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Gran Bretagna: una grande giornata di lotta

Il primo febbraio la Gran Bretagna ha conosciuto la sua più grande giornata di sciopero degli ultimi dieci anni: mezzo milione di lavoratori del settore pubblico hanno protestato per la questione salariale e le condizioni di lavoro, contestando inoltre l’ulteriore giro di vite, in materia di legislazione sindacale, promosso dal governo dei Tories.

Insegnanti, docenti universitari, dipendenti pubblici e macchinisti delle ferrovie si sono astenuti dal lavoro, congiuntamente, a livello nazionale, con massicce manifestazioni a Londra, Cardiff, Brighton, Liverpool, Newcastle, Sheffield, Leeds ed in tutto il paese.

Il Trade Unions Congress (TUC), la centrale di coordinamento sindacale britannica, ha accusato il “Governo dei Milionari” del premier conservatore Rishi Sunak di non essere in grado di comprendere l’impatto rovinoso che il calo dei salari in termini reali e l’inflazione a due cifre stanno avendo sui lavoratori in settori cruciali per l’erogazione di servizi pubblici essenziali. L’organismo sindacale ha organizzato manifestazioni in varie località nell’ambito della sua “giornata in difesa del diritto di sciopero”.

Affiancato da insegnanti in sciopero e personale paramedico, il segretario generale Paul Nowak ha consegnato al numero 10 di Downing Street una petizione di 200.000 persone che chiedeva al primo ministro Rishi Sunak di ritirare la legge anti-scioperi (che istituisce stringenti livelli minimi di servizio in settori dichiarati “essenziali”), ampiamente condannata da una vasta coalizione sociale.

La legislazione, che deve ora riprendere l’iter presso la Camera dei Lord, dopo essere stata approvata in fretta dai Comuni all’inizio di questa settimana, ridurrebbe i lavoratori allo status di “schiavi”, ha denunciato il sindacato dei macchinisti ASLEF.

Il segretario generale Mick Whelan ha affermato che il disegno di legge, che autorizzerebbe i capi a licenziare i dipendenti che si rifiutano di oltrepassare i propri picchetti e fornire un certo livello di servizio durante gli scioperi, potrebbe effettivamente vietare l’azione sindacale. “Se non hai il diritto di scioperare, allora sei uno schiavo”, ha dichiarato Whelan.

Gli iscritti all’ASLEF, che ieri hanno tenuto un’altra giornata di azione sindacale tra che ha interessato ben 15 operatori ferroviari, hanno scioperato perché “i padroni e i loro manager stanno facendo soldi, dichiarando profitti e pagando dividendi; eppure, i loro lavoratori non registrano alcun aumento di stipendio da quattro anni”, ha continuato Whelan.

Mick Lynch, capo dell’altro sindacato dei trasporti, RMT, che si è unito all’azione, ha dichiarato che la classe operaia “è tornata”. Rivolgendosi a una grande folla di lavoratori in sciopero a Westminster, ha detto: “Ogni lavoratore ha bisogno di un aumento di stipendio, ogni lavoratore ha bisogno di un accordo quadro. Non saremo divisi. Siamo la classe operaia e siamo tornati. Siamo qui, chiediamo un cambiamento, ci rifiutiamo di essere trattati come merce di scambio, e vinceremo per la nostra gente, alle nostre condizioni”.

La leader del TUC del Galles, Shavanah Taj, ha detto, in una affollata manifestazione a Cardiff, di essere “disgustata” dall’affermazione del Ministro dell’Istruzione Gillian Keegan secondo cui “non è credibile” che insegnanti oberati di lavoro e sottopagati ricorrano regolarmente agli aiuti dei banchi alimentari. “C’è stato un tempo in cui insegnanti e assistenti didattici portavano cibo per i bambini di famiglie povere – ora portano cibo da condividere tra loro perché le famiglie di quegli stessi insegnanti si trovano nelle stesse condizioni”.

La National Education Union (NEU) ha dichiarato che ieri l’85% delle scuole in Inghilterra e Galles è stata colpita dal primo dei sette scioperi nazionali. I segretari generali congiunti Mary Bousted e Kevin Courtney hanno esortato Keegan ad agire prima dei prossimi scioperi, programmati in tutta l’Inghilterra per il 28 febbraio. Gli insegnanti in Scozia hanno precedentemente lanciato un’azione sindacale a novembre.

Il sindacato universitario, l’University and College Union (UCU), ha affermato di essere stata “positivamente sorpresa dal sostegno degli studenti” poiché 70.000 docenti, ricercatore, bibliotecari e altro personale dell’istruzione superiore hanno ritirato il proprio lavoro presso 150 istituzioni a livello nazionale.

Lesley McGorrigan, responsabile delle campagne della sezione dell’UCU dell’Università di Leeds, ha affermato che un’azione coordinata tra i sindacati è “esattamente ciò di cui abbiamo bisogno: i lavoratori che si uniscono. Spero che il TUC faccia di più”, ha detto al Morning Star. 

“Tutti stanno soffrendo per quello che sta facendo questo governo, per quello che stanno facendo i datori di lavoro. È un piano sfacciato: i lavoratori vengono schiacciati, mentre i profitti e i grandi patrimoni aumentano a dismisura. Questo è il modo per vincere: un’azione incisiva per convincere i datori di lavoro a fare marcia indietro”.

Mark Serwotka, capo del sindacato della funzione pubblica PCS, che ha visto scioperare 100.000 iscritti in 123 dipartimenti governativi e altri enti pubblici, ha dichiarato: “Se sei in sciopero, sii orgoglioso di te stesso”. Ha inoltre aggiunto: “Se restiamo uniti, possiamo vincere. Questo è un grande momento: o il governo se la cava continuando a scaricare il prezzo di una crisi che non abbiamo creato sulle classi popolari, oppure diamo forza alla nostra lotta in modo che si possa vincere”.

Il sindacato dei vigili del fuoco (FBU) ha salutato un “momento storico per il movimento operaio”. Il segretario generale Matt Wrack, che ha annunciato lunedì che i suoi membri hanno approvato un pacchetto di scioperi nazionali in una recente consultazione, a dichiarato: “I sindacati stanno lottando non per interrompere i servizi pubblici, ma per salvarli – sono orgoglioso di sostenere la giornata di azione di oggi”.

E la segretaria regionale di Unite (il maggiore sindacato generalista operante nel settore privato) della regione dello Yorkshire e Humber, Karen Reay, ha salutato una massiccia manifestazione a Leeds, affermando che l’azione è “solo una frazione di ciò che sta accadendo in tutto il paese: in ogni luogo di lavoro, in ogni strada”.

Ha detto allo Star: “Stiamo difendendo il diritto fondamentale di ogni lavoratore: il diritto di sciopero“. La Reay ha accusato i ministri del Governo Sunak di “andare oltre i sogni più sfrenati della Thatcher”, ma ha sottolineato: “Stiamo vincendo. “Quando vinciamo, i conservatori ci attaccano: l’unica cosa di cui hanno paura è un lavoratore arrabbiato”.

* Adattamento dal quotidiano britannico Morning Star

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1 Commento


  • Maurizio

    Questo è solo l’aperitivo, suppongo.

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