Le forze armate dell’Ucraina hanno subito un significativo deterioramento in termini di capacità di combattimento, armamenti e disponibilità di munizioni durante i 12 mesi di conflitto con la Russia, e a Kiev cresce il pessimismo riguardo la possibilità di condurre una offensiva primaverile nell’est del Paese. A scriverlo è il quotidiano statunitense “Washington Post”, secondo cui i vertici militari ucraini reagiscono con crescente perplessità alle pressioni del governo e degli alleati della Nato per condurre una azione militare decisiva nei prossimi mesi.
Il “Washington Post” rileva che, secondo le stime di funzionari statunitensi ed europei, dall’inizio del conflitto ben 120 mila militari ucraini sarebbero rimasti uccisi o feriti in combattimento: perdite che secondo il quotidiano sono inferiori a quelle subite dalla Russia, che però può attingere a riserve di armi e personale significativamente superiori. Al netto delle perdite, però, l’Ucraina sconterebbe soprattutto una crescente carenza di militari esperti: le ostilità degli scorsi mesi, specie in aree di conflitto ad alta intensità come Bakhmut, hanno significativamente eroso alcune tra le migliori unità dell’esercito ucraino, e le perdite vengono sempre più spesso rimpiazzate con un afflusso di coscritti scarsamente addestrati.
Le forze ucraine soffrono inoltre di una “carenza basilare di munizioni, inclusi proiettili d’artiglieria e di mortaio”. Il quotidiano cita un “comandante di battaglio della 46esima Brigata d’assalto aviotrasportata” ucraina, secondo cui tra i ranghi dell’esercito ucraino restano “pochi soldati con esperienza di combattimento. Sfortunatamente, sono tutti già morti o feriti”.
Il quotidiano statunitense descrive un senso di “tacito ma palpabile pessimismo” che va “dalla linea del fronte sino ai corridoi del potere a Kiev”. Andriy Yermak, dell’ufficio presidenziale ucraino, ha però dichiarato al quotidiano che la situazione delle forze ucraine al fronte non rappresenta la capacità di combattimento complessiva del Paese, che sta mantenendo unità in riserva e ne sta addestrando all’estero. Secondo il funzionario, l’Ucraina “non ha esaurito il suo potenziale. Penso che in ogni conflitto arrivi il momento nel quale diventa necessario addestrare nuovo personale, ed è ciò che sta accadendo ora”.
A Bakhmut intanto, secondo quanto riporta l’agenzia russa Novosti, le unità russe hanno preso il controllo di uno dei locali dell’impresa Vostokmash presso l’impianto di lavorazione dei metalli non ferrosi Artyomovsky (AZOM) ad Artemovsk (Bakhmut in ucraino). L’impresa, un po’ come l’Azovstal a Mariupol, è stata progettata tenendo conto di un possibile conflitto nucleare e dispone di una rete di servizi sotterranei. L’impianto industriale si trova nella parte controllata dalle truppe di Kiev. Questo è un importante snodo di trasporto per rifornire il gruppo di truppe ucraine nel Donass. In città sono in corso feroci battaglie.
La Novosti riferisce anche che il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha incaricato le industrie russe di raddoppiare la produzione di munizioni a guida di precisione. Secondo l’intelligence britannica – citata dal Kyev Indipendent – Mosca sta “applicando sempre di più i principi dell’economia di comando al suo complesso militare-industriale, poiché si rende conto che le sue capacità di produzione militare sono una vulnerabilità chiave nella guerra su larga scala contro l’Ucraina, che sta diventando sempre più logorante”.
Anche le forze armate ucraine soffrono di carenza di munizioni, che il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha recentemente definito il “problema numero uno” del paese nel tentativo di contrastare le forze russe. L’8 marzo a Stoccolma, i ministri della Difesa dell’Unione Europea hanno concordato di aumentare la fornitura di munizioni all’Ucraina, ma non hanno ancora raggiunto una “decisione concreta e formale”.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa