Le informazioni dell’intelligence Usa hanno aiutato le forze armate ucraine anche ad uccidere molti generali russi, fornendone la localizzazione dei loro quartieri generali mobili e dei loro movimenti.
A rivelarlo è stato il New York Times citando come fonti alcuni alti funzionari statunitensi, ma mettendo in serissimo imbarazzo la Casa Bianca, la quale è stata costretta a intervenire per “mettere una pezza” di fronte a fatti che inevitabilmente portano all’escalation nella guerra con la Russia.
“E’ irresponsabile, le informazioni di intelligence sul campo di battaglia non sono state fornite agli ucraini con l’intento di uccidere generali russi“, ha affermato Adrienne Watson, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale.
Finora l’amministrazione americana aveva confermato di condividere con Kiev informazioni di intelligence. Il capo dello stato maggiore congiunto Usa, generale Mark Milley, aveva confermato in una audizione al Senato che prima e durante l’invasione dell’Ucraina il Pentagono ha “aperto i rubinetti” e dato “informazioni significative” a Kiev.
Ma la Casa Bianca la considerava una forma sicura di aiuto perché invisibile o, almeno, negabile. Rendere pubblico che i dati sono utilizzati per eliminare parte dei vertici militari e della catena di comando russa aumenta invece il rischio di una allargamento del conflitto.
Tanto più dopo che il capo del Pentagono Lloyd Austin ha dichiarato che Washington “vuole vedere la Russia indebolita a tal punto che non possa più fare cose come quelle che ha fatto invadendo l’Ucraina“. Gli ufficiali ucraini sostengono di aver eliminato ben 12 generali russi al fronte, un numero che ha stupito gli esperti militari.
Le fonti del New York Times si sono rifiutate di specificare quanti generali siano stati uccisi grazie alle informazione dell’intelligence Usa e hanno sottolineato che non tutti i colpi sono stati effettuati con l’aiuto dell’intelligence americana; la quale, ad esempio, non avrebbe avuto alcun ruolo ne colpo tentato lo scorso weekend contro il capo di stato maggiore russo Valery Gerasimov, che però è riuscito a salvarsi.
Ma mentre la Casa Bianca stava cercando di gettare sabbia sullo scoop del New York Times, un’altra bordata è arrivata dal Washington Post, secondo il quale sono stati gli Usa a fornire all’Ucraina le informazioni d’intelligence che hanno consentito alle forze di Kiev di attaccare e affondare, oltre un mese fa, l’incrociatore russo Moskva, nave ammiraglia della flotta russa del Mar Nero.
L’attacco condotto dalle forze di Kiev contro una nave di capitale importanza per le forze russe, non sarebbe stato possibile senza l’assistenza degli Stati Uniti, spiegano le fonti, sottolineando quanto profondamente gli Usa siano coinvolti nel conflitto.
Tra l’altro il drone che ha fornito le coordinate agli ucraini risulterebbe essere partito dalla base Usa di Sigonella, in Italia.
Gli Usa si trincerano dietro la versione secondo cui, nonostante abbiano fornito informazioni sull’incrociatore Moskva, “non erano a conoscenza” della decisione dell’Ucraina di colpire la nave da guerra, ha spiegato un funzionario statunitense, precisando che il governo Usa condivide informazioni di ambito marittimo con l’Ucraina per aiutarla a difendersi dalle minacce.
L’indiscrezione del Washington Post si aggiunge così a quella diffusa dal New York Times e insieme definiscono uno scenario in cui gli Usa appaiono coinvolti direttamente nella guerra contro la Russia in Ucraina.
E’ uno scenario significativamente diverso e dalle conseguenze potenzialmente pesanti.
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