Nonostante la disinformazione diffusa sui e dai media occidentali, il quadro delle responsabilità sul sabotaggio ai gasdotti che portavano il gas russo in Germania ed Europa si va definendo fin troppo chiaramente.
Il livello dei danni effettuati da sabotaggi condotti con “estrema professionalità”, in zone marine controllate dalla Nato, è coerente con l’obiettivo dichiarato di paesi come Usa, Polonia, Gran Bretagna e Repubbliche Baltiche di interrompere irreversibilmente le arterie energetiche tra Russia e Germania/Europa, una dinamica che non lascia troppi dubbi.
Il sabotaggio di una infrastruttura strategica come i due gasdotti presenta tutte le caratteristiche di un’azione bellica da parte di “una parte della Nato” contro la Russia, ma anche un punto di non ritorno contro ogni “tentennamento europeo” sulle forniture di gas russo.
La guardia costiera svedese ha confermato una quarta perdita di gas nei due gasdotti Nord Stream. Lo riferisce al quotidiano “Svenska Dagbladet il portavoce della guardia costiera, Jenny Larsson, secondo cui la quarta falla si trova nel gasdotto Nord Stream 2, a un livello intermedio fra le altre due riscontrate nel Nord Stream 1.
Secondo Larsson, delle quattro perdite di gas, due si trovano nella zona economica esclusiva della Svezia e le altre in quella danese, due aree sotto stretto controllo della Nato. Come dimostra la mappa in pratica è “il cortile di casa della Nato”,.
A Berlino le orecchie fischiano dolorosamente. Fonti degli apparati di sicurezza tedeschi affermano che tre delle quattro condotte dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico potrebbero essere inutilizzabili per sempre a seguito delle falle che si sono aperte nelle tubature. Il primo è operativo da anni, il secondo è stato bloccato unilateralmente dalla Germania su esplicita pressione degli Stati Uniti.
Secondo tali fonti, se l’infrastruttura non verrà riparata rapidamente, le condotte saranno corrose dall’acqua del mare. Il ministero degli Esteri tedesco ha costituito una specifica unità di crisi per indagare e seguire le conseguenze dei sabotaggi ai due gasdotti che collegano la Russia con la Germania. Come primo passo, sono stati intensificati i controlli della Polizia federale nelle acque della Germania, in particolare lungo le rotte rilevanti per le infrastrutture critiche.
Gli incidenti sui gasdotti Nord Stream 1-2 sono avvenuti in una zona controllata dall’intelligence statunitense ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa russa “Ria Novosti”.
La Zacharova ha ricordato che gli incidenti si sono verificati nella zona economica esclusiva di Danimarca e Svezia, due paesi “legati alla Nato” e “completamente controllati dai servizi speciali statunitensi”. La Zakharova ha espresso la sicurezza che gli Stati Uniti avrebbero “il pieno controllo della situazione”.
La Procura generale russa ha comunicato l’apertura di un’indagine per terrorismo internazionale sui danni subiti dai gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico. Sul proprio canale Telegram, la magistratura ha affermato che, “non più tardi del 26 settembre 2022, presso l’isola di Bornholm, sono stati commessi atti intenzionali volti a danneggiare” le due infrastrutture. Tali incidenti hanno “inflitto alla Russia notevoli danni economici”.
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Bernardino Marconi
Il terrorismo americano ora si è manifestato con il sabotaggio ai gasdotti nord stream 1 e 2 questa è l’arma non nuova alla quale ricorrono quando non possono intervenire militarmente, vedi il caso Mattei. Nello specifico siamo arrivati a veri atti guerra per il dominio.
Mauro
Il baratro si avvicina sempre di più e non si può tornare indietro…
Nicos Zuccher
Quando francesi, inglesi, tedeschi e la nato distruggevano scientemente e con volontà vendicativa i nostri approvvigionamenti della Libia e infine tagliavano la gola a Geddaffy pensate che abbiano avuto qualche rimorso? Ora è il turno loro…..
Giovanni
Lo “stile” Usa si conferma sporco, come la storia conferma da Yalta in poi, con l’ aggravante che l’ ultimo atto di terrorismo yankee, sta minando i fragili equilibri del mondo intero.
E l ‘ Onu e’ ridotto a mero ” braccio armato diplomatico” della sconfinata arroganza a stelle e strisce.
O ci si ribella o rischiamo l’ estinzione della specie….
Pierpaolo
Agli USA non importa di preservare il benessere di noi europei. Sicuramente non vogliono l’estinzione della specie che coinvolgerebbe ovviamente anche loro. Ma un’Europa portata alla miseria e sempre più schiava è un obbiettivo molto plausibile. Ciò detto io credo che questa situazione non rappresenti un’affermazione della loro supremazia, piuttosto un estremo tentativo di un mostro morente di sferrare un ultimo attacco pur di sopravvivere. Per questo dico da comunista che non è la fase storica della purezza del pensiero (non lo era neanche durante la rivoluzione d’ottobre, durante la seconda guerra mondiale o durante gli anni di piombo e forse non lo sarà mai). Piuttosto bisogna capire da che parte stare in questa fase di conflitti bellici ed economici mondiali. Tutto questo è molto più urgente di tutti i problemi interni..e lo dice chi davvero fa fatica a far quadrare i conti a fine mese. Sconsolato vi saluto cercando, tra un impegno e l’altro, una via d’uscita da tutto questo. Perché mai smettere di credere e pensare, altrimenti l’avranno vinta sul serio.
Pierlo
Con tutti i vulcani che abbiamo non si può mandare qualche turbina?
Carlo Mazzoli
Mi ricorda molto il golfo del Tonchino degli anni’60…