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Turchia. Erdogan vince e rimane al potere

Erdogan, ha vinto le elezioni con il 52,1 per cento delle schede al ballottaggio contro lo sfidante Kemal Kilicdaroglu, che si è fermato al 47,9 per cento dei consensi. Tra i due il divario è stato di 2.3 milioni di voti, erano stati 2.5 milioni al primo turno di 2 settimane fa.

Leggermente più bassa, ma comunque altissima l’affluenza al voto, 83.6%, al primo turno era stata dell’88%, percentuali di partecipazione che nei paesi occidentali sono ormai un lontano ricordo. Per fare un paragone L’affluenza alle urne al secondo turno delle elezioni presidenziali francesi dello scorso anno , che ha contrapposto Emmanuel Macron a Marine Le Pen ed è stata considerata esistenziale per la Francia, è stata inferiore al 72% e Macron è stato eletto con il 58,54% dei voti.

Questo risultato sancisce l’inizio del terzo mandato di Erdogan, che rimarrà alla guida del Paese fino al 2028.

Nella giornata di ieri, a urne ancora aperte, Erdogan aveva dichiarato che è tempo di “difendere la volontà del popolo fino all’ultimo”. Lo sfidante Kilicdaroglu ha dichiarato: “Queste elezioni hanno chiaramente indicato che la nazione ha una reale volontà di combattere e cambiare il governo autocratico”.

Contro  Erdogan ha votato la costa Egea e quella Mediterranea, ma anche le grandi città come Istanbul e Ankara, mentre il presidente turco ha dominato anche nelle aree colpite dal devastante sisma dello scorso 6 febbraio. Il sud est a maggioranza curda ha visto un leggero vantaggio a favore di Kilicdaroglu, che era sostenuto dai filo curdi di Hdp, ma ha perso voti in seguito alle alleanze concluse da Erdogan con gli ultranazionalisti tra il primo e il secondo turno.

Kilicdaroglu aveva messo insieme un’alleanza elettorale basato sul suo partito – il CHP – di centrosinistra, cinque partiti di destra chiamati la Tavola dei Sei, e il sostegno del partito curdo HDP. Anche lui aveva fatto appello ai nazionalisti turchi con la promessa di rimpatriare tutti i 3,7 milioni di rifugiati siriani nel Paese.

Le dichiarazioni sempre più nazionaliste turche del candidato dell’opposizione e l’accordo con il Partito della Vittoria (di destra) hanno allontanato parte degli elettori curdi. Al ballottaggio si è registrato un calo dell’affluenza alle urne nelle aree dominate dai curdi, che è scesa dall’81,70% al 75,74%.

Erdogan fino alle elezioni del 2015 aveva governato da solo con il suo partito Akp. Da allora era stato costretto a governare in coalizione perdendo consensi, senza però che questa perdita fosse sufficiente a porre fine al suo potere.

Il primo a inviare le sue congratulazioni ad Erdogan è stato l’emiro del Qatar, – e capofila della Fratellanza Musulmana – Tamim bin Hamad Al Thani, che si è congratulato con “il mio caro fratello Recep Tayyip Erdogan”.

Curiosamente però tra i primi a congratularsi con Erdogan per la vittoria è stato anche il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, fino a ieri “rivale” della Turchia in Medio Oriente. A seguire sono arrivati gli auguri di Mohammed bin Zayed degli Emirati Arabi Uniti e del presidente dell’Egitto, Abdel Fattah al Sisi. A seguire i presidenti di Francia, Russia e Ucraina, rispettivamente Emmanuel Macron, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin, oltre che dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz.

 

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