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Sotto i nostri occhi: complici, distratti o liberi

C’è gente che fugge l’impero della violenza e sopravvive di aiuti umanitari che non arrivano o di promesse di solidarietà non mantenute.

Sotto i nostri occhi, in Algeria e in Libia si deportano migliaia di persone ogni mese col pretesto che si tratta di migranti e rifugiati ‘irregolari o clandestini’. Vengono abbandonati nel deserto in prossimità delle frontiera nigerina che raggiungeranno dopo aver camminato la notte cantando per farsi compagnia.

Sotto i nostri occhi, con le stesse modalità e per le stesse ragioni, si violentano le donne e ragazze che osano avventurarsi nei Paesi citati per lavorare e credere in un altro mondo possibile per loro.

Sotto i nostri occhi si comprano armi, droni, aerei da combattimento e nel frattempo una buona parte delle scuole statali delle capitale sono fatte di foglie intrecciate e di fango. In città si trovano palazzi, hotel di lusso, cavalcavia, aeroporti, semafori spenti, cammelli, mandrie di buoi che attraversano la strada e asini che dettano il ritmo della circolazione nelle ore di punta.

Sotto i nostri occhi si costruiscono basi militari straniere, piste di atterraggio e capannoni per i nuovi e citati droni di fabbricazione turca recentemente arrivati alla capitale. Non diminuiscono i mendicanti, le rapine, gli scippi e le menzogne dei politici.

Sotto i nostri occhi complici, distratti o assimilati accade quanto descritto e molto altro. Ad esempio la costante fabbricazione della povertà che, funzionale all’apparato umanitario, diventa parte integrante del paesaggio quotidiano, in città e soprattutto in campagna. Miriadi di Organizzazioni Non Governative, Agenzie delle Nazioni Unite che, nella vasta e fantasiosa composizione che le contraddistingue, assicurano lavoro e prosperità soprattutto e principalmente ai propri impiegati.

Sotto i nostri occhi crescono gli uffici ben difesi delle citate agenzie, le fortezze nelle quali abitano i dirigenti di enti, banche e multinazionali della solidarietà. Ci sono zone, nella capitale, dove le sedi di associazioni, ong nazionali o internazionali, offrono un panorama particolarmente denso di pannelli, scritte e indicazioni improbabili sul tipo di servizio offerto.

Sotto i nostri occhi si punta allo sviluppo, alla crescita sostenibile, al consolidamento di una pace che non c’è e ai progetti di coesione sociale per evitare di parlare della giustizia sociale. Non si dovrebbero altresì dimenticare le nuove creazioni regionali o continentali.

Sotto i nostri occhi, il decantato e promesso Grande Muro Verde del Sahel, potrebbe drenare somme importante di denaro che, con buona probabilità, finiranno nel ‘Grande Muro di Sabbia’ della corruzione o della ‘privatizzazione’.

Sotto i nostri occhi liberi si celano i germogli di un mondo nuovo che si nasconde dietro le lacrime di una donna che partorisce e di un bimbo che diventa uomo.

Sotto i nostri occhi liberi si svela un mondo fragile e pieno di fessure dalle quali passa, talvolta, un filo di luce e un soffio di vento.

 Niamey, Pentecoste 022

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