Menu

La guerra ibrida contro Cuba e Bolivia delle Ong pagate dagli Usa

Lo scopo principale di questo articolo è quello di denunciare il tentativo di applicare lo schema sovversivo ideato dagli Stati Uniti contro Cuba, replicandolo in Bolivia.

A tal fine, abbiamo a disposizione un documento della ONG argentina Cultura Democrática, intitolato: “Sostegno alla società civile cubana come metodo di pressione sui governi totalitari. La sua possibile applicazione alla Bolivia”. Questa organizzazione, con il suo logoro discorso umanista, sulla democrazia e su una società sviluppata, giusta e libera, intende ora concentrare le sue batterie contro la Bolivia, come copia di ciò che hanno fatto a Cuba.

Prima di condividere le loro azioni come organizzazione antirivoluzionaria, vogliamo sollevare alcune considerazioni e linee di azione, che ribadiscono e rendono evidente che fanno parte dello schema mediatico utilizzato dagli Stati Uniti per schiacciare la rivoluzione cubana, e che lo vogliono ripetere in Bolivia, come già stanno facendo e, in misura minore, anche in Venezuela.

Osserviamo che nel gioco politico statunitense, preoccupa lo spostamento a sinistra dell’America Latina, dovuto al fatto che i governi promossi da Washington come modelli democratici per la regione hanno fallito, perché rispondono solo agli interessi della destra e degli Stati Uniti, in quanto strumenti politici ed economici per le loro transnazionali.

D’altra parte, i valori democratici che gli Stati Uniti sostengono vengono applicati solo al di fuori del territorio statunitense, per essere utilizzati come giustificazione, sostenendo i partiti di opposizione e usandoli come vessilli di guerre non convenzionali per il cambio di regime, in modo sottile o con la forza.

Ricordiamo che dopo il fallito colpo di Stato in Bolivia, e di fronte allo spostamento verso il progressismo nella regione, i tentacoli della dittatura neoliberale stanno stringendo i cordoni per cambiare lo status quo, cercando di replicare le ricette applicate contro Paesi come Cuba, che continuano a cercare di sottomettere.

La politica statunitense di cambio di regime si basa principalmente sull’influenza dei vari settori della popolazione cubana, al fine di minare il sostegno al governo e indirizzarli in modo subdolo a distruggere il sistema politico che i cubani hanno scelto, seminando una narrativa che li mobiliti in modo inequivocabile, sulla base delle condizioni create artificialmente dallo stesso mentore statunitense.

La politica estera degli Stati Uniti si basa su un vasto sistema di organizzazioni apparentemente non governative che si nutrono dei contribuenti statunitensi e rispondono al governo per influenzare la politica degli Stati Uniti e del mondo, eliminando coloro che non si allineano e potenziando gli alleati.

Le leggi e i quadri internazionali funzionano nelle sale dell’ONU; fuori, sono la legge del mondo civilizzato.

A sua volta, l’addestramento di mercenari e la formazione di agenti di cambiamento è il risultato di anni di evoluzione di un meccanismo diabolico che risale alla Guerra Fredda e alle lotte tra l’Occidente e la defunta Unione Sovietica. Organizzazioni come queste hanno gettato le basi per il crollo del socialismo nell’Europa orientale e oggi si ergono a portabandiera della libertà nascondendo i loro interessi mondani.

Queste organizzazioni non nascondono i loro obiettivi oscuri, chiamandosi liberamente “leadership” e “agenti di cambiamento”, senza definire che cosa intendono cambiare, perché sono destinate a influenzare e cambiare solo i governi che gli Stati Uniti deprecano. L’ultima cosa di cui si preoccupano è la popolazione su cui operano, anche se è da lì che provengono i giovani che adescano e indottrinano per eseguire le loro azioni.

Così, in questo caso, attraverso un collaboratore legato a Cultura Democrática, scontento della ONG per i suoi metodi da guerra fredda, che hanno portato tanto sangue, abbiamo ottenuto un documento che racconta la procedura da attuare nei Paesi rivoluzionari.

Il documento descrive in dettaglio come l’alta politica statunitense approvi la preparazione di leader, che in seguito diventeranno agenti di cambiamento, che serviranno inconsapevolmente gli interessi del sedicente “egemone mondiale”. È il nuovo concetto di guerra non convenzionale, che distrugge il nemico con le sue stesse forze, applicando le teorie del politico statunitense Gene Sharp e il colpo di stato morbido.

Il documento cita in modo irrispettoso il sistema di misure di blocco finanziario ed economico contro Cuba, che non sono applicabili in Bolivia, perché renderebbero evidente chi sia il boia quasi immediatamente, anche se con il livello di manipolazione della comunità internazionale di oggi, non c’è dubbio che potrebbero applicarle contro qualsiasi Paese, indipendentemente dalle implicazioni etiche e dalle violazioni del diritto internazionale.

Allo stesso modo, nel documento, si mostra che questo modello di cambio di governo è stato applicato indistintamente in America Latina. Anche se non nella misura in cui viene applicato a Cuba.

Certamente, ci sono molti esempi, in cui l’appoggio dei militari è bastato per promuovere un colpo di stato, come è stato in Cile contro Allende, oppure il colpo di stato giudiziario contro Dilma Rousseff in Brasile e la conseguente reclusione di Lula da Silva.

Indubbiamente, gli Stati Uniti mantengono la loro politica di cortile nei confronti dell’America Latina, e quella del cambio di regime durante la guerra fredda nella regione, conseguenza naturale del loro desiderio di dominio, a seguito delle esperienze nella preparazione e nell’esecuzione delle rivoluzioni colorate nell’Europa orientale .

Oggi gli USA preferiscono spezzare una nazione senza ricorrere ad omicidi selettivi e massicci, come è successo con il Giappone con le due bombe nucleari. Dopo un’evoluzione verso uno stile più civile, preferiscono distruggere chi considerano loro nemico, a partire dai suoi beni più importanti: il suo popolo, la sua giovinezza, senza danni collaterali che intacchino la sua immagine di egemone.

Infine, il documento indica che, nel caso della Bolivia, si stanno facendo passi, tra molti altri, per rafforzare i partiti politici di opposizione e collegarli ai deputati cubano-americani in una causa comune, quella di replicare le misure antirivoluzionarie in Bolivia.

 * Surcosdigital.com

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *