Il 9 luglio, l’Argentina commemora il Giorno dell’Indipendenza, ma in questo giorno il governo doveva pagare quasi 700 milioni di dollari di interessi agli obbligazionisti che possiedono i titoli del debito. Tutto questo in un’Argentina che soffre di una spietata corsa alla valuta e di un’inflazione fuori controllo.
Per questo sabato scorso migliaia e migliaia di persone sono scese in piazza in tutto il Paese per ripudiare il patto di austerità con il Fondo Monetario Internazionale. Plaza de Mayo è stata l’epicentro di questa giornata, guidata da organizzazioni popolari, sindacali, piqueteros e dal Frente de Izquierda Unidad (Fronte di Sinistra Unitario).
Di seguito riportiamo il comunicato letto dalle organizzazioni presenti in piazza:
“Il 9 luglio conquistiamo le strade di tutto il paese contro il patto del governo e del FMI: no al pagamento del debito estero, annullamento dell’accordo del governo con il FMI! Basta con l’aggiustamento, il saccheggio, l’estrattivismo e la dipendenza! Il debito è con i popoli e con la natura! Che le risorse vadano a risolvere i bisogni popolari: salari, posti di lavoro, pensioni, salute, istruzione, casa, assistenza e protezione dell’ambiente.
L’aggiustamento passa anche attraverso l’inflazione. Salario minimo pari al paniere familiare. Aggiornamento mensile dei salari, delle pensioni e dei programmi sociali. Per il trionfo di tutte le lotte operaie e popolari. Per uno sciopero nazionale e un piano di lotta contro l’aggiustamento. Abbasso la criminalizzazione della protesta.
Solidarietà con la lotta dei popoli latinoamericani contro il FMI. Questo 9 luglio, le organizzazioni sottoscritte, le organizzazioni sociali, per i diritti umani e per l’ambiente, il movimento dei picchettatori militanti, il sindacalismo militante e tutte le organizzazioni della sinistra, si sono mobilitate per dire no al patto del governo con il FMI e al suo piano di aggiustamento, di resa e di criminalizzazione della protesta, mentre il governo e l’opposizione di destra commemorano ipocritamente il Giorno dell’Indipendenza, stringono un patto con il FMI e approfondiscono tutti i legami militari, economici e politici con l’imperialismo.
Nelle grandi mobilitazioni unitarie contro il patto tra il governo e il FMI che abbiamo condotto a dicembre e febbraio, insieme a decine di organizzazioni, abbiamo denunciato che questa politica avrebbe peggiorato la situazione della classe operaia e di altri settori popolari.
Oggi abbiamo un’inflazione annualizzata che raggiungerà il 75/80%, la perdita dei salari, delle pensioni e del potere d’acquisto dei piani sociali, più tariffe e la licenza per il saccheggio del petrolio, del gas, delle miniere e dell’agroalimentare.
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