Menu

Il petrolio alla base del golpe in Perù

Quello tradotto qui di seguito, è un articolo pubblicato il 22 aprile 2022 sul giornale online peruviano La Republica. E leggendolo si capisce perfettamente il motivo per cui il Congresso del Perù (in mano alle destre che dispongono del potere economico) ha creduto necessario e urgente rendere innocuo il nuovo Presidente eletto Pedro Castillo, sostituendolo con un personaggio ben più docile e privo di scrupoli come Dina Boluarte. 

Fin dal momento della sua elezione il Presidente è stato boicottato in tutti i modi dal Congresso, che ha tentato con stratagemmi e accuse di vario tipo di destituirlo (dall’accusa di plagio della tesi di laurea ad accuse infondate di corruzione che a nulla hanno portato).

Una spiegazione, piuttosto banale se vogliamo, ma purtroppo sempre valida, sono invece gli interessi economici della classe che li detiene e che si è sentita minacciata concretamente dal nuovo Presidente, un uomo del popolo povero ed amato da questo.

Altri articoli di Contropiano spiegano già la situazione peruviana e i fatti di quest’ultimo periodo. In questo articolo è evidenziata una delle fondamentali motivazioni del perché proprio ora era ormai improcrastinabile, dopo tanti tentativi falliti, la destituzione di Pedro Castillo: il rinnovo degli appalti petroliferi in scadenza tra il 2023 e il 2028.

Il Perù ha una buona riserva di greggio e Pedro Castillo ha avuto l’”impudenza” di firmare a luglio del 2022 importanti decreti che aggiudicano lotti molto remunerativi all’impresa petrolifera statale (di fatto, una semi-nazionalizzazione del greggio); e chissà cos’altro poteva decidere di fare dei nuovi appalti in rinnovo da quest’anno…

Il Congresso perciò “doveva” architettare quanto prima delle motivazioni definitive per destituire Castillo prima che recasse altri danni agli interessi delle compagnie petrolifere private, in genere “euro-atlantiche”.

Infatti la Commissione Energia e Miniere aveva già messo le mani avanti il 13 aprile 2022, approvando una legge ad hoc per prolungare di ulteriori 10 anni i “contratos-ley” (passando dalla durata di 30 anni a quella di 40).

Questa trovata, tra l’altro, ha fatto sì che la petrolifera statale Petroperù, e in particolare la nuova raffineria di Talara – recuperata allo Stato e messa in opera proprio il 12 aprile 2022 – debba comprare il petrolio al prezzo internazionale invece che al prezzo di costo. Con ovvia riduzione degli introiti per le casse statali e “gonfiamento” delle tasche dei privati.

Perciò, una volta rinnovati per altri 40 anni questi succosi contratti, senza Castillo di mezzo, forse potranno far credere al mondo (piuttosto disattento sulla questione…) che stiano lavorando per “la democrazia e l’ordine” e Dina Boluarte finalmente concederà le elezioni e se ne andrà a casa…

Forse, perché non si sa mai…

*****

Lotti petroliferi: il Congresso si allinea con gli interessi privati

Solo un giorno dopo che Petroperú ha iniziato a avviare la sua nuova raffineria a Talara – che acquista petrolio dai lotti vicini pagando prezzi internazionali – il Congresso della Repubblica ha inferto un colpo basso alla compagnia statale.

La Commissione Energia e Miniere ha approvato il 13 aprile [2022] un disegno di legge che modifica la Legge Organica sugli Idrocarburi (legge 26221) per estendere la durata dei contratti petroliferi da 30 a 40 anni.

Quindi, secondo la previsione del disegno di legge 804, le modifiche si applicheranno ai nuovi contratti; Non ci sarebbe nulla di male dal punto di vista tecnico, se non fosse perché il documento ha una disposizione unica che consente agli attuali gestori dei lotti di usufruirne. Una legge fatta apposta.

Il deputato di Azione Popolare Carlos Alva, e promotore dell’iniziativa che cerca di infrangere il concetto costituzionale secondo cui le leggi non sono retroattive in Perù, ha sostenuto che il suo progetto modifica l’articolo 22 della LOH per equiparare la fase di sfruttamento del petrolio e del gas a 40 anni, sostenendo che terminando in tempi diversi si crea una sovrapposizione di operatori per la stessa area contrattuale e che in un termine definito “gli operatori smettono di investire quando si avvicina la fine di detto termine e contribuiscono al calo della produzione per mancanza di investimenti”.

Sono sei le operazioni/contratti – tutte a Piura – che scadono da ottobre 2023 a maggio 2028: Lotto V (Unna), VII/VI (Sapet), Z-2B (Savia), X (CNPC), II (Petromont) e XV ( Petromont), che decorso tale termine tornano allo Stato.

