Si sono svolte il 26 marzo le elezioni locali in gran parte delle maggiori città della Cisgiordania, fra cui Ramallah, Hebron, Nablus, Jenin, a seguito di un primo round tenuto nelle città più piccole a fine 2021.
Tali elezioni sono cadute in un clima di generale disillusione popolare nei confronti del quadro istituzionale, dati la nota situazione dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), apparato burocratico sostanzialmente inutile al popolo palestinese, e la divisione interna ai Territori perdurante dal 2007, da quando, cioè, a seguito di un conflitto civile armato, Hamas controlla la Striscia di Gaza, mentre Fatah continua a dominare laddove vige ancora l’ANP. Quest’ultimo fattore continua a provocare il rinvio sine die delle elezioni politiche generali e di quelle presidenziali dei Territori, svuotando ulteriormente di senso anche le tornate elettorali locali, laddove vengono tenute.
Entrambe queste tornate hanno visto l’affermazione forte di liste indipendenti, ovvero registrate a nome di nessun partito, cosa che rende difficile un’analisi politica degli esiti. Tuttavia, un fatto politico di una certa rilevanza, che potrebbe avere ripercussioni future, c’è stato: Hamas, infatti, pur boicottando ufficialmente le elezioni, ha consentito ai propri esponenti locali di prendervi parte all’interno di liste indipendenti, in alleanza con il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (FPLP), storica organizzazione comunista.
Maher Harb, esponente del FPLP, ha dichiarato ad Al Monitor (https://www.al-monitor.com/originals/2022/03/west-bank-local-elections-bring-hamas-pflp-closer): ” La situazione politica generale ha spinto il FPLP e Hamas verso un riavvicinamento politico e nazionale. Le due fazioni concordano sui servizi e sui programmi sociali che devono essere offerti ai cittadini. Entrambi hanno nominato candidati influenti e socialmente accettabili in grado di soddisfare le richieste del popolo”.
Sul fronte di Hamas, Fazza Sawafta, dirigente della Cisgiordania, ha dichiarato sempre ad Al Monitor:” L’alleanza tra Hamas e il FPLP è necessaria e dovrebbe essere favorita in vari aspetti della vita politica, alla luce della convergenza nel programma politico tra le due fazioni…La nostra alleanza è fonte di preoccupazione per Fatah e l’ANP, in quanto il FPLP fa parte dell’OLP. Abbiamo cercato di costruire l’OLP su solide fondamenta, ma Fatah e l’ANP hanno rifiutato e richiesto il riconoscimento dei principi del Quartetto internazionale [riconoscimento dello stato israeliano, rinuncia alla resistenza armata], il che ha ostacolato gli sforzi di riconciliazione”.
Sembra proseguire, così, il processo di riavvicinamento graduale di Hamas all’”Asse di resistenza”, di cui il FPLP è alleato fondamentale. Durante i primi anni della crisi siriana, il movimento islamico aveva privilegiato la propria appartenenza alla Fratellanza Musulmana, schierandosi a favore dei ribelli jihadisti contro Damasco e contando, più in generale, sull’emersione dei Fratelli Musulmani come nuovo soggetto regionale forte e legittimato da tutte le principali potenze internazionali, a seguito delle cosiddette primavere arabe.
Successivamente, prendendo atto del fallimento dell’operazione di regime change in Siria, della caduta di Al-Morsi in Egitto e del generale cambiamento dei rapporti forza in Medio oriente, Hamas ha cambiato parzialmente il proprio gruppo dirigente e ha riorientato la propria linea.
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