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Anche Roger Waters finisce sulla lista nera ucraina

Roger Waters, fondatore del gruppo dei Pink Floyd, è stato inserito nella lista nera del portale Mirotvórets, un sito web ucraino dove vengono pubblicati i dati personali di coloro che non appoggiano il governo.

Il fondatore del gruppo musicale britannico dei Pink Floyd è stato inserito nella lista nera stilata dal portale Mirotvórets “per aver diffuso propaganda anti-Ucraina”.

Il sito web ucraino Mirotvórets pubblica i dati personali di giornalisti e personaggi pubblici di diversi paesi che, secondo i suoi amministratori, rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale dell’Ucraina. L’inclusione nel suo database può diventare motivo di divieto di ingresso nel paese, sebbene formalmente Mirotvórets non sia un registro ufficiale viene usato dalle autorità ucraine e dai servizi segreti.

Fondato nel 2014 da Anton Gerashchenko, allora consigliere del presidente ucraino e viceministro degli interni dal 2019 al 2021, Mirotvórets è stato ampiamente criticato per aver pubblicato dati personali a scapito della stessa legge ucraina. Nonostante la sua chiusura sia stata annunciata a maggio 2016, il sito è attualmente ancora attivo.

In fondo Roger Waters ha espresso solo sue legittime opinioni che vanno però contro quanto ogni giorno i media internazionali occidentali propagandano. Siccome l’Ucraina si proclama uno stato democratico anche le opinioni sgradite, come quelle di Roger Waters e di altri che figurano nella copiosa lista, dovrebbero essere accettate e non prese a pretesto per stilare liste nere.

Infine la lista nera stilata dal sito ucraino Mirotvórets non mi sembra che sia stata condannata dal democratico occidente. Una lista che sa tanto di lista di proscrizione.

* www.occhisulmondo.info

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2 Commenti


  • Mauro

    Un sito che campa con i nostri soldi…vero Fratoianni?


  • Giovanni

    Waters e’ un artista, Zelenskj uno scarto di circo prestato alla politica espansionista atlantista.
    A Roger non servono palchi o luci, cosa necessaria, invece, al fascista per mantenere la sua mistificatoria immagine.

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