Colpisce in questo senso il cambiamento dei criteri del preventivo approvato, visto che il primo presentato nel novembre 2021 stabiliva che i contraenti avrebbero dovuto offrire a Petroperú una partecipazione del 25% nel contratto se volevano prorogare la loro operazioni.

Tuttavia, ora è stata stabilita un’ultima disposizione complementare finale che stabilisce che i contraenti devono presentare solo un programma di investimenti da eseguire.

Ad avviso di Carlos Gonzales, amministratore delegato di Enerconsult, piuttosto che eliminare la partecipazione di Petroperú, le si sarebbe potuta dare la possibilità di scegliere i lotti a cui voleva partecipare in base alla sua qualificazione tecnica ed economica. “D’altra parte, questa è una eccellente opportunità per ottemperare al mandato dell’articolo 8 della Legge 28840 (Rafforzamento di Petroperú), aggiungendo una disposizione complementare che stabilisce la restituzione delle strutture nei lotti in appalto che sono ora di proprietà di Perupetro”, ha sottolineato.

Omissione pericolosa

Il giorno prima, Humberto Campodónico, presidente di Petroperú, in un’intervista a questo giornale, ha affermato che la scadenza il prossimo anno di alcuni lotti importanti obbliga da allineare le politiche dello Stato.Si deve discutere, a livello di governo, in che modo Petroperú partecipa a quel petrolio“, ha detto.

Tuttavia, ha precisato che quanto approvato dalla Commissione Energia e Miniere, che proroga di 10 anni la permanenza degli attuali appaltatori nei lotti di Talara, che stanno per scadere, costringe Petroperú ad acquistare quel petrolio per altri 10 anni al prezzo internazionale.

In questa linea si sono espressi tre membri effettivi della suddetta commissione. Francis Paredes (Perú Libre) ha avvertito che questa iniziativa genera un nuovo contesto che non ha il consenso adeguato richiesto da una riforma di grande portata e ha proposto di creare un tavolo tecnico per valutare i cambiamenti.

“La prima versione del disegno di legge prevedeva che per accedere alla proroga di 40 anni gli appaltatori dovessero associarsi a Petroperú, ma ora richiede solo un programma di investimenti. Questo mi preoccupa”, ha osservato.

A sua volta, Pasión Dávila (Perú Libre), ha messo in discussione l’iniziativa perché non si allinea ai nuovi orizzonti cui deve mirare il settore degli idrocarburi considerando che ora c’è la Nuova Raffineria di Talara.

Dobbiamo analizzare bene la questione in modo che vada a beneficio di tutti allo stesso modo. Nessuno dovrebbe avere vantaggi”, ha affermato, non senza premettere che l’eventuale proroga darebbe maggiori vantaggi agli attuali appaltatori.

Per Jorge Luis Flores Ancachi (Acción Popular), non si capisce perché Petroperú sia escluso dalla questione, ancor più se nei considerando si stabilisce che la Nuova Raffineria di Talara necessiterà del petrolio.

Ritengo che sia nostra responsabilità approvare un’iniziativa praticabile, tecnica ed economica per Petroperú“, ha sottolineato.

Chiavi

Attenzione alla CNPC. Secondo fonti del settore, Perupetro dovrebbe impedire qualsiasi rinnovo alla CNPC – operatore del Lotto X e del lotti VII/VI attraverso la sua filiale Sapet – nella misura in cui questa impresa ha violato i termini del contratto nei lotti 192 e 8. CNPC insieme a Pluspetrol Corporation sono azionisti di Pluspetrol Nord.

Altri esperti hanno affermato che gli interessi dello Stato, attraverso l’Esecutivo e il Parlamento, dovrebbero essere allineati.

La parola

Enrique Bisetti, già Vice Ministro degli Idrocarburi

Buone mediazione tra Esecutivo e Congresso.

Dobbiamo dare questa possibilità a Petroperú, che ha bisogno di quel petrolio. È un’azienda di Stato che ha una riconosciuta responsabilità sociale e ambientale.

Petroperú deve prendere i lotti principali e garantire la fornitura alla raffineria; ma dobbiamo anche dare al capitale privato nazionale l’opportunità di investire in tecnologia, che offra condizioni lavorative conformi alle nostre leggi e impegni assunti, e di non creare situazioni di conflitto come quelle che vediamo a Talara, Los Órganos, El Alto e a Tumbes.

In questo momento, una buona mediazione, buone intenzioni tra l’Esecutivo e il Legislativo sono molto importanti in termini di sicurezza energetica e sovranità nazionale, e per dare leggi in modo che Petroperú possa accedere a quei lotti.

 

* https://larepublica.pe/economia/2022/04/18/petroperu-lotes-petroleros-congreso-se-alinea-con-intereses-privados-refineria-de-talara-combustibles/

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *