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Ucraina. Per quello che si è visto finora…

Quello che stiamo vedendo in questi giorni lungo la linea di contatto ci dice che la federazione russa attualmente ha la situazione sotto controllo.

Che la defezione della Wagner per ora non ha influito sull’efficienza delle unità di linea e nelle retrovie.

Che i generali della federazione tengono molto di più ai loro uomini, non disdegnando di arretrare al momento opportuno per poi riguadagnare terreno a tempo debito.

Che la situazione armamenti e scorte per quanto riguarda la federazione , anche in prospettiva , per ora, sembra a regime .

Che le forze ucraine conquistano posizioni al costo di pesanti perdite di personale per poi perderle di nuovo al costo di pesanti perdite di personale.

Che se all’inizio , parte ucraina , ci si buttava nella mischia non lesinando mezzi e uomini, ora ci si butta nella mischia avendo più parsimonia di mezzi ma non di uomini.

Che per ora la distruzione della diga di Kakhovka non è riuscita a dare la spallata desiderata alla federazione, avendo gli ucraini preso, attualmente , come unico vantaggio sul campo una testa di ponte ad Antonivka che è ferma da settimane, e dove , se pur la federazione non riesce ancora a venirne a capo totalmente , sta comunque garantendo uno stallo tattico per il nemico la cui unica vera tenuta rimane l’uso continuo delle batterie di artiglieria nella sponda opposta spostate nelle settimane precedenti l’attacco alla diga.

Che gli attacchi alla rete infrastrutturale russa , sia nelle retrovie donbassine e crimeane sia in quelle nella federazione , non hanno alcun effetto significativo.

Che , in prospettiva, la scorta munizioni per l’ucraina è un problema molto più serio che per il suo opponente

In generale:

Che se la situazione sul campo continua per questa piega , vi saranno importanti smottamenti lato energetico/finanziario per l’occidente , che possono aprire a scenari davvero molto preoccupanti riguardo la conduzione complessiva occidentale di questa guerra.

Che per quanto riguarda gli ordini interni, proprio in relazione all’andamento di questo conflitto che rappresenta attualmente il teatro principale ,si evidenzia una tenuta maggiore dei principali ordini interni dell’ “altro mondo” coinvolti nella guerra (non solo la federazione) , rispetto a quelli dell’occidente , alle prese con disordini come quelli statunitensi degli anni scorsi (che non sembrano placati nella carne viva del paese) e rivolte come quella francese , che ricordano da vicino le rivolte contadine e operaie del trecento, cioè esplosioni di rabbia sociale su una scala considerevole , ma prive di una coscienza politica all’altezza*

Che l’efferatezza degli scontri in certi settori del fronte orientale, e questa è la cosa che più dovrebbe fare riflettere in ottica futura, va ben al di là di ciò che mediamente ci immaginiamo qui in occidente.

Per mesi si è parlato, giustamente , di un cambiamento di fase nella relazioni internazionali.

Un cambiamento dato dalle logiche interne del capitale storico (quello occidentale) che hanno generato contraddizioni su scala globale che semplicemente ora non possono più rientrare.

L’occidente si è messo in testa , vista la mole degli interessi di cui stiamo parlando, di operare una sorta di restaurazione , di portare discrezionalmente indietro l’orologio della storia.

Questa cosa , COMUNQUE, genererà scenari nella vita interna degli stati occidentali a cui difficilmente riusciamo ad immaginare.

Non saranno gli anni 70 , non sarà il biennio rosso , non saranno cose che abbiamo visto fino ad ora , che abbiamo vissuto (per chi ha più primavere ) o abbiamo studiato (per chi ne ha meno).

È comunque abbastanza realistico supporre che questo processo porterà miseria e povertà assolute ad una fetta della popolazione che vive in occidente veramente mastodontica.

Se vogliamo fare qualcosa qui in occidente , dobbiamo guardare in prospettiva, perché attualmente siamo messi troppo male in relazione alla grandezza di questi processi e della loro (attuale) velocità.

Intanto “usciamo dalla caverna” , se lo facciamo noi forse chi verrà dopo o si sta formando ora avrà qualche chance in più.

*Naturalmente , da un punto di vista plenario , il paragone è indebito poiché li parliamo del lungo periodo di declino del modo di produzione feudale , che vedeva al suo interno di contro i primi passi di quello capitalista.

Ciò nonostante , qualche similitudine La possiamo prendere proprio in relazione al generale declino di un sistema che se pur diverso era dominante da secoli in quella porzione di mondo.

Saltando gli episodi meno noti, la jacquerie , la rivolta contadina inglese , il tuchinaggio nel Piemonte e nella Lombardia occidentale , fino ad arrivare alle primissime rivolte operaie della storia , tutte localizzate qui in Italia (Perugia, Siena, Firenze) hanno avuto una lunga incubazione, un repentino sfogo, e sono figlie di

A) legislazioni contro il lavoro (Inghilterra statuto dei lavoratori 1351, statuti delle corporazioni comunali in Italia nel periodo dopo la temporanea vittoria del popolo contro le parti, cioè della nascente borghesia prima industriale poi finanziaria , il cosiddetto popolo grasso, per fare un paio di esempi significativi),

B) una pressione fiscale esorbitante dovuta alle spese di guerra e al mantenimento del mercato del lusso ( tassazione elettorale inglese e francese, aumento delle riscossioni sulle tasse pregresse e formazione di nuove tasse)

C) la guerra ( guerra dei cent’anni anni per Francia e Inghilterra, guerre feudali nel Canavese e nel Piemonte, guerre comunali per l’egemonia regionale in toscana) e non ultimo

D) ristrutturazione produttiva dovuta da cambiamenti climatici (non entro in questa questione poiché non esistono i termini per una comparazione), che produssero bassa rendita della terra (cioè il bene rifugio principale di quel mdp)in termini di produttività con conseguenti carestie .

Vi sarebbe anche

E) crisi sanitarie dispiegate, ma anche qui la comparazione è più complessa di ciò che inizialmente si pensava quando la pandemia era un problema capitale e si rievocò questo periodo storico.

*Spread.it

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