Kyryl Tymoshenko, il numero due dello staff presidenziale di Zelensky, ha presentato le dimissioni dall’incarico. Tymoshenko ha confermato le indiscrezioni che nelle scorse ore erano circolate sulla stampa ucraina con un messaggio su Telegram. Secondo i giornali, nelle prossime ore ci potrebbero essere altri cambiamenti nel governo di Kiev, dopo che nei giorni scorsi erano emersi fatti di corruzione nell’ambito dei rifornimenti alimentari per l’esercito.
Sette giorni fa si era dimesso Oleksiy Arestovych, consigliere del presidente ucraino Zelensky, dopo le polemiche suscitate dalle sue parole sull’attacco a Dnipro.
Ieri invece, secondo quanto riferiscono fonti ucraine, il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov ha accettato le dimissioni di Viacheslav Shapovalov dalla carica di viceministro della difesa dell’Ucraina.
Interfax Ukraina ha intanto reso noto che la Direzione generale dell’intelligence del Ministero della Difesa dell’Ucraina e il Servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU) hanno rilasciato una dichiarazione per smentire le ripetute voci di contrasti interni: “Le voci su presunti malintesi tra i capi della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino e la SBU sono narrazioni nemiche, che vengono smentite quotidianamente dalle operazioni congiunte per neutralizzare il nemico”, ha affermato la direzione dell’intelligence sul canale Telegram.
Infine ieri sera l’Alta corte anticorruzione ha rifiutato al pubblico ministero di arrestare l’ex capo della Naftogaz Ukrainy Andriy Kobolev indicando come alternativa di una cauzione di 365 milioni di grivnia. Il pubblico ministero considera la decisione del tribunale irragionevole e illegale. “La mancata applicazione di una misura preventiva può influire negativamente su ulteriori indagini. Inoltre, vi sono rischi che il sospettato possa lasciare il Paese o interferire con le indagini”, afferma la nota diffusa ieri.
Il fronte militare
Anche sul fronte militare le cose non vanno affatto bene per le forze armate ucraine. Gli ossessivi appelli ai paesi della Nato per avere rifornimenti massicci di carri armati e missili, rivelano che sul campo sia le risorse militari distrutte dai russi che le scelte tattiche si sono rivelate pesanti.
Qui di seguito un aggiornamento del prof. Francesco Dell’Aglio che da mesi monitora quotidianamente lo sviluppo della situazione militare sul campo.
“La situazione intorno a Bahmut è “dinamica”, come si suol dire. L’obiettivo russo non è quello di entrare in città combattendo (una Mariupol basta e avanza) ma di tagliare le linee di rifornimento della città (che ho segnato in giallo) e mettere i difensori in una situazione ancora più insostenibile, ipotizzando che una volta privi di rifornimenti saranno costretti a ritirarsi – e non sarà una ritirata facile, se le vie di comunicazione saranno tagliate. Coerentemente con questo disegno, gli attacchi russi si stanno concentrando a nord su Krasna Gora, la cui caduta taglierebbe l’autostrada E40. Ancora più complessa per chi difende la situazione a sud, dove la caduta di Kliščiivka ha aperto una voragine che la fanteria russa sta sfruttando per dirigersi verso la statale T0504 che collega Bahmut a Kostantiniivka e su cui si innesta il nodo logistico di Časiv Jar, i cui abitanti sono stati invitati stamattina a lasciare la città. Al momento il fronte si trova grosso modo nella zona boscosa tra Stupočki e Ivanivske, mentre è segnalata attività di DRG russi (gruppi di sabotaggio e ricognizione) tra Ivanivske e la periferia sud di Bahmut. Se, o forse meglio quando, la E40 e la T0504 saranno tagliate, alla guarnigione di Bahmut resterà solo la strada diretta tra Časiv Jar e Bahmut che però è una semplice provinciale a corsia singola per senso di marcia, la O0506, del tutto insufficiente a rifornirli.
In tutto questo, la caduta di Soledar ha interrotto le comunicazioni tra Bahmut e Sivers’k. Continuo a credere che la zona da tenere maggiormente d’occhio sia quella, anche se al momento attacchi diretti verso la città non se ne segnalano”.
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