Le sanzioni economiche imposte a Cuba e al Venezuela, come ad altri paesi, per obbligarli ad un cambio politico, il coraggio dei lavoratori portuali che a Genova e in altri scali tentano di impedire l’invio delle armi ai belligeranti, le fake news che ostacolano in tante situazioni il cammino della pace, come avviene anche nella Repubblica Democratica del Congo, e infine i progetti dell’Associazione Padre Virginio Rotondi per un giornalismo di pace, che promuove FarodiRoma e PlaceStPierre.
Sono stati questi i principali temi di una articolata e piuttosto lunga conversazione – avvenuta nella Biblioteca privata del Palazzo Apostolico Vaticano, ma in un clima molto familiare – tra Papa Francesco, il prof. Luciano Vasapollo, decano di economia e rappresentante per l’America Latina della Facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza, oltre che fondatore del Capitolo Italiano della Rete di artisti ed intellettuali in difesa dell’Umanità e editorialista di FarodiRoma, e il direttore di questo giornale online e docente di sociologia nella stessa facoltà, Salvatore Izzo, accompagnati dal giornalista dell’AGI e della Stampa Edoardo Izzo, che con loro completa il direttivo della Associazione Rotondi.
Vasapollo, che da anni collabora come economista con i governi di L’Avana e Caracas, ha portato a Francesco le istanze dei leader dei due paesi socialisti, Miguel Díaz-Canel e Nicolas Maduro, che erano stati preavvertiti dell’udienza privata e avevano trasmesso nei giorni scorsi, con messaggi riservati, sentimenti di stima e amicizia per Francesco e la richiesta a lui indirizzata di aiutare i loro popoli duramente provati.
L’economista ha poi aggiunto la propria personale testimonianza descrivendo al Papa la situazione difficile (e che si sta aggravando) creata nei due paesi dalle sanzioni, i cui effetti sono drammatici per le popolazioni, e danneggiano soprattutto i più deboli, in particolare i bambini, i malati e gli anziani, che soffrono (e purtroppo muoiono) per la carenza di farmaci e presidi sanitari, nonostante la grande generosità e capacità dei medici cubani, che nella loro patria come in Venezuela ed altri paesi (Italia compresa) testimoniano le parole di Fidel Castro “Medici non bombe!”.
Francesco ha confidato la sua partecipazione alla sofferenza dei popoli cubano e venezuelano, assicurando le sue preghiere e anche un fattivo impegno diplomatico perché siano alleviate. “Dopo le elezioni di Midterm in USA – ha spiegato – il momento potrebbe essere più favorevole e sono in corso contatti per chiedere a mio nome un alleggerimento delle sanzioni a Cuba e lo stesso spero per il Venezuela, al cui presidente voglio bene”.
Vasapollo ha sottolineato anche l’assurdità dell’inserimento di Cuba, visitata da tutti e tre gli ultimi Pontefici, tra “i paesi canaglia” coinvolti nel terrorismo, insistendo poi sulla specificità di una vera e propria guerra finanziaria contro l’Isola, alla cui economia sono state sottratte perfino le risorse inviate dai cubani che lavorano all’estero per mantenere le proprie famiglie.
E Papa Bergoglio ha auspicato che possa essere modificata quella che ha definito “politica dell’Impero”. Al Pontefice è stato anche detto che l’ipotesi di un viaggio che tocchi Colombia e Venezuela insieme – ipotizzato da Maduro – sarebbe un formidabile segnale per l’intera America Latina, un grande messaggio di riconciliazione.
Papa Francesco è tornato anche a lodare i lavoratori portuali dell’USB che in diversi porti italiani si oppongono all’invio delle armi, che l’anno scorso Luciano Vasapollo e Salvatore Izzo hanno accompagnato in Vaticano perché il Pontefice potesse incoraggiarli personalmente.
“Sono bravi”, ha ripetuto di nuovo inviando loro un nuovo incoraggiamento tramite FarodiRoma. Nella conversazione è stata anche descritta la preoccupazione che si coglie negli ambienti dell’Università e del Sindacato per la situazione sociale, la mancanza di prospettive di lavoro per chi studia e di possibilità di una dignitosa permanenza a Roma per i fuori sede.
A Francesco sono stati consegnati anche alcuni articoli del quotidiano online che documentano la tragedia in atto nella Repubblica Democratica del Congo, descritta in modo spesso fuorviante dai media.
In proposito, il direttore, Salvatore Izzo, ha illustrato al Papa l’iniziativa delle Giornate Viroche che da 6 anni ricordano in ambito universitario il sacrificio di padre Juan Viroche, ucciso nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 2016 nella sua chiesa di La Florida, alla periferia di Tucuman, per essersi opposto alla tratta delle minorenni e al traffico della droga nelle borgate che gli erano affidate, sottolineando la partecipazione come relatori, tra gli altri, dell’arcivescovo Nunzio Galantino, presidente dell’APSA, del card. Francesco Coccopalmerio, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i testi legislativi ed anche del presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, dell’ex presidente della Commissione Affari Sociali Mario Marazziti, e dello storico direttore di Avvenire d’Italia Raniero La Valle.
Altri seminari specificamente sul tema del disarmo e della pace hanno visto la partecipazione – hanno detto Salvatore Izzo e Luciano Vasapollo al Papa – del presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, che ha presentato agli studenti della Sapienza il messaggio di Don Primo Mazzolari “Tu non uccidere”, e del presidente della Fondazione per la Fratellanza Umana, mons. Yoannis Lahzi Gaid, che ha illustrato la genesi e le realizzazioni dell’Accordo firmato nel 2019 ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad al-Tayyib, e di padre Numa Molina, docente di giornalismo e prete di strada nei sobborghi di Caracas, il cui impegno per i poveri è stato sottolineato a Francesco nella conversazione.
Vasapollo e Izzo hanno anche presentato al Papa il progetto dell’Ateneo dei Marsi che in collaborazione con la diocesi di Avezzano, la Regione Abruzzo ed imprenditori locali ospiterà i corsi di primo livello di Scienze del Turismo e un’Università della Pace, collegata a istituzioni culturali bolivariane. Un progetto che Francesco ha definito “molto bello” e ha incoraggiato.
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