“Il rilascio dei missili statunitensi è probabile che porti movimento nel dibattito europeo” scrive il quotidiano tedesco Handesblatt.
Lunedì, i liberali della Fdp e i Verdi tedeschi erano euforici per la guerra riporta il giornale della sinistra Junge Welt. “Hanno chiesto all’unanimità la consegna del missile da crociera tedesco “Taurus” a Kiev. La CDU e la CSU hanno reagito con cautela”. Allo stesso tempo, però, il ministro federale della Difesa Boris Pistorius (SPD) ha confermato un rapporto della Bild secondo cui Kiev riceverà 4.000 nuovi tipi di droni da combattimento tedeschi. Non sono più controllati manualmente, ma da “intelligenza artificiale”.
Tutti gli occhi infatti sono adesso puntati su Londra e Parigi dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di consentire all’Ucraina di utilizzare missili americani per colpire obiettivi all’interno della Russia.
“Ho detto, ancora una volta, che gli ucraini dovrebbero essere in grado di usare le armi che forniamo loro non solo per fermare le frecce, ma anche per essere in grado di colpire gli arcieri”, ha detto il capo della politica estera dell’UE Josep Borrell.
La Francia e il Regno Unito hanno fornito i loro missili da crociera Storm Shadow/SCALP a Kiev. Finora, Londra non aveva ricevuto l’autorizzazione dagli Stati Uniti di consentirne l’uso per attaccare obiettivi in Russia, mentre Parigi è sempre rimasta vaga su ciò che gli ucraini potrebbero farne.
“Sebbene i missili da crociera europei siano prodotti dal produttore di missili MBDA, gli Stati Uniti controllano parte della tecnologia dell’azienda, dandogli voce in capitolo nel loro utilizzo” ricorda il giornale statunitense Politico.
“Sia il governo francese che quello britannico hanno precedentemente indicato la volontà di approvare l’uso ucraino contro obiettivi in Russia dei missili da crociera che hanno fornito”, ha dichiarato Matthew Savill, direttore delle scienze militari presso il Royal United Services Institute di Londra. “Tuttavia, entrambi si basano su dati di targeting aggiornati che probabilmente provengono dagli Stati Uniti, il che significa che anche a loro è stato impedito l’uso in Ucraina”.
Fino ad ora sia i missili statunitensi che quelli europei sono stati utilizzati contro obiettivi all’interno dell’Ucraina occupata dalla Russia, inclusa la flotta russa nel Mar Nero che era di base in Crimea.
La Francia ha fornito diverse dozzine di missili SCALP a Kiev. Due funzionari francesi hanno detto che Parigi non ha bisogno dell’approvazione di Washington per consentire agli ucraini di usarli, ma finora non c’è alcun segno che Kiev utilizzi gli SCALP su obiettivi all’interno della Russia.
Parlando ai giornalisti a margine del vertice dei leader del G20 a Rio de Janeiro nella notte di lunedì, Macron ha detto di ritenere che il presidente Joe Biden abbia preso “una buona decisione” nel consentire all’Ucraina di utilizzare i prodotti americani per colpire all’interno della Russia.
A Londra intanto un portavoce del numero 10 di Downing Street ha affermato che il Regno Unito è stato “coerente nel dire che fornire dettagli specifici su questioni operative servirebbe solo a avvantaggiare Putin durante una guerra illegale in corso”.
Il portavoce britannico ha aggiunto: “È sempre stato il caso di lavorare a stretto contatto con i nostri alleati e di impegnarci per garantire che strategicamente stiamo fornendo il sostegno di cui l’Ucraina ha bisogno, e lo facciamo in consultazione sia con l’Ucraina che tra di noi come alleati”.
Va poi ricordato che anche l’Italia ha fornito all’Ucraina i missili SCALP ma da tempo ha chiarito che non ne permetterà l’uso all’interno della Russia.
“Continueremo a seguire la linea che abbiamo sempre seguito”, ha detto lunedì il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ai giornalisti a Bruxelles.
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Mara
Cosa vogliono decidere questi baciapile europei. Devono stare zitti ed aspettare la voce dello zio Sam che da loro l’ordine. chi si installerà in Ucraina saranno gli Usa per sfruttare le risorse di quella regione se questo riuscirà a loro, ma la vedo molto dura e in cuor mio spero che non ci riusciranno.
Gianpaolo
lo hanno fatto davvero li hanno lanciati! teniamo il fiato sospeso perché Putin non decida di spianare con le armi nucleari l’ucraina e l’Europa!
Aurelio Placidi
Solo 50 bombe atomiche di ultima generazione basterebbero a DISINTEGRARE LA TERRA LE ALTRE SAREBBERO INUTILI.
Gianni Sartori
LONDRA: OPERAZIONE CONTRO IL MOVIMENTO CURDO
Gianni Sartori
Il 27 novembre a Londra, nel corso di una serie di perquisizioni operate dalla polizia antiterrorismo, sono state arrestate sette persone a seguito di un’inchiesta sul PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan, organizzazione proibita in Gran Bretagna).
Tra i luoghi in cui alle tre del mattino sono avvenute le irruzioni, il Centro comunitario curdo (CCK) di Haringey (nord di Londra) ora chiuso per il proseguimento dell’inchiesta.
Immediate le proteste della comunità curda (a cui si sono aggrgati militanti della sinistra britannica) che hanno portato ad altri quattro arresti.
Tra le persone arrestate, Türkan Budak (co-presidente dell’Assemblea del popolo Curdo – KHM – in Gran Bretagna), Agit Karataş (rappresentante degli affari Esteri del KHM), Agit Karataş (esponente politico curdo) e un giovane militante, Mazlum.
Nel corso delle perquisizioni, le porte sono state sfondate a colpi di mazza e i presenti sono stati costretti a sdraiarsi al suolo. Sequestrata l’attrezzatura tecnica e di comunicazione.
Una delle persone che si trovavano nel CCK, Tayfur Özer, ha dovuto essere ricoverato all’ospedale (probabilmente a causa di un collasso) mentre Hakan Nemir ha riportato numerose contusioni anche al capo.
Dall’ospedale Tayfur Özer ha così amaramente commentato la vicenda: “Siamo venuti in questo paese a cause dell persecuzioni subite da parte del fascismo turco, però ci stiamo rendendo conto che la la polizia britannica non è diversa da quella turca. Hanno cominciato a picchiarci appena entrati, i colpi mi hanno provocato ematomi agli occhi e in testa. A causa della violenza sono svenuto e ho dovuto essere ricoverato. Questa è crudeltà nei confronti di un popolo. Un popolo dotato del senso dell’onore che non tradirà i propri valori. Che vergogna, che vergogna l’oppressione che subisce!”.
Stando a quanto sostengono i curdi (in particolare Birsen Poyraz, moglie del detenuto Ali Poyraz) avrebbero subito maltrattamenti sia le mogli (qualcuna ammanettata, pare) che i figli degli indagati, subendo pesanti pressioni psicologiche.
Inoltre nessun avvocato ha potuto assistere all’operazione.
Gianni Sartori