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L’altro mondo prende le misure con l’Occidente

Il vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai (SCO) tenutosi a Samarcanda segna indubbiamente un salto di qualità sullo stato delle relazioni internazionali.

Il fatto più rilevante del vertice è stato l’incontro bilaterale tra Putin e Xi Jinping, il primo da quando la Russia è intervenuta militarmente contro l’Ucraina.

La Cina e la Russia “hanno mantenuto un’efficace comunicazione strategica dall’inizio dell’anno e “uno stretto coordinamento sulla scena internazionale per sostenere le norme di base delle relazioni internazionali” e “la cooperazione bilaterale nei vari campi è avanzata in modo costante”,  riferisce un comunicato del ministero degli Esteri cinese. Xi Jinping si legge nella nota, ha sottolineato che la Cina lavorerà con la Russia “per estendere un forte sostegno reciproco su questioni che riguardano i rispettivi interessi fondamentali e approfondire la cooperazione pratica nel commercio, nell’agricoltura, nella connettività e in altre aree”.

Dal canto suo Putin ha osservato che il mondo sta attraversando molteplici cambiamenti, ma che “l’unica cosa che rimane invariata è l’amicizia e la fiducia reciproca tra Russia e Cina” e ha definito il partenariato strategico tra i due Paesi “stabile come le montagne”. Secondo il presidente russo, “sia la Russia che la Cina sostengono un ordine internazionale più equo e ragionevole, dando un ottimo esempio nelle relazioni internazionali; la Russia “consoliderà e approfondirà la comunicazione e la collaborazione bilaterale e multilaterale con la Cina e amplierà la cooperazione in settori chiave come il commercio e l’energia”. Infine, Mosca ha ribadito il suo impegno al rispetto del principio della “Cina unica” e la condanna delle “mosse provocatorie di singoli Paesi su questioni riguardanti gli interessi fondamentali della Cina”.

Le reazioni Usa all’incontro tra Putin e Xi Jinping rivelano serissime preoccupazioni. “Gli Stati Uniti sono preoccupati per il progressivo rafforzamento delle relazioni tra Russia e Cina” ha dichiarato ieri il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Ned Price. “Certamente, abbiamo visto questa relazione (tra Russia e Cina, ndr) divenire sempre più stretta. Abbiamo espresso con chiarezza la nostra preoccupazione in merito all’approfondimento di questa relazione, e la preoccupazione che tutti i Paesi del mondo dovrebbero nutrire a tal proposito”, ha dichiarato Price.

Inutile rilevare che il resto del mondo per l’amministrazione Usa sia solo quello occidentale, una visione seriamente rimessa in discussione dai fatti degli ultimi anni e strattonata in profondità da quelli degli ultimi mesi.

All’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai, in questo vertice si è aggiunto un nono paese: l’Iran.

Non solo. Alla riunione della SCO a Samarcanda paesi come Turchia, Arabia Saudita, Qatar ed Egitto hanno ottenuto lo status di ‘partner di dialogo’, a cui aspirano anche Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Siria e Iraq. Altri paesi Armenia, Azerbaijan, Nepal, Cambogia e addirittura l’Afghanistan hanno chiesto lo status di osservatore. La Bielorussia sta per diventarne membro.

Della SCO, fondata nel 2001 nella metropoli cinese da cui prende nome, fanno già parte Cina, Russia, India, Pakistan e quattro repubbliche asiatiche della ex Urss. Già oggi rappresentano il 40% della popolazione e il 30% del Pil mondiale ma con una differenza: in questi paesi sono in crescita, in quelli occidentali sono in ritirata.

Una notizia al margine, ma estremamente significativa nel processo di “de-dollarizzazione” in corso a livello mondiale, è che l’India comincerà presto a commerciare con la Russia in rupie. La State Bank of India ha accettato di facilitare questo nuovo meccanismo.

A luglio, la Reserve Bank of India ha introdotto un meccanismo per regolare il commercio internazionale in rupie, per evitare l’impatto del deprezzamento delle valute globali.  La mossa è stata vista come un aiuto al commercio con la Russia, colpita dalle sanzioni, in quanto un meccanismo simile è stato utilizzato in precedenza per regolare i pagamenti con l’Iran, anch’esso colpito da sanzioni. Le aziende indiane stanno già scambiando i dollari e gli euro con le valute asiatiche per regolare le transazioni, al fine di evitare le sanzioni occidentali contro la Russia.

Un editoriale del quotidiano cinese Global Times chiarisce chiaramente il senso che Pechino attribuisce all’evento: rimettere in discussione l’attuale egemonia occidentale, stabilendo un nuovo ordine internazionale. Nel vertice di Samarcanda le premesse di tutto questo sono state indicate piuttosto chiaramente.

 

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5 Commenti


  • PopolO in lotta

    **Samarcanda–il vertice dello SCO segna come rilevato da Sergio Cararo, un salto di qualità nelle relazioni internazionali. Sempre più paesi sono interessati a commerciare usando le proprie monete nazionali, come per es, l’India. Quindi c’è un altro mondo consistente che si esprime contro la sudditanza al dollaro. Certamente l’Amicizia e la cooperazione politico-commerciale tra la Russia e la Cina è la Base che tutti popoli possono constatare x capire, che un altro Mondo è possi bile, realizzabile SENZA più lo sfruttamento economico-sociale degli USA e dell’occidente tutto. Questo Vertice di Samar canda ha dimostrato che ANOTHER WORLD IS POSSIBLE:, quindi NON un’utopia ma la realizzazione di un mondo Socio-Economico NON più basato sulle armi, le guerre, l’Infelicità e le Sofferenze degli Esseri Umani CREATE dal Capitalismo
    e dai suoi due figli IMMONDI :Nazismo e Fascismo. Finalmente un Mondo Nuovo espressione della Vera Amicizia, dell’Affetto e dell’Amore tra esseri Umani, la Flora e la Fauna.**


  • ZioRorry

    Non so se il commento sia sarcastico, ma in ogni caso dal declino dell’unipolarismo al sogno di un mondo felice ce ne passa. Che non si dimentichi il fatto che Cina e Russia sono perfettamente inserite nel gioco della grande competizione global-capitalista per conquistare mercati e sfere d’influenza. Il filtro attraverso il quale guardano il mondo è sempre quello, scevro forse della pedante retorica sulla democrazia e sui diritti umani, ma sempre con l’occhio puntato alla sostituzione del mercato americano col proprio mercato. Se tra 50 anni avremo lo yuan anziché il dollaro come moneta di scambio sarà cambiato tutto affinché nulla sia cambiato veramente. Facciamo attenzione a farci prendere da facili entusiasmi, se non si cambia la semantica del linguaggio politico finiremo per morderci la coda.


    • Redazione Contropiano

      Se tu seguissi quanto andiamo scrivendo da anni questo dubbio non l’avresti…


  • Giovanni

    Perdere l’egemonia e’ dura ma i processi hanno il loro corso irreversibile ; gli Usa stan perdendo le braghe e per coprire le vergogne usano il fico ucraino e la sudditanza europea per terrorizzarne i popoli.
    Sun Tzu e’ ben altro del cow boy….


  • Simo

    mi pare evidente che il commento facesse riferimento al precedente e non alla linea del giornale. comunque spesso la redazione risponde in maniera aggressiva.

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