Da ieri mattina presto l’intero territorio dell’Ucraina è sotto allarme aereo. Mediaticamente questa nuova serie di incursioni riceve meno attenzione perché stavolta non vengono colpiti bersagli nel centro delle città, ma ci si concentra sullo smantellamento della rete elettrica e ferroviaria.
Gli obiettivi attuali sono centrali elettriche di medio voltaggio (in modo da spezzare la rete in isole separate l’una dall’altra), stazioni e snodi ferroviari e infrastrutture varie, su tutto il territorio del paese.
Pare dunque che le incursioni di ieri non siano state una reazione all’attentato al ponte ma l’inizio di una nuova strategia, ed è verosimile che continueranno anche nei prossimi giorni.
Gli effetti si stanno già manifestando, anche se per il momento non sono drammatici. Al di là del rallentamento generale del traffico ferroviario (che, ricordo, trasporta non solo persone e merci ma anche soldati, munizioni ed equipaggiamento al fronte) la rete elettrica sta iniziando a risentire seriamente dei danni subiti.
A Kiev sono in programma da oggi una serie di blackout controllati a rotazione nei vari quartieri. Le autorità cittadine promettono che le interruzioni non supereranno le quattro ore al giorno, ma tutto è sotto condizione di ulteriori attacchi.
Colpisce, sia nelle incursioni di ieri che in quelle di oggi, l’orario. Prima erano concentrate di notte, adesso invece partono dalla mattina. I motivi sono vari, al di là di fantasiose, per non dire deliranti, ricostruzioni (“siccome i missili arrivano da est la contraerea ha il sole in faccia“. A parte che non arrivano solo da est, non è che la contraerea spari a vista).
Colpire le infrastrutture di giorno, quando la rete elettrica e ferroviaria è già in pieno funzionamento, crea molti più problemi a chi deve gestirne le interruzioni e i rallentamenti, mentre un’incursione anche pesante alle tre di notte può essere tamponata prima che il paese riprenda a funzionare a pieno regime.
C’è anche un vantaggio aggiuntivo: la tempistica degli attacchi coincide con il primo ciclo di news, sia in Ucraina e Russia che in Europa, massimizzando l’effetto propagandistico degli stessi.
Per la popolazione civile è più o meno la stessa cosa, nel momento in cui non ci sono più attacchi sulle città; anzi, come mi dice chi sotto le bombe ci sta davvero, è meglio così piuttosto che essere svegliati nel cuore della notte e doversi precipitare fuori casa al buio.
Notizie dal fronte: Starlink continua a non funzionare bene o a non funzionare affatto. Più che un dispetto di Musk, a questo punto pare abbastanza chiaro che i russi abbiano trovato delle contromisure efficaci (la seguente affermazione è complottara, diciamo al 60%: vuoi vedere che la presa di posizione di Musk per una fine negoziata del conflitto dipende dal fatto che gli è stato comunicato che Starlink è disabilitabile?).
Nell’area che continuiamo a chiamare di Kharkiv, anche se ormai da Kharkiv si è allontanata di parecchio, una serie di contrattacchi russi ha ripreso Terny e Trotske, riportando almeno in quel settore la linea del fronte a posizioni più comode e distanti dal centro logistico di Kreminna, mentre sulle altre linee del fronte non si segnala particolare attività a parte la solita, metodica avanzata metro per metro in direzione di Bahmut.
Resta, ad ogni modo, una grossa concentrazione di forze ucraine a minacciare il nodo fondamentale di Svatove.
Non è chiaro se l’avanzata in quella direzione, che pare cosa imminente da almeno dieci giorni, sia in arrivo o se i problemi logistici e di comunicazione ucraini, uniti all’arrivo di rinforzi russi che si stanno trincerando in posizioni di vantaggio, abbia consigliato di soprassedere almeno per il momento.
* da Facebook
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