A quanto pare, nel processo di “centralizzazione esecutiva” della politica che caratterizza ormai da anni tutto l’Occidente neoliberista, ai Parlamenti non resta altro ruolo che quello di custode dell’ideologia. Neoliberista, ovvio…
E in effetti, se le decisioni sulla politica economica, monetaria, industriale, militare, ecc, sono state “sussunte” da altre centrali di potere (banche centrali, trattati internazionali o “salotti multinazionali”, Nato, ecc), ai fu depositari del “potere legislativo” non resta molto da fare. Se non chiacchiere in libertà, dichiarazioni di principio, redazione di “pagelle” o patenti di “democrazia”.
Rigorosamente secondo le regole del doppio standard, per cui “democratici” sono gli amici o vassalli, e “autocrati” i regimi considerati nemici. Con effetti anche quasi comici, quando lo stesso regime viene classificato in modo opposto se passa dal campo degli “amici” a quello dei “nemici”.
E’ il caso dello stesso Putin, considerato “amico” e quindi “democratico” all’alba di questo millennio (era diventato membro di quel G8 che a Genova 2001 diede prove fulminanti di “rispetto dei diritti umani”…), ma poi classificato come “autocrate” quando gli interessi hanno preso a divergere.
Così, abbiamo visto il cosiddetto Parlamento Europeo – l’unico al mondo costitutivamente privo proprio del “potere legislativo”, di modo che le decisioni dell’Unione Europea non fossero mai condizionate dal voto popolare – diventare velocemente una cloaca di corruzione in cui si vendono al miglior offerente proprio quelle “patenti di diritto-umanismo” che servono ormai solo per velocizzare la stipulazione di accordi commerciali a condizione di miglior favore.
Se hai un buon “punteggio” i dazi saranno più bassi, oppure potrai ospitare eventi internazionali (i mondiali del Qatar sono l’esempio più vicino…), ecc. Altrimenti ti metti in coda e aspetti. Ma una buona struttura di lobby può risolvere ogni intralcio, e un Panzeri si trova facilmente, anche a prezzi modici.
Anche l’un tempo potente Congresso degli Stati Uniti è ormai ridotto a questa decalcomania con su scritto “parlamento”, attaccata fuori di un edificio al passo con la retorica, ma non più con i fatti (l’assalto parafascista a Capitol Hill ha tolto l’ultimo velo di sacralità a questa istituzione).
E quindi ecco arrivare una dichiarazione votata a maggioranza che “condanna il socialismo”, proprio come il cosiddetto Parlamento Europeo ne aveva approvata una che “equiparava” nazismo e comunismo.
Differenze solo verbali, perché l’Europa non può certo dirsi innocente rispetto all’incubazione del nazifascismo, mentre gli Usa – nonostante la loro aggressività militare all’esterno (di fatto, mai un anno senza guerra, nella loro storia) – possono ancora far finta di essere una “società aperta”.
Dove si può professare e diffondere qualsiasi follia politica o religiosa, ma non “il socialismo”. Ovvero l’unica alternativa reale a quel sistema in crisi che sta sprofondando il mondo verso la guerra, la distruzione e la miseria generalizzata.
La “serietà” di questa votazione del resto è palese. Si riesce a scrivere, senza scoppiare a ridere, che “le politiche socialiste [..] conducono inevitabilmente alla rovina economica” proprio mentre il principale competitor economico – la Cina – sta ormai superando gli Stati Uniti grazie a politiche (sia che la definizione rispetti l’ortodossia, sia che appaia “eretica”) considerate “socialiste con caratteristiche cinesi”.
Il Congresso ridotto all’ideologia pura, appunto…
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La Camera dei rappresentati Usa ha approvato ieri, con una maggioranza bipartisan di 328 voti favorevoli, una risoluzione che denuncia il socialismo, definendolo “una ideologia che necessita dalla concentrazione di potere più e più volte degenerata in regimi comunisti, governi totalitari e dittature brutali”.
La risoluzione sostiene che “molti dei peggiori crimini nella storia sono stati commessi da ideologi socialisti”, e menziona Vladimir Lenin, Joseph Stalin, Mao Tsetung, Fidel Castro, Pol Pot, Kim Jong-il, Kim Jong-un, Daniel Ortega, Hugo Chavez e Nicolas Maduro.
“Il Congresso denuncia il socialismo in tutte le sue forme, e si oppone all’attuazione di politiche socialiste negli Stati Uniti d’America”, afferma il testo della risoluzione.
Secondo la deputata repubblicana Maria Elvira Salazar – uno dei promotori della risoluzione – l’obiettivo del voto è “assicurarsi che gli Stati Uniti si impegnino a non normalizzare mai l’attuazione di politiche socialiste che conducono inevitabilmente alla rovina economica e all’autoritarismo politico”.
Il voto ha spaccato il Partito democratico: 109 deputati della minoranza si sono infatti schierati a sostegno dell’iniziativa, mentre 86 hanno votato contro e 14 si sono astenuti.
Agenzia Nova
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Criminali sono gli USA
La Camera degli USA ha approvato a grande maggioranza una delirante mozione che giudica criminale ogni forma di socialismo.
Tutti i repubblicani e la maggioranza dei democratici hanno votato questa infamia fascista.
Questo voto conferma che gli i USA oggi sono il primo nemico di ogni progresso dell’umanità, compreso quello del popolo americano. Altro che fedeltà euroatlantica, criminali sono gli USA.
Giorgio Cremaschi (Potere al Popolo)
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Binazzi Sergio
la cosiddetta ” democrazia ” americana basata sulla eliminazione fisica dei popoli a loro contrari, sulla eliminazione di qualsiasi forma di dissenso e sul fatto concreto che il popolo non conta nulla ( io sono io voi non siete un cazzo, marchese del grillo ) ha questa orribile visione della società, di conseguenza tutti coloro che si sono dati da fare per noi umili servitori di questa assurda democrazia sono secondo loro nemici del popolo, e hanno il coraggio di sostenere che Dio gli ha dato questo potere. bisogna forse rileggersi il vangelo, magari sono state fatti adeguamenti nel tempo. spero tanto crolli questo impero di merda, scusandomi con la stessa.
Mario
Risoluzione delirante. Sembra di leggere una pagina del capolavoro distopico di J. London (“Il tallone di ferro”) a più di cento anni di distanza…