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Ucraina. Per il Pentagono Kiev deve “scordarsi” la Crimea

È improbabile che le forze ucraine siano in grado di riconquistare la Crimea dalle truppe russe nel prossimo futuro”. E’ quanto hanno detto quattro alti funzionari del Dipartimento della Difesa ai legislatori del Comitato per i servizi armati della Camera in un briefing riservato.

La valutazione frustrerà sicuramente i leader di Kiev che considerano la riconquista della penisola uno dei loro obiettivi distintivi. A rivelare i particolari di questa valutazione, ufficiale ma non pubblica, del Pentagono, è il giornale statunitense Politico.

Non è chiaro cosa abbia portato i funzionari Usa a quella valutazione. Ma la chiara indicazione, come riportato da tre persone con conoscenza diretta dei contenuti del briefing di giovedì, era che il Pentagono non crede che l’Ucraina abbia – o presto avrà – la capacità di cacciare le truppe russe dalla penisola conquistata da Mosca quasi un decennio fa.

Una quarta persona ha detto che il briefing era più ambiguo, ma restava il punto che la vittoria dell’Ucraina in un’offensiva per riconquistare il territorio annesso illegalmente non era assicurata. Tutti e quattro hanno chiesto l’anonimato per rivelare i dettagli di un briefing riservato.

I partecipanti al briefing includevano Laura Cooper, vice assistente segretario alla difesa per Russia, Ucraina ed Eurasia, e il tenente generale Douglas Sims, direttore delle operazioni dello stato maggiore congiunto.

Non commenteremo briefing riservati a porte chiuse né parleremo di ipotetiche o speculeremo su potenziali operazioni future“, ha detto la portavoce del Pentagono Sabrina Singh. “In termini di capacità dell’Ucraina di combattere e riconquistare il territorio sovrano, la loro straordinaria prestazione nel respingere l’aggressione russa e la continua adattabilità sul campo di battaglia parlano da sole“.

A conferma che questa in realtà sia una opzione ben presente negli scenari previsti dall’amministrazione Usa, il settimanale statunitense Newsweek ha rilanciato le indiscrezioni secondo cui il direttore della Cia, William Burns, avrebbe ‘offerto’ al presidente russo Vladimir Putin un quinto del territorio dell’Ucraina (il 20%, ossia gran parte del Donbass) nell’ambito di un piano di pace elaborato a nome del presidente Joe Biden. Burns avrebbe esposto il piano a metà gennaio.

La notizia diffusa da Newsweek però è stata liquidata come “una bufala” sia dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia russa Ria Novosti, sia dal vice portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale USA Sean Davitt il quale ha dichiarato al settimanale che la notizia “non è accurata”.

Secondo Politico, la valutazione degli esperti del Pentagono presenti al briefing “fa eco a quanto ha alluso nelle ultime settimane il generale Mark Milley, presidente del Comando delle Forze Armate“.

Continuo a sostenere che per quest’anno sarebbe molto, molto difficile espellere militarmente le forze russe da tutta –– ogni centimetro dell’Ucraina e dell’Ucraina occupata –– o occupata dai russi“, ha detto durante una riunione del Contatto per la difesa dell’Ucraina Group in Germania il 20 gennaio scorso a Ramstein. “Ciò non significa che non possa accadere. Non significa che non accadrà, ma sarebbe molto, molto difficile”.

Secondo Politico una persona che ha familiarità con quanto pensano a Kiev ha detto che l’amministrazione Zelenskyy era “furiosa” con le osservazioni del generale Milley, mentre l’Ucraina si prepara per le grandi offensive di questa primavera. Gli ucraini notano anche che l’intelligence statunitense sulle loro capacità militari ha costantemente mancato il bersaglio durante la guerra durata quasi un anno.

Parlando al World Economic Forum di Davos il mese scorso, il consigliere di Zelenskyj Andriy Yermak ha respinto l’idea di una vittoria ucraina senza prendere la Crimea.”Questo è assolutamente inaccettabile“, ha detto Yermak, aggiungendo che la vittoria significa ripristinare i confini dell’Ucraina riconosciuti a livello internazionale “compresi Donbass e Crimea“.

L’Ucraina ha ripetutamente chiesto armi a lungo raggio, tra cui artiglieria a razzo e munizioni guidate sparate da aerei da combattimento e droni, per colpire i centri di comando e controllo russi e i depositi di munizioni molto dietro le linee del fronte in Crimea.

Dopo che gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina il sistema missilistico di artiglieria ad alta mobilità in estate, la Russia ha spostato molte delle sue risorse più vulnerabili fuori dal raggio di 50 miglia. L’amministrazione Biden continua fin qui ha rifiutato di inviare a Kiev missili che possono raggiungere le 300 miglia, il che metterebbe a rischio tutta la Crimea.

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