibile scioglimento.

Quali sono i motivi di questo? La diffusione attraverso i social network del gruppo di un video del Lyon Antifa Fest che mostra, in particolare, slogan anti-polizia durante un concerto, e poi qualche mese dopo quella dell’appello del movimento Les Soulèvements de la terre ad assediare la sede di Bayer-Monsanto il 5 marzo a Lione.

Il ministro degli Interni francese, Gérald Darmanin, ha detto di voler sciogliere il gruppo, dopo averlo denunciato al Ministero della Giustizia, e ha chiesto ai servizi del Ministero degli Interni di avviare indagini sul GALE e sul Lyon Antifa Fest.

Questo giovedì 17 marzo sono stati notificati i documenti che fanno scattare la procedura di scioglimento alle persone considerate dalla prefettura come appartenenti al nostro gruppo.

Da mercoledì 16 marzo è stato messo in atto un vero e proprio sistema di molestie: gli attivisti sono stati seguiti per strada fino alle loro case e ai luoghi di lavoro, sono stati molestati al telefono dalla polizia di Lione, che è venuta a suonare e a bussare alle porte la mattina presto e più volte durante il giorno.

Naturalmente non siamo sorpresi da queste molestie, in un contesto in cui il governo non nasconde di essere in una campagna per criminalizzare le organizzazioni che i media descrivono come ultra-sinistra. Altri gruppi politici come i media Nantes Révoltée e più recentemente le associazioni Comité Action Palestine e Collectif Palestine Vaincra sono anch’essi presi di mira, e addirittura già sciolti. Non dimentichiamo lo scioglimento delle associazioni musulmane come il Collectif contre l’islamophobie en France (CCIF).

È per questo che ci siamo sempre rifiutati di alimentare gli strumenti repressivi dello Stato, anche se è utile ricordare che la procedura di scioglimento è stata storicamente stabilita contro le leghe fasciste degli anni trenta.

Questa dissoluzione non ci spaventa. L’entusiasmo di Darmanin per lo scioglimento di tutti i cosiddetti gruppi di ultrasinistra è una trovata elettorale per attirare gli elettori di destra. È anche un modo per reprimere un movimento su larga scala che si sta preparando per un potenziale secondo mandato quinquennale del governo Macron, che si prepara a perseguire le sue politiche antisociali e razziste.

Questa procedura mostra una doppia incomprensione da parte di coloro che sono al potere.

Il primo è pensare che lo scioglimento dei gruppi fermi i movimenti di protesta, impedisca al pensiero emancipatore di diffondersi e alla critica di continuare. Al contrario, speriamo che questi passi politici abbiano l’effetto contrario. In realtà, l’unico effetto del processo ai 7 antifascisti è stato quello di rafforzare i legami esistenti e creare un movimento di sostegno su larga scala. Questa repressione è un’opportunità per noi di costruire un nuovo rapporto di forza con tutto il nostro campo politico.

La seconda idea sbagliata è che le nostre organizzazioni abbiano le stesse strutture gerarchiche di quelle delle istituzioni: che abbiamo burocrati, capi e rappresentanti, e che licenziandoli e mettendoli a tacere si annientino le lotte. Non importa quanto glielo spieghiamo, non capiscono, o forse pensano che sia meglio spingerci nella clandestinità?

Con questa dissoluzione si prende di mira il movimento autonomo di Lione. Ma è troppo pensare che il GALE rappresenti un intero movimento che per essenza è eterogeneo, disparato e massiccio. Ancora una volta, le fantasie del governo alimentano una repressione senza precedenti: lo scioglimento di un gruppo antifascista.

Questo è un appello per un ampio sostegno da parte di tutti i nostri alleati e delle forze progressiste nel loro insieme. Da qualche mese, il nostro campo sociale sta vivendo una svolta repressiva, e stare insieme è la nostra unica via d’uscita.

Non possono dissolvere la rivolta che cresce. Per sempre antifascista.

18 marzo 2022

Groupe Antifasciste Lyon et Environs

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