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L’estrazione di valore dall’Europa e la sua inetta classe politica

L’aggressione militare del governo USA ai gasdotti nel mar Baltico è un atto enorme di guerra che evidenzia varie criticità.

La prima criticità è la risposta da inetti dei governi europei che sono talmente eterodiretti da rimuovere totalmente la denuncia dell’evidente autore yankee del sabotaggio (mancano solo le foto di rito) che opera per i suoi interessi strategici infischiandosene sia dei danni ai paesi a lui sottoposti (Unione Europea), sia al clima per il rilascio di enormi quantità di metano in atmosfera.

Molti pensano che lo scopo principale delle guerre degli USA in atto da 30 anni, dopo la modifica aggressiva della Nato del 1991, sia solo egemonico (minacciare e costringere i paesi al suo dominio), in realtà l’obiettivo immediato dei governi yankee (sia pseudo democratici che repubblicani) è quello di estrarre ricchezza, ovvero valore, dagli altri paesi, a cominciare dall’Europa e solo successivamente, facendo fallire gli stati, estrarne valore.

L’Europa, quella occidentale in particolare, ha goduto di 70 anni di pace, ha accumulato ricchezza e ha industrie e società efficienti, che quindi diventano agli occhi dei governi yankee oggetti di predazione a fronte di un paese, gli USA, che ha un enorme debito pubblico, ha esternalizzato le industrie manifatturiere, perde potere di estrarre valore dal mondo con il dollaro quale moneta di scambio (da comprare ma che è solo carta straccia), infine ha una situazione interna sociale precaria e povera.

Andare a prendersi la ricchezza dagli europei è perciò scelta immediata e facile, dato il servilismo dei governi UE.

Con l’immediato l’estrazione di valore degli USA avviene già adesso costringendo gli europei a comprare il loro fracking-gas (e dal prezzo esorbitante grazie anche alla speculazione borsistica), le loro armi e il loro grano OGM, ma avere interrotto l’importazione di gas dallo Stream 1, e credibilmente a breve anche dagli altri gasdotti dalla Russia, metterà in ginocchio l’industria europea, e si può stare sicuri che la produzione, per gli alti costi energetici, verrà spostata fuori dell’Europa, andando anche negli USA.

La seconda criticità è l’appiattimento dei mass media alle “narrazioni” fasulle provenienti da Washington e Bruxelles, dove non solo accettano acriticamente le “veline” provenienti da chi ci domina, ma si fanno carico anche di fare da censori quando qualcuno sta per dire verità scomode: esempio lampante è la giornalista Berlinguer che zittisce e interrompe interlocutori se stanno per dire cose scomode sulla guerra in  Ucraina.

La terza criticità è l’atteggiamento amorfo dei popoli europei (e italiano in particolare).

A fronte di un atto militare degli yankee contro l’Europa, la minaccia di una guerra atomica, l’aumento esorbitante delle spese militari, la gente comune non protesta, anzi appare assente e amorfa, in alcuni casi scherza sulla situazione rimuovendo il problema: siamo stati tutti narcotizzati al punto tale che è meglio farsi scorrere tutto addossa e se qualcuno evoca queste questioni è redarguito perché portatore di ansia che tanto si conosce già.

Credo che su quest’ultima questione in particolare, la guerra e le sue conseguenze economiche, tra i compagni è necessario un dibattito a come smuovere dal torpore la popolazione, anche perché mi aspetto che il PD e i suoi cespugli invece di concentrarsi su questi argomenti ci ammorberanno con girotondi e sardine varie sui post-fascisti al governo, che faranno danni, ma non è il problema dirimente.

Non dobbiamo cadere come comunisti nelle false proteste che serviranno solo a parlare del nulla, perché la destra razzista, al di la dei danni che farà, attuerà le stesse politiche capitaliste e NATO della destra liberista.

